Nei suoi diciannove anni di storia il Napoli di De Laurentiis ha avuto otto allenatori. Ognuno ha lasciato il segno, ma ci sono mister che hanno inciso più di altri e tra questi non può che essere ricordato Edy Reja che ha preso il Napoli in C e l’ha portato in Europa per la prima volta nella gestione De Laurentiis. Il tecnico friulano ha rilasciato un’intervista al Corriere dello Sport, eccone gli stralci più interessanti.

Come si possono racchiudere le cinque stagioni di Reja a Napoli?

“Con un termine: indimenticabili. Dal punto di vista calcistico fu un trionfo: chiamarsi Napoli non bastava per garantirsi il successo ed infatti dopo la sconfitta nella finale playoff con l’Avellino pensai di dimettermi per il dolore che provai però Marino addolcì l’atmosfera e ripartimmo insieme”.

Però c’è stato modo di dover affrontare momenti difficili

“De Laurentiis però ha più pregi che umani difetti. Non è facile gestirlo, ma mi aiutò l’esperienza e forse il fatto di essere più o meno coetanei. Non ho mai subito ingerenze, non mi ha mai chiesto la formazione: semmai dopo si divertiva a provocarmi”.

Potevate separarvi un anno prima della chiusura del vostro rapporto

“Volle che rimanessi alla fine di una serata complicata. Aurelio sa fare i passi indietro quando si rende conto di aver esagerato e sa ascoltare”.

La esonerò su suo suggerimento?

“La situazione era divenuta complicata, capii che per dare una sterzata era necessario cambiare. Perdemmo con la Lazio, lo chiamai e gli dissi che sarebbe stato giusto per me dimettermi. Aveva bisogno di un sostituto, c’era Donadoni e mi permisi di indirizzarlo. Volle una cortesia: aspetta che gliene parli. Se mi dice si, ti lascio andare. Mi ha spesso invitato a tornare, ti do un ufficio la, chiacchieriamo un po’. Ma io ho dato, vado per i 78”.

Un commento sulla stagione del Napoli?

“Lo scudetto è un risultato pazzesco, l’apoteosi di una lunga crescita. Spalletti è stato geniale, il suo calcio ha entusiasmato tutta Europa”.

Tra tre mesi si entrerà in una nuova fase però...

“Non entro nel merito, ma so che il Napoli ha una squadra di valore con giovani forti e calciatori affermati. Non c’è da avere paura”.