La citazione che presta il titolo a quest’articolo era in ballottaggio con un’altra, ma alla fine è stata scelta per la sua popolarità oltre per il suo calzare a pennello con ciò che verrà trattato.

Infatti, non ce ne voglia il buon Luciano, ma la sua ormai nota metafora del condominio atta a rappresentare la lotta per il titolo è decisamente meno evocativa rispetto a quella di immaginare Spalletti, Inzaghi, Pioli ed Allegri come novelli Lannister, Targaryen o Stark, in lotta per il leggendario Trono di Spade. Lasciamo alla fantasia del lettore decidere chi debba interpretare chi.

Sempre seguendo il fil rouge scelto, non ci si può esimere dal commentare ciò che viene definito da molti addetti ai lavori come lo spauracchio maggiore per Spalletti: l’Inverno.

L'inverno: realtà o speranza delle rivali?

Già, perché se è vero che l'ormai nota osservazione (speranza?) sui danni che la sosta mondiale può provocare al rendimento del Napoli non può poggiare su basi solide poiché essa rappresenta un caso unico nelle stagioni calcistiche, per lo stesso motivo nemmeno contro-tesi atte a smontarla possono risultare convincenti: insomma Qatar 2022 è un buco nero che potremo decifrare solo una volta che ne saremo dentro. Diverso è il discorso che concerne l’altro luogo comune associato all’allenatore del Napoli: ovvero il crollo delle sue squadre durante l’Inverno.

https://twitter.com/fra__nce__sco/status/1452926484365074441

Circa un anno fa, aveva raccolto, per curiosità, alcuni dati volti appunto a smentire questo assunto che ormai pare quasi ideologico. In estrema sintesi, ciò che veniva evidenziato è che il crollo invernale, nelle squadre di Spalletti, dal punto di vista statistico NON – e mettiamoci il maiuscolo – esiste.

Perché il crollo invernale di Spalletti NON ESISTE

Andando a guardare tutte le stagioni di serie A con 20 squadre fatte da Spalletti, prima di arrivare al Napoli, soltanto in 3 occasioni è arrivato il famigerato crollo ed è stato nell’Udinese del 2004-2005 (calo del 30% nella media punti) e nelle due stagioni interiste, con la sorpresa che il dato peggiore è rappresentato proprio dalla stagione con i friulani, che si può però derubricare ad anomalia, allo stesso modo, ma con esito opposto, del caso della Roma 2005-2006 quando invece Spalletti fece molto bene (ci ritorniamo su questo dato).

Restano quindi le due stagioni in nerazzurro. Due stagioni su una dozzina circa nella carriera italiana in A a 20 squadre di Spalletti. Già questo potrebbe bastare a smontare la tesi, ma andando a guardarle un po’ in dettaglio scopriamo anche una possibile spiegazione che è fornita dalla coincidenza che quelle due annate sono state le uniche in cui la sosta invernale è arrivata tardissimo, ovvero il 29 dicembre nella stagione 2017-18 e addirittura il 6 gennaio nella stagione 2018-19.

Possibile, quindi, che il protrarsi oltre ogni consuetudine di quella prima parte di campionato abbia influito sulla preparazione atletica delle sue squadre. Tanto è vero che in tutti gli altri casi, in cui la pausa invernale è arrivata intorno a metà dicembre, questo crollo non è affatto avvenuto. Al massimo c’è stata una lieve deflessione (in alcune annate anche una lieve ripresa), esattamente come in altri periodi avviene a tutte le squadre e a tutti gli allenatori.

Spalletti e l'inverno napoletano

A ulteriore conferma di ciò, scriviamo i dati proprio del Napoli dell’anno scorso: se escludiamo i mesi invernali di Gennaio e Febbraio, il Napoli di Spalletti totalizzò una media punti di 2.03 a partita.

Tra Gennaio e Febbraio invece, i mesi dell’ipotetico crollo, tra l’altro mesi in cui il Napoli ha avuto una squadra molto rimaneggiata da infortuni e Coppa d’Africa e con la quale ha comunque affrontato impegni gravosi (due su tutti Juventus-Napoli allo Stadium terminato 1-1 e Lazio-Napoli 1-2 con il gran gol di Fabian allo scadere) ha ottenuto 18 punti in 8 partite, ovvero una media di 2.25 a partita, addirittura superiore a quella degli altri mesi.

Questi numeri dovrebbero già essere sufficienti per smentire la tesi di coloro che da oggi potremmo chiamare i crollazionisti.

Ma se ciò non bastasse, c’è un altro dato che potrebbe dare la Spall(ett)ata finale: avete presente la striscia di 10 vittorie attualmente conseguita dal Napoli? Bene. E avete sentito dagli addetti  ai lavori che questo filotto non è una novità assoluta ma che già l’aveva ottenuto in una precedente esperienza con la Roma?

Ebbene: quella striscia romanista corrisponde proprio a quella menzionata poche righe prima, ovvero avvenne… durante il Gennaio ed il Febbraio 2006! Con tanto di firma finale con la vittoria nel derby con reti di Taddei e Aquilani.

Mettendo insieme tutti questi dati e, aggiungendo che, vista la classifica attuale, una buona performance del Napoli in Inverno potrebbe addirittura ipotecare il discorso scudetto, possiamo trovare la chiusura dell’articolo e concedere l’onore delle armi (Spade, naturalmente) anche all’altra citazione, scartata nel ballottaggio iniziale come lancio di questo articolo, che è un estratto di una poesia di Albert Camus.

Nel bel mezzo dell’Inverno trovai in me un’invincibile Estate

Invincibile Estate, Albert Camus

Chi lo sa, magari anche per Spalletti, che con Camus condivide un pensiero filosofico che rifiuta il pessimismo, potrebbe essere così.


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