Nonostante i media nazionali siano impegnati a spiegare che per l'ex Tottenham i partenopei siano solo un ripiego, la realtà dice che, in questo momento, nessuno ha più potere economico da sprigionare sul mercato di Aurelio De Laurentiis. Ma il club partenopeo non ha ancora sciolto le riserve sul salentino. Una cosa però è certa: se il Napoli volesse davvero Antonio Conte, lo prenderebbe.

La situazione economica del Napoli

Nonostante un fatturato più basso, il Napoli sta messo meglio delle altre. Il Milan ha più liquidità di Juventus e Inter, ma tutti e tre i club hanno risorse inferiori rispetto agli azzurri. De Laurentiis ha molte cartucce da sparare: 150 milioni di riserva di utile e l'assegno circolare frutto della cessione di Victor Osimhen che, se venduto a prezzo di clausola, porterebbe una plusvalenza record da oltre 100 milioni, considerato anche il cartellino quasi interamente ammortizzato. A questo bottino, andrà aggiunta anche qualche altra cessione che il club non rinuncerà a realizzare qualora arrivassero offerte allettanti. Altra cosa certa, infatti, è che non esistono incedibili.

I soldi, però, non sono garanzia di successo, anzi. Occorre spenderli bene, non il più possibile. Ragionamento che vale per il Napoli ancor più degli altri visto che ha costruito il suo status e i suoi successi su decisioni che non sempre hanno incontrato il favore del volere comune.

I dubbi di Aurelio De Laurentiis su Antonio Conte

A dispetto del racconto di questi giorni, sono gli azzurri a dover prendere una decisione definitiva sulla delicatissima questione di affidare il prossimo ciclo sportivo al tecnico leccese. L'ultimo contatto reale tra le parti, verosimilmente, risale a ottobre scorso, dopo la sconfitta in casa con la Fiorentina.

Immagino il primo e ultimo approccio di De Laurentiis ad Antonio Conte: una conversazione tra amici, più che una vera e propria trattativa. Una richiesta di aiuto, improvvisata, istintiva, non del tutto ragionata. Le prospettive a suo tempo erano assai complicate, con una stagione ancora in ballo e un ammutinamento dolce ad aggravare ancor di più le scelte di un'estate complicatissima e letta con colpevole ritardo dal club.

Ma l'annata volge al termine e le speranze di raddrizzarla si riducono partita dopo partita. Anche se la matematica non esclude il quinto posto, il club non attenderà il piazzamento definitivo per riprogrammare il nuovo corso: di mancata Champions non si muore (lo scrivevamo qui, il 4 gennaio scorso alla vigilia del mercato invernale).

Sono giorni di riflessioni intense. Sul tavolo c'è - anche e non solo - Antonio Conte, che per De Laurentiis incarna da sempre il prototipo ideale di tecnico. Ma, al contempo, il Presidente non è certo che i suoi gusti personali coincidano con le reali esigenze del Napoli in questa precisa fase storica. Qualcosa gli dice che questa volta non deve farsi sopraffare dalla vanità e dalla voglia di riscattare una stagione disgraziata, ma scavare più a fondo.

Il trappolone Conte è sempre dietro l'angolo

"Conte, oltre che un discreto vincente, si è dimostrato soprattutto una bomba a orologeria. Un ordigno pronto a farsi brillare alla prima difficoltà. Lo ha fatto alla Juventus, all’Inter e al Tottenham. Società che, a differenza del Napoli, hanno spalle politicamente forti da resistere ai suoi veri e propri attentati mediatici.

Se partendo dallo status di inadeguato Sarri è riuscito a gettare le basi della dottrina asedicista, Conte ha il potenziale per fondare un vero e proprio partito di governo. Non gli serve altro che reimpastare il programma lasciato in eredità dall’ex comandante e sciorinare massime con voce rauca in conferenza stampa. Un paio di bombette ben assestate e il giocattolo Napoli rischia di fare una brutta fine.

Inoltre, non va dimenticato che il pedigree europeo dell’ex Ct della Nazionale non brilla particolarmente; lo scorso anno, con il Tottenham, è stato eliminato agli ottavi dal Milan, e i suoi migliori piazzamenti restano una finale e una semifinale di Europa League perse rispettivamente con Inter e Juventus. Non proprio il massimo.

Resta fuori dubbio che, in questo momento, l’eventuale annuncio di Conte nuovo allenatore del Napoli sarebbe uno shock fortissimo. Una sferzata di ottimismo per una piazza depressa più di quanto sia stata capace di eccitarsi per lo scudetto. Ma è anche vero che un club deve sapere cosa può permettersi e cosa non può permettersi. E, soprattutto, non ripetere gli stessi errori. Come quello commesso quando si è scelto Carlo Ancelotti.

Dal divorzio, il Napoli ne uscì anche bene mediaticamente. Sul tecnico caddero tutte le colpe e lui non fece nulla per difendersi, anzi. Ma con Conte questa strada non sarebbe percorribile perché è disposto a tutto pur di salvaguardare la propria immagine. Inoltre, ha la capacità di fiutare il pericolo prima che si manifesti e l’abilità di sferrare il primo attacco. Insomma, Aurelio: ma te la senti davvero?"

Il Napoli deve stabilire se quello con Conte sia il matrimonio ideale o se sia meglio continuare a godersi un amore platonico. Al momento, questo processo decisionale non è ancora terminato ed è l'unico motivo per cui l'ex CT della Nazionale non è il titolare della panchina azzurra.

Il Napoli non sta rincorrendo Antonio Conte

I media sportivi sono impegnati in una narrazione a tema unico: De Laurentiis in forte pressing su Conte che tentenna. Il presidente non farebbe follie per il salentino. Sicuramente è interessato ed è consapevole che sia un nome capace di spazzare via un bel po' di pressione ambientale - almeno nell'immediato - in modo da consentirgli di dedicare tutte le energie a questioni politiche ed economiche più consone al suo ruolo, come stadio e centro sportivo.

L'idea, dunque, è quella di giocare con il tempo. Cogliere l'occasione al momento giusto. Quando, magari, le pretese economiche della controparte saranno più morbide. De Laurentiis non vuole ritrovarsi schiavo di un contratto lungo e fuori da ogni logica economica societaria creata a mo’ di disperazione e un allenatore bravissimo quando le cose vanno bene e velenoso quando i risultati stentano ad arrivare.

Insomma, se Conte si farà sarà solo alle condizioni del Napoli. Non viceversa.

https://www.youtube.com/watch?v=OvIc30p_yPE&t=2044s
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