Riprendono le notti magiche al Maradona. Anche questa sera, ho vissuto da emigrante la mia Napoli lontano da Napoli e dalla tribuna di casa continuo a rivivere ad occhi aperti il trionfo dei miei amati diletti. Si, perché il Napoli, dopo la pausa di venerdì scorso contro la Lazio, torna a legittimare il campionato con la sua meravigliosa impresa, dritta per il raggiungimento del suo principale obiettivo. Vuole chiudere i conti, il prima possibile per continuare a stupire, prima del 4 giugno quando formalmente verrà decretata la vincitrice del titolo di Campione d’Italia.

2 a 0 Il risultato finale, e manco a dirlo protagonista della serata Khvicha Kvaratskhelia. Questa volta a farne le spese è l’Atalanta di Gian Piero Gasperini.

Gli automatismi, la disinvoltura, la determinazione e la voglia nel far risultato tornano a caratterizzare i parametri costruttivi degli uomini di Luciano Spalletti, sempre in simbiosi in ogni reparto, dove il movimento di uno detta la mossa vincente dell’altro, per lo scacco matto finale. Al contempo un’ammirevole Atalanta, chiamata a risolvere in fretta il momento complicato di campionato e non perdere il treno dei primi quattro posti che significherebbero il ritorno in Champions League.

Anche oggi mister Spalletti decide per i soliti quattro in difesa, Di Lorenzo, Kim, Rrahmani e Olivera, a centrocampo Anguissa, Lobotka, Zielinski e, nella parte offensiva pronti a gonfiare la rete  Osimhen, Kvara e Politano.

Ancora assente di turno Mario Rui, che sconta la seconda ed ultima giornata di squalifica ottenuta nel match contro l’Empoli. Novità della serata, la presenza ed esordio in campionato di Gollini al posto di Meret, per difendere la rete. Il titolare estremo azzurro ha riportato un problema al polso durante il riscaldamento.

Per l’Atalanta invece, Gasperini opta per il 3-4-1-2 con Toloi, Djimsiti e Demiral davantri all’estremo difensore Musso, il centrocampo è affidato a Ruggeri, De Roon, Ederson e Maehle,  mentre Lookman, Hojlund e Zapata, rientrato dopo un risentimento muscolare, scelti per rovinare la festa.

Una sfida che vanta dei due giocatori con la miglior media gol in serie A: Osimhen e Lookman, rispettivamente con un centro ogni 93’ e uno ogni 127’.

Fischio di inizio… si parte.

Il Napoli comincia subito determinato, con pressing alto, soprattutto nella fase di non possesso. Primo squillo di tromba con Politano che al 6’ testa i guanti di Musso con un tiro da fuori area che, di rimbalzo, devia in calcio d’angolo.

La partita si rivela tendenzialmente equilibrata, con maggiori spunti e occasioni degli azzurri, confermando la prevalenza sul terreno di gioco. Molto bene Kvaratskhelia, a tratti determinante anche nella fase di ripiego.

Subito un cambio per i neroazzurri, che devono rinunciare a Djimsiti, sostituito da Demiral per un problema fisico. Da evidenziare, invece, un cartellino giallo rimediato da Osimhen per un fallo commesso su Ederson.

Nella ripresa si conferma il predominio per il Napoli. Osimhen, prima in plateale rovesciata e poi di destro ravvicinato, richiama all’attenzione Musso.

Al 52esimo gli azzurri vanno vicino al gol con un tiro di Kvara che va oltre la traversa.

Ma il boato del Maradona non tarda a venire. Al 60’ sempre il georgiano mette a sedere i tre difensori neroazzurri e con una esecuzione praticamente perfetta manda la palla alle spalle di Musso. 1 a 0 per il Napoli e palla al centro.

Il Napoli domina lucidamente la partita, una squadra confermata nelle idee, sicurezza e determinazione, nonostante qualche spunto atalantino neutralizzato da Gollini.

Al 77esimo si risente l’urlo del Maradona! Questa volta gran merito a Rrahmani che di testa raccoglie un assist di Elmas realizzando il 2 a 0.

Ora è musica per le mie orecchie; il sottofondo dei 50mila rendono dolce e soave l’egemonia degli 11 presenti in campo che, nonostante il doppio vantaggio, continuano a deliziare i propri sostenitori.

Finisce 2 a 0 e, seppur momentanei, tornano ad essere 18 i punti di vantaggio dalla seconda classificata, una distanza abissale che non rievoca precedenti nei trascorsi storici del campionato di serie A.

Anche stasera cori, sventolii di bandiere ed inni fanno del Maradona una lucente cornice azzurra, con al suo interno un quadro magnificamente dipinto da 11 artisti, che lascia incantati ogni suo ammiratore. L’arte è qualcosa che si acquisisce nel tempo ed è frutto di una naturale attitudine che emerge quando il protagonista la rende visibile. Ed il Napoli, oggi, ha prodotto l’ennesima un’opera d’arte, apprezzata per la sua totale bellezza e forma emotiva.