Il crollo della vela celeste di Scampia rappresenta l’ennesima ferita aperta nel corpo martoriato della nostra città, un simbolo eloquente del disinteresse delle istituzioni verso i cittadini. Questo evento tragico, purtroppo prevedibile, svela l’inadeguatezza e la negligenza delle autorità locali e nazionali nel garantire la sicurezza e il benessere delle famiglie che abitano in quelle strutture.

Le vele di Scampia sono da decenni il paradigma dell’abbandono e della marginalizzazione sociale. Costruite con l’intento di creare un moderno complesso residenziale, sono presto diventate un simbolo di degrado urbano e di criminalità, a causa della mancanza di una pianificazione adeguata e di un’assistenza costante. Le istituzioni hanno voltato le spalle a queste strutture e, più grave ancora, alle persone che le abitano. Si è preferito ignorare l’urgenza di interventi di manutenzione, nonostante le continue segnalazioni e gli appelli dei residenti e delle associazioni locali.

Il crollo della vela celeste non è un incidente isolato, ma il risultato di una serie di omissioni sistematiche e di una gestione scellerata delle risorse pubbliche. Dove sono finiti i fondi destinati alla riqualificazione? Come è possibile che si sia permesso che edifici abitati da centinaia di famiglie si trovassero in condizioni così precarie? Questi interrogativi restano senza risposta, e intanto i cittadini pagano il prezzo più alto: la propria sicurezza e dignità.

foto riportata dal sito www.fanpage.it

È imperativo chiedere conto a chi di dovere. Le autorità devono rispondere della loro incompetenza e della loro indifferenza verso una situazione che, se affrontata tempestivamente, avrebbe potuto evitare tragedie come questa. È tempo di agire con decisione per garantire che simili eventi non si ripetano.

Non possiamo più permetterci di essere spettatori passivi. Le comunità locali devono unirsi, fare sentire la propria voce e pretendere cambiamenti concreti e immediati.

Le Vele, purtroppo, simbolo di degrado e criminalità, sono state per decenni centro di spaccio e zona controllata dalla camorra, con migliaia di residenti in condizioni misere. Negli ultimi due decenni, però, molte associazioni hanno cercato di riqualificare il quartiere. Ciro Corona, fondatore del centro (R)esistenza Anticamorra, critica la gestione comunale degli spazi pubblici, lamentando la mancanza di servizi e opportunità lavorative. Corona sostiene che, per evitare il ritorno della camorra, è necessario incentivare l’imprenditoria giovanile e creare alternative occupazionali.

Le cause del crollo sono ancora ignote. Alcuni testimoni parlano di una folla sul ballatoio per assistere a una lite, mentre altri menzionano i recenti lavori di riqualificazione dell’area. Tuttavia, nessuna ipotesi è stata confermata dalle indagini. Il sindaco Gaetano Manfredi ha escluso un legame tra i lavori e il crollo, mentre un tecnico ha attribuito il disastro alle pessime condizioni di manutenzione delle passerelle.

Solo con una mobilitazione collettiva e una pressione costante possiamo sperare di vedere un futuro in cui le nostre città siano luoghi sicuri e dignitosi per tutti. Le vele di Scampia devono diventare un monito per le istituzioni: il tempo dell’indifferenza è finito. È ora di agire, ascoltare. Di ricostruire attraverso la serietà delle istituzioni. Quelle vere, che ad oggi, purtroppo, navigano ancora nelle torbide acque del compromesso.