Juventus penalizzata di 15 punti. La Corte d'Appello della Figc ha accolto l'istanza della Procura che aveva chiesto la riapertura del processo sulle plusvalenze. Una sanzione maggiore rispetto a quella richiesta dal procuratore Chiné, che aveva chiesto 9 punti di penalizzazione. Dure anche le sanzioni ai dirigenti: 2 anni e mezzo di inibizione per Paratici, 2 anni ad Agnelli e Arrivabene, 1 anno e 4 mesi a Cherubini, 8 mesi a Nedved.

L'impotenza della Figc


In attesa degli altri processi e dei ricorsi che la macchina legale della Juventus attuerà, abbiamo già una notizia certa: la Figc aveva chiuso troppo in fretta la vicenda plusvalenze, dimostrando un'incapacità decisionale derivata da un sistema di subordinazione più che di controllo. Un'impotenza volontaria e forzata allo stesso tempo. Che valenza può avere un organo di controllo se non ha mezzi e possibilità per vigilare sulla correttezza delle competizioni che di fatto amministra?

Quando le sentenze dei vari processi saranno definitive, occorre risolvere anche la questione governance del calcio italiano. Che non ha più ragione di esistere. Se non fosse stato per la giustizia ordinaria staremmo ancora a parlare di valori soggettivi e di Transfermarkt come giustificazione a un palese sistema di alterazione di bilancio.

Gli scemi per non andare in guerra

La scorsa primavera alle sessanta e passa plusvalenze della Juventus, veniva contrapposto il caso Osimhen. Segno del fatto che il problema reale non fosse stato colto. In questa storia ci hanno perso tutti in termini di credibilità: Juventus, Serie A, media nazionali.

La grandezza dei caratteri che saranno utilizzati nelle prime pagine di domani saranno direttamente proporzionali all'incapacità di onorare una professione che nasce per essere custode della verità. Invece si è preferito fare gli scemi per non andare in guerra. Quella di stasera è una sentenza che uccide tutti.

Alla sete di giustizia - che ricordiamo non essere ancora compiuta - si contrappone la rabbia per il tempo perso. Per campionati falsati da equilibri che non avevo ragione di esistere. Non si faccia l'errore di credere che certi scandali minino l'appeal del nostro campionato ai mercati dei diritti tv. Chi è nel calcio certe cose le sa. Non ha bisogno di sentenze. Gli scandali trovano il loro lato positivo quando sono definitivi e fanno tabula rasa.

Dopo le sentenze, per ripartire occorre azzerare. Non un solo uomo di chi ha governato questi anni deve restare al potere per non dare continuità al conflitto di interessi che tiene in piedi il sistema da troppo tempo. Tutto deve essere nuovo. A partire dalla scelta degli sponsor della Figc. Per fare un esempio banale.