Gianfranco Teotino, giornalista, ha espresso il suo pensiero sulla vicenda Acerbi Juan Jesus a Sky. Ha infatti dichiarato: “Vicenda che lascia molta amarezza per l’epilogo e per come si è arrivati a questo epilogo. La sentenza in sé in punta di diritto ha un suo senso e una sua logica giurisprudenziale. Resta la sensazione che nel calcio italiano il razzismo non sia combattuto con determinazione che sarebbe necessario. L’assoluzione per mancanza di prova lascia molti interrogativi irrisoluti. La motivazioni mi pare molto lacunosa in varie parte e soprattutto rovescia quelli che sono stati i principi fin qui seguiti dalla giustizia sportiva. 

Ricordiamo il caso quasi identico in cui un giocatore del Padova squalificato sulla base della sola testimonianza della vittima. Leggo testualmente: “Il fatto contestato può essere ritenuto provato anche se il quadro probatorio può essere formato dalle sole dichiarazioni della persona offesa[…]”. Non so quale sia la sentenza più giusta, vorrei sapere però quando è stata determinata la svolta per cui l’accusa deve essere provata oltre ogni ragionevole dubbio. Perché finora non è stato cosi.

Anche l’inchiesta è stata eseguita in maniera un po’ raffazzonata, troppo frettolosamente. Non sappiamo chi oltre ai due giocatori e all’arbitro abbia parlato con la procura. Se siano stati sentiti i giocatori che erano in campo. Alcuni sono stati protagonisti, hanno parlato con i diretti interessati. Barella, Di Marco… mi piacerebbe sapere se sono stati interpellati e che testimonianza hanno reso. Nella sentenza non si parla delle scuse di Acerbi in campo. Ne ha parlato Juan Jesus dopo la partita, dicendo anche con grande educazione che lui accettava queste scuse e riteneva chiusa la vicenda. Salvo poi il giorno dopo, Acerbi, nella famosa intervista rilasciata alla Stazione centrale di Milano, negare gli insulti razzisti. Questo poi ha scatenato l’ira di Juan Jesus. Mi piacerebbe sapere se nell’interrogatorio Acerbi abbia spiegato di cosa si sia scusato in campo. Questo è un passaggio che rende  lacunosa la decisione del giudice sportivo.

Il Napoli lo capisco, difende un giocatore che tra l’altro ha giocato anche nell’Inter. Ritenuto un professionista esemplare e un ragazzo serio ed educato. Il Napoli ha fatto benissimo a prendere le difese del suo tesserato. La parte dell’Inter è più complicata. Dall’Inter mi sarei aspettato di più di un silenzio imbarazzato. Pur non prendendo le distanze, mi sarei aspettato una nuova serie di prese di posizioni e di iniziative che sono state patrimonio dell’Inter, club sempre in prima fila nella battaglia contro il razzismo. È un po’ deludente comprendendo la delicatezza del caso.

La Federcalcio ha fatto un comunicato ambiguo per giustificare la mancata partecipazione di Acerbi alla tournee americana e poi è stato lasciato l’incarico a Spalletti di spiegare l’allontanamento. Mi sarei aspettato una presa di posizione meno incerta e non che avessero lasciato tutto sulle spalle di Spalletti. Sappiamo che Gravina ha facoltà di impugnare la sentenza laddove essa fosse “inadeguata e illegittima”. La si può ritenere inadeguata perché c’è una carenza di motivazioni ed è a mio avviso impugnabile”.