Finalmente torna il campionato, dopo una delle soste per le Nazionali più eclatanti di sempre, con tanti avvenimenti successi sia lato Napoli sia per questioni extracalcio. Gli azzurri si preparano alla trasferta del Bentegodi dove affronteranno il Verona di mister Baroni. Una partita di fondamentale importanza non solo per la conquista dei tre punti, ma soprattutto per capire se il tentativo di ricompattare l'ambiente da parte del Presidente Aurelio De Laurentiis darà i suoi frutti. Ci si aspetta tanto da Rudi Garcia e dai calciatori, ma come sempre il campo sarà il giudice supremo. Probabili formazioni: Napoli senza Osimhen, Anguissa e Juan Jesus. Tornano tra i convocati Gollini e Rrahmani, il kosovaro dovrebbe scendere in campo insieme a Natan. Spazio a Mario Rui sulla sinistra, mentre Cajuste completerà il terzetto di centrocampo insieme a Lobotka e Zielinski. In attacco Simeone in pole su Raspadori. In casa Verona torna arruolabile Dawidowicz. Panchina per il rientrante Doig. Ballottaggio Faraoni-Terracciano sulla corsia di destra. Possibile maglia da titolare per Djuric, ma non sono escluse sorprese.

Come gioca il Verona di Baroni

Il Verona si presenterà in campo con il solito 3-4-2-1. Fase di possesso: Baroni è un tecnico che non eccede nella costruzione dal basso. L'uscita di solito è sui terzini, soprattutto dal lato destro, dove si cerca l'immediata verticalizzazione per il mancino Ngonge, abile a piazzarsi tra le linee per ricevere palla, girarsi e puntare palla al piede. Attenzione anche a Folorunsho, altro calciatore molto efficiente sotto il profilo degli inserimenti (in questo caso centrali) alle spalle dei centrocampisti. Se dovesse giocare Djuric, inoltre, c'è l'opzione della palla lunga sulla prima punta fisica. Attacchi prevelantemente sulle corsie laterali, con Faraoni (o Terracciano) a destra e Lazovic a sinistra, cross, inserimenti e tiri dalla distanza: queste le armi migliori degli scaligeri in fase offensiva.

In "non possesso", invece, la disposizione di solito è 5-3-2. Molto dipenderà dal tipo di costruzione opposta dall'avversario. Con un regista unico, la marcatura sarà affidata ad uno dei due trequartisti (Suslov?), mentre se si inizia la manovra con il doppio mediano si alzerà anche un centrocampista (Duda?). Le marcature saranno intense, uomo su uomo, soprattutto da parte di difensori e centrocampisti, i veronesi seguiranno gli azzurri in ogni zona del campo. Sempre in fase passiva, la posizione in campo dell'ex Napoli Folorunsho sarà abbastanza difensiva, quasi da difensore aggiunto. Il tipo di primo pressing attuato sarà variabile: sulla costruzione bassa (portiere + centrali), gli uomini che stazioneranno nella metà campo azzurra potrebbero essere 5 (3+2), mentre con uno dei due centrali di difesa in conduzione palla al piede, la scelta potrebbe ricadere sull'attesa con blocco squadra più basso. Palle inattive (corner) a favore: ricerca costante del primo palo. Palle inattive a sfavore: corner a rientrare, 7/8 calciatori in area piccola, marcatura mista. Corner ad uscire, 6 in area piccola, marcatura mista, possibile superiorità (4 vs 2) al centro dell'area di rigore.

Come l'ha preparata il Napoli

Il Napoli, almeno sulla carta, ha preparato bene il match odierno. Tre sedute tattiche settimanali: quella di ieri seguita attentamente dal Presidente De Laurentiis, che vuole capire se tutto il lavoro svolto nei giorni scorsi verrà effettivamente eseguito dai calciatori in campo. Così come accaduto nella settimana pre-Fiorentina, anche se prestazione e risultato hanno detto il contrario, si è continuato a lavorare sulla costruzione della manovra da dietro. Uno dei punti da migliorare assolutamente. Garcia è un tecnico che non ne abusa, ma sta iniziando a capire che per una squadra micidiale dalla metà campo in su, serve maggiore organizzazione e precisione in fase iniziale e capacità di aprirsi il campo alle spalle degli avversari. Contro squadre che, ovviamente, permettono di fare ciò. La Fiorentina era una di queste, riconosciuta da tutti per l'alto grado di pressing in zone alte di campo, ma gli azzurri non sono stati mai in grado di prendersi dei vantaggi sostanziali.

Serve maggiore coraggio nelle scelte e capacità di prendersi anche dei rischi nelle giocate. Urgono soluzioni alternative: anche l'opzione del doppio play potrebbe apportare dei benefici. Parliamo sempre di fase di costruzione. Portarsi il nemico nella propria metà campo, in fase passiva, può essere alla lunga deleterio, ma quando si deve iniziare l'azione e le cose vengono fatte per bene, le opportunità di raggiungere al più presto la porta avversaria aumentano a dismisura.

Una delle armi da sfruttare nel match del Bentegodi saranno i triangoli tra mezzali ed esterni offensivi: molto probabilmente Kvaratskhelia-Zielinski da una parte e Politano-Cajuste dall'altra. Nel caso del lato destro sarà utile pure l'apporto di capitan Di Lorenzo, mentre Mario Rui (favorito su Olivera) cercherà di più l'impostazione con dei lanci sui possibili inserimenti improvvisi di Zielinski. Un'ulteriore novità potrebbe essere rappresentata dalla posizione più interna al campo di Kvaratskhelia.