Sono trascorsi 30 anni e la città di Napoli, e il mondo intero, lo ricorda ancora come se non se ne fosse mai andato. Era il 4 giugno 1994, quando il suo cuore ha smesso di battere. Poco dopo il saluto alla troupe de Il Postino, la sua ultima grande interpretazione.

Il debutto nel cinema e le opere principali

Troisi ha iniziato la sua carriera nel cabaret con il gruppo "I Saraceni," che successivamente divenne "La Smorfia," con Enzo Decaro e Lello Arena. Questo trio ha conquistato il pubblico con sketch comici che riflettevano la cultura e la società napoletana che, durante tutto il suo percorso, è stata al centro di ogni opera. Il debutto cinematografico di Troisi è avvenuto nel 1981 con il film "Ricomincio da tre" che ha anche diretto. Il film, un enorme successo sia di critica che di pubblico, racconta la storia di Gaetano, un giovane napoletano che cerca di trovare una nuova vita a Firenze. La sua interpretazione autentica e il suo approccio alla regia hanno segnato una nuova era nel cinema italiano. Altri film importanti sono:

  • "Scusate il ritardo" (1983): Una commedia che esplora le difficoltà delle relazioni sentimentali.
  • "Non ci resta che piangere" (1984): Una commedia storica surreale, co-diretta con Roberto Benigni, in cui i due protagonisti si trovano catapultati nel passato.
  • "Il postino" (1994): Questo film è forse il più noto a livello internazionale. Troisi ha interpretato il ruolo di Mario Ruoppolo, un postino che sviluppa una profonda amicizia con il poeta Pablo Neruda, interpretato da Philippe Noiret. Il film, che è stato completato pochi giorni prima della sua morte, ha ricevuto numerosi riconoscimenti, inclusa una candidatura postuma all'Oscar per Troisi

"Me metto scuorno" - sono le parole dell'adolescente Massimo che, al momento del suo debutto a sorpresa nel teatrino parrocchiale di Sant'Anna, pronunciò agli amici. "Dovettero minacciare di non salutarlo più, lo portarono quasi in braccio, tra quei suoi riccioli neri" - sono le parole del fratello Gigi, ricordando quei momenti. E chi l'avrebbe mai detto che proprio da lì, sarebbe partita una carriera destinata ad essere ricordata per sempre.
Ancora Gigi, racconta il percorso scolastico di Massimo: "Era un ciuccio, frequentava l'Istituto geometra di Torre del Greco. I professori dicevano che però era dotato di un'intelligenza ed una simpatia che lo contraddistingueva da chiunque altro." Però mantenne la promessa fatta al padre Alfredo (capotreno delle ferrovie dello stato), e si prese "Chillu piezz e' carta". Ma ormai il suo destino era avviato verso il mondo della commedia dell’arte, come ne Il viaggio di Capitan Fracassa (film del ‘90, diretto da Ettore Scola) , dove entrò senza alcuna conoscenza e tanto meno per eredità familiari.

«Abbiamo ritrovato un documento autografo del 1974 in cui Massimo scriveva all’allora sindaco di San Giorgio a Cremano chiedendo la possibilità di aprire una sala dedicata ai giovani per le loro attività ricreative … e così, cinquant’anni dopo anche quel suo sogno lo abbiamo realizzato e messo a disposizione dei ragazzi della nostra città» spiega Maria Falbo, vicepresidente della onlus omonima presieduta da Gigi Troisi, fratello dell’attore e regista. Nella "Sala Massimino" si terranno incontri letterali e musicali, in cui il ricordo di Troisi vive quotidianamente. «‘Ossaje comme fa ‘o core, je no, je no quanno s’è sbagliato...» una delle poesie scritte da Massimo Troisi insieme all'amico fraterno Pino Daniele, durante una delle serate passate insieme sul divano di casa sua, insieme ad altri pilastri come Cocciante, Verdone, Arbore. Serate che si concludevano sempre con una spaghettata e una chitarra per cantare tutti insieme. Inoltre ha ricevuto numerosi premi e riconoscimenti durante la sua carriera, tra cui diversi David di Donatello, Nastri d'Argento e un premio speciale al Festival di Venezia. La sua eredità è celebrata attraverso festival, retrospettive e studi accademici dedicati alla sua opera.

Se Napoli è quello che è oggi, è soprattutto grazie ad artisti di questo stampo, persone rimaste nella loro semplicità e che hanno fatto di una passione un lavoro, riuscendo ad entrare nei cuori di tutto il mondo. L'arte napoletana ha preso diverse forme, a partire da quella cinematografica a concludere con quella musicale. Proprio riguardo quest'ultima, ricordiamo la collaborazione che Troisi intraprese con l'amico Pino Daniele, per la canzone "Quando", composta nel 1991 pensata per fare da colonna sonora al film “Pensavo fosse amore… invece era un calesse” di Massimo Troisi.

E' difficile pensare, dopo 30 anni, che Massimo Troisi sia davvero andato via. Tutta Napoli ogni giorno, continua a sentirlo vivo nella sua eterna giovinezza, nelle sue poesie con cui riusciva a parlare con una tale semplicità, anche dei problemi più seri. Tra le più celebri ricordiamo: “A Napoli c'è gente che con l'acquedotto invece di bere ci mangia" ; "Diamo sempre la colpa alla fame. Lamenti, vigliaccherie, delitti... di chi è la colpa? Della fame. Sarebbe vero se chi non c'ha fame si comportasse bene, ma non mi sembra.” ; E quando gli chiesero ragione del fatto che Totò, in vita, non fu certo esaltato da tutta la critica, lui rispose: “Non è sicuro che ogni attore dopo la morte viene ricordato: ma è più che sicuro che un critico, dopo morto, viene dimenticato”. Napoli è la loro, di Massimo, di Pino, Totò...e di chi, come loro, ha portato la loro città in cima al mondo.