Termina 1-1 il match tra Udinese e Napoli alla Dacia Arena, risultato storico per i partenopei che dopo 33 anni di attesa riconquistano il tricolore, il terzo della propria storia, proprio contro l’Udinese, squadra con la quale arrivò la prima vittoria dell’era De Laurentiis nella massima serie. Ad aprire le marcature Lovric dopo appena 13 minuti, il pareggio porta la firma di Osimhen al minuto 52. 

Udinese Napoli, i numeri dei protagonisti

L’Udinese parte con il 352, nessuno stravolgimento in difesa con Bijol al centro, ai lati Becao e Perez, sugli esterni Ehizibue e Udogie, Walace sulla mediana con Lovric e Samardzic sulle mezz’ali, attacco a due con Pereyra e Nestorovski, out Beto. In fase di possesso Perez e Bijol accentrati con Becao largo a destra, Walace davanti la difesa, Lovric il centrocampista più avanzato, in avanti Pereyra e Nestorovski molto stretti con l’argentino abbassato a fare il trequartista. In fase difensiva la difesa passa a 5 con Udogie e Ehizibue a ripiegare, il centrocampo rimane a 3 e in attacco Nestorovski ripiega all’altezza della metà campo per aiutare in difesa dando fisicità alla squadra.

Il Napoli scende in campo con il 433, in difesa Olivera e Di Lorenzo sugli esterni, Kim e Rrahmani centrali, a centrocampo sorpresa Ndombele che parte dal primo minuto con Zielinski in panchina. In attacco tridente formato da Kvaratskhelia Osimhen e Elmas sulla destra preferito a Lozano. 

In fase offensiva Lobotka uomo più arretrato tra i due centrali, terzini all’altezza di Anguissa e Ndombele, Osimhen più isolato al centro con gli esterni molto larghi. In fase di non possesso difesa a 4, davanti Lobotka con Anguissa, Ndombele rimane più avanzato sul centro sinistra, Elmas si abbassa come quarto di centrocampo a destra, dall’altro lato Kvaratskhelia rimane alto insieme ad Osimhen.

 La partita è stata equilibrata, poche occasioni da una parte e dall’altra, 0.33 xG per i padroni di casa, 0.48 xG per il Napoli, pochi i rischi presi dalle due squadre,  con i partenopei consci del fatto che sarebbe bastato un pareggio per arrivare al risultato sperato, ed infatti così è stato in una partita però, probabilmente visto anche il clima sugli spalti, che ha presentato insidie emotive e nervose soprattutto per i giocatori dell’Udinese che hanno subito indirizzato il match sotto il piano fisico. Il Napoli comunque nonostante le poche conclusioni (7) e le scarse occasioni create ha sempre avuto dalla sua il pallino del gioco, 65% il possesso palla, 586 passaggi, 515 riusciti (88%), il che ha comunque contribuito a rallentare in alcune fasi la partita mettendo in difficoltà gli avversari che amano giocare su un ritmo importante soprattutto in ripartenza con Udogie e Ehizibue. Una delle scelte tattiche per contrastare la fisicità bianconera è stata quella di preferire Ndombele a Zielinski, il francese però non ha rispettato le aspettative e ha sbagliato troppo in uscita palla al piede, 39 i tocchi, 81% di precisione, 0 passaggi chiave, nessuna conclusione, appena 1 contrasto vinto a fronte di 10 possessi persi. Uno dei motivi della sofferenza azzurra in transizione in mezzo al campo è stato proprio lo scarso apporto di Ndombele e Anguissa, che mai come questa volta erano chiamati a colmare il gap fisico avendo di fronte un duello importante come quello con Samardzic e Lovric, tra i giocatori più pericolosi di Sottil, anche il camerunese ha faticato e spesso è stato costretto a rincorrere Lovric in ripartenza, per lui 4 contrasti vinti (su 10) e 12 possessi persi. 

Chiave del match almeno nel primo tempo è stata proprio la costruzione sul centro sinistra, Lovric e Udogie hanno creato non pochi problemi agli avversari da quel lato, tanti i duelli vinti da Udogie (7 su 11), 3 dribbling riusciti, 1 assist e 50 tocchi (87% di precisione). Per Lovric 41 tocchi (76% di precisione), 2 passaggi chiave, 4 contrasti vinti e la rete del momentaneo vantaggio. Ed è proprio per questo che sulla destra Spalletti ha scelto Elmas e non Lozano, il macedone nonostante si stia dimostrando sempre di più un grande giocatore negli ultimi 20 metri riesce a contribuire anche dal punto di vista difensivo, nascendo da mezz’ala nel centrocampo a 3, ed infatti in fase difensiva Ndombele rimane alto in pressing e Elmas scala andando al fianco di Anguissa proprio per creare densità in quella zona. 62 i palloni toccati, 82% di precisione, 4 passaggi chiave, 3 cross riusciti, 3 contrasti vinti.

Uno dei motivi inoltre della manovra lenta e talvolta prevedibile della squadra di Spalletti è stato il duello voluto da Sottil tra le due punte, in particolare Nestorovski, e Lobotka, lo slovacco nonostante i 71 tocchi e il 91% di precisione non è mai stato incisivo e gran parte delle volte è stato costretto a tornare indietro da Kim o Rrahmani (che infatti hanno chiuso con 193 tocchi complessivi con oltre il 90% di precisione) o allargare per i terzini, 0 passaggi chiave, 1 palla lunga riuscita. Proprio Nestorovski che è stato poco incisivo in avanti, è stato importante per creare densità in mezzo al campo, come si nota anche dalla sua heatmap, con la sua fisicità, i numeri lo testimoniano, 34 tocchi, 77% di precisione, 7 contrasti vinti, 3 duelli aerei vinti e ben 5 falli, a testimonianza del sacrificio in ripiego.

Napoli Udinese, man of the match 

Il migliore in campo non può non essere colui che ha segnato il gol più significativo degli ultimi 33 anni di storia della squadra partenopea, il capocannoniere della serie A Victor Osimhen. Il nigeriano sin da subito è entrato nel match con un atteggiamento aggressivo aggredendo costantemente Perez che infatti è andato in difficoltà chiudendo da peggiore in campo la partita, la sua velocità e lo strapotere fisico hanno dato alternative offensive vista la difesa schierata a 5 di Sottil. Per il numero 9 del Napoli 2 conclusioni, 1 gol, 21 tocchi, 1 passaggio chiave, 3 recuperi, 3 falli subiti.