La nona giornata di Serie A si apre con l’anticipo odierno delle ore 15 tra Verona e Napoli al Bentegodi. Il Napoli arriva al match con più di qualche dubbio dopo una sosta movimentata conclusa con l’infortunio di Osimhen in nazionale e con un Garcia sempre più a rischio, vittoria infatti obbligata per il tecnico francese che già nelle ultime settimane pare esser stato ad un passo dall’addio e oggi sarà sicuramente L’attenzionato numero uno. D’altra parte il Verona dopo un buon inizio ha sofferto negli ultimi match giocati, in particolare in fase offensiva dove fatica a creare pericoli, sedicesima posizione per la squadra di Baroni che ha collezionato finora 8 punti in altrettante giornate. 

I precedenti tra le due compagini al Bentegodi vedono il Napoli leggermente avanti, con 12 vittorie a fronte di 11 sconfitte, e 7 pareggi, risultato, quest’ultimo, che non si verifica dal 1988, quando il match terminò 1-1, inizialmente il bilancio era nettamente in favore dei padroni di casa, ma è con le vittorie degli ultimi anni che il Napoli ha ribaltato la statistica, ultima delle quali il 15 agosto 2022, con un perentorio 2-5.

Andiamo ora ad analizzare il prossimo avversario della squadra partenopea.

Verona-Napoli: le probabili formazioni 

Verona (3421): Montipò; Magnani, Hien, Dawidowicz; Faraoni, Duda, Folorunsho, Lazovic; Suslov, Ngonge, Djuric. All. Baroni

Buone notizie per Baroni, recuperati durante la sosta pedine fondamentali come Doig, Djuric e Dawidowicz.

Tornano Duda e Folorunsho come coppia a centrocampo, andando con le due punte senza la soluzione con il trequartista.

Napoli (433): Meret; Di Lorenzo, Rrahmani, Natan, Mario Rui; Cajuste, Lobotka, Zielinski; Politano, Simeone, Kvaratskhelia. All. Garcia

Recuperato Rrahmani che dovrebbe partire dal 1’ in coppia con Natan.

A centrocampo out Anguissa, al suo posto Cajuste per una maglia da titolare.

Out anche Osimhen, con l’ex Verona, il cholito Simeone, che è in vantaggio nel ballottaggio con Raspadori per un posto dal 1’.

Verona-Napoli: cosa aspettarsi?

Il Verona è una squadra che sta mostrando evidenti carenze dal punto di vista offensivo, i numeri in attacco sono di una squadra che non solo fatica a segnare, ma proprio a creare pericoli offensivi, solo 5 le reti finora in stagione, appena 0.9 le occasioni create di media con 2.6 tiri nello specchio, significativo il dato sui tiri in porta del miglior marcatore del Verona, Cyril Ngonge, che con 2 reti è il capocannoniere della squadra, arrivando a 0.4 tiri in porta di media.

L’occupazione dell’area da parte della squadra di Baroni è molto bassa, il numero 26 ad esempio è chiamato più a muoversi sulla trequarti dove crea di media 1.1 passaggio decisivo:

Da sottolineare un aspetto tattico del Verona che è risultato significativo in queste prime 8 giornate, e stiamo parlando del modulo e della fase di non possesso legato ad esso. Il 3421 e il 3412 sono i due schieramenti più usati da Baroni quest’anno, ma è curioso il dato sui gol subiti relativi al minutaggio, circa 500’ giocati con il 3421 con 3 gol subiti, circa 200’ con il 3412, con 5 gol subiti, ma perché questo aspetto? I moduli all’apparenza sono molto simili, ma andando con il 3421 (modulo che userà Baroni quest’oggi) può permettersi di schierare in fase di non possesso la difesa a 5, forte di un centrocampo in cui Duda (partito trequartista) si può abbassare in quello che è il suo ruolo migliore, la mezz’ala a sinistra, così facendo lascia densità in mezzo al campo pur abbassando i quinti, ed infatti quando ha schierato in questo modo gli undici l’altezza del baricentro è stata di 43m circa:

Passando al 3412, la situazione cambia, il Verona è una squadra che tiene poco palla (45%), di conseguenza soffre tantissimo lo stare alti con il baricentro perché non avendo mai il controllo e non essendo mai padrone del campo nell’arco dei 90’ è impossibile non concedere occasioni. L’altezza del baricentro è determinata dal fatto che in questo caso partendo con 2 punte Baroni non può abbassare i due esterni, perché si troverebbe in questo modo troppo scoperto a centrocampo e allora tiene Faraoni e Lazovic come quinti, e il baricentro sui 51m:

Tra i giocatori più pericolosi nelle file gialloblù troviamo sicuramente il fantasista della squadra, Duda, può giocare nei 2 dietro la punta, a centrocampo al fianco di Folorunsho, o anche a sinistra da esterno, 1 gol e 1 assist per lui, ma soprattutto è il giocatore che crea maggiori pericoli alle difese avversarie, con 2 passaggi decisivi di media su 41 tocchi e una precisione dell’83%74% nella metà campo avversaria, inoltre è decisivo anche in fase di non possesso, per questo con lui nei 4 di centrocampo la squadra può permettersi di stare più bassa, 6.3 i recuperi di media, 0.3 i dribbling subiti, 55% i contrasti vinti, 61% a terra.

Tornando alla fase difensiva, punto di forza della squadra, non si può non citare Magnani, il difensore classe ‘95 è il braccetto a destra della squadra, è il difensore che gioca in posizione più avanzata, tocca infatti diversi palloni, circa 45 di media, avendo il compito di far partire l’azione sulla destra in uscita su Faraoni, 80% la precisione, 92% nella propria metà campo. Anche i numeri difensivi sono positivi, 3porte inviolate, 7.8 palle recuperate, 3.6 salvataggi e 0.4 dribbling subiti, con il 64% di contrasti vinti, 66% a terra e 60% di testa.

La partita del Verona sarà una partita d’attesa, come già ribadito il 3421 concede più copertura permettendo ai padroni di casa di stare più bassi con la difesa a 5, ed è per questo che il Napoli dovrà avere pazienza ed accettare di girare palla anche in orizzontale, e non cercando subito verticalità, rischiando di perderla contro una difesa che si è dimostrata solida con questo assetto subendo 1 gol ogni 160’, soprattutto poi non avendo il giocatore che più di tutti può dare verticalità, ovvero Victor Osimhen, che probabilmente sarà sostituito da Simeone, ex del match. Partita da dentro o fuori per il Napoli, per una classifica che vede gli azzurri già a 7 lunghezze dal primato, ma ancor di più per Garcia, chiamato probabilmente ad un esame già decisivo della sua gestione.