Luciano Spalletti, ex tecnico del Napoli, ha rilasciato una lunga intervista a Sport Week, approfondimento del sabato della Gazzetta dello Sport. Tanti gli argomenti trattati dall'attuale CT dell'Italia. "Di Lorenzo il mio migliore amico nel mondo del calcio? Confermo tutto. Voglio molto bene a Giovanni e in assoluto devo dire che il gruppo che si era creato a Napoli è stato determinante per il successo. I ragazzi sono stati sempre estremamente collaborativi, ognuno pensava a sé e ai propri compagni di squadra".

Anche in Nazionale per Lei bisogna stringere un legame forte con gli azzurri "Io penso che ci sia un calcio fisico, un calcio tecnico ed un calcio relazionale. Quest'ultimo è quello che fa venir meglio quello fisico e quello tecnico. Se si diventa una squadra, oltre che undici buoni giocatori, migliora il gioco e si raggiungono dei risultati. E' quello che voglio fare con la Nazionale".

A proposito del Napoli "Eh, Napoli...Il legame tra me e il popolo napoletano è strettissimo ed è l'aspetto a cui tengo di più. Ora che ho ricevuto la cittadinanza onoraria sono un official scugnizzo e posso dire che Napoli è casa mia: nessun comune mortale merita quello che mi è stato trasferito qui. La mia gratitudine sarà infinita. Con Mazzarri il Napoli potrà tornare grande”.

Allora perché lasciare? "E' dispiaciuto anche a me, ma volevo preservare la bellezza che avevo nel cuore e non rimetterla subito in discussione perché è una roba che nessuno può sentire se non la prova direttamente come l'ho provata io".

Rimpianti? "Non ci si gira indietro, non si può andare a cambiare quello che è stato, è una perdita di tempo. Bisogna andare avanti. I rapaci guardano sempre di fronte a loro e poi vanno ancora più a fondo, mettono a fuoco e, pam!, catturano la loro prossima preda".