Confermato lo spiacevole trend dei match contro il Real Madrid per il Napoli, ancora una volta la squadra partenopea va avanti, ed ancora una volta sono 0 i punti portati a casa, è infatti la sesta volta che accade, 1 pareggio e 5 sconfitte.

Termina 4-2 la prima di Mazzarri sulla panchina del Napoli in Champions League, il Real Madrid nonostante le diverse assenze si conferma superiore alla distanza e alla fine con le giocate di Bellingham e Rodrygo e un’attenta fase difensiva porta a casa la vittoria e il primo posto matematico nel girone.

Per il Napoli la situazione rimane sotto controllo, i partenopei nonostante la sconfitta, e grazie al pareggio tra Braga e Union Berlino (1-1) avranno due risultati su tre nell’ultima giornata del girone, per avanzare alla fase successiva, anche con una sconfitta la squadra di Mazzarri potrebbe passare il turno, a patto di non chiudere il match sotto di due o più reti. 

Andiamo ora ad analizzare il match del Bernabeu attraverso i numeri dei protagonisti in campo.

Real Madrid-Napoli: lo schieramento tattico 

Il Real Madrid si schiera con il 442 stretto: in porta Lunin; in difesa Carvajal, Alaba, Rudiger e Mendy; a centrocampo Valverde e Kroos alle spalle di Ceballos e Bellingham; coppia d’attacco formata da Diaz e Rodrygo. La squadra difende a quattro dietro, con l’apporto di Valverde davanti la difesa da perno centrale, in fase offensiva i terzini si spingono oltre la metà campo e i quattro a centrocampo si allargano, con Diaz a sinistra e Bellingham che va a inserirsi tra i due attaccanti.

Il Napoli conferma il 433 visto pochi giorni fa a Bergamo: in porta Meret; difesa formata da Di Lorenzo, Natan, Rrahmani e Juan Jesus; a centrocampo Anguissa, Lobotka e Zielinski; tridente offensivo formato da Politano, Kvaratskhelia e Simeone. Fase difensiva simile a quella vista con l’Atalanta, con Juan Jesus bloccato da terzo di difesa e Di Lorenzo più alto a rompere la linea e aggredire i centrocampisti in inserimento del Real Madrid. In fase offensiva Anguissa molto alto a destra a triangolare con Politano e Di Lorenzo, dal lato opposto Kvaratskhelia soprattutto nel primo tempo voluto maggiormente dentro il campo, da seconda punta sulla trequarti, Lobotka bloccato davanti la difesa ad impostare.

Real Madrid-Napoli: i numeri del match 

Il match parte subito forte, il Napoli con grande coraggio e carattere sin dall’inizio tiene alto il baricentro con i due centrali molto alti per andare ad aggredire le linee del Real Madrid, che non avendo un attaccante di riferimento, ma solo mezz’ali ed esterni, potevano (ed è quello che hanno fatto) creare occasioni con inserimenti di qualsiasi centrocampista presente in campo, grazie allo spazio creato dalle due punte che in fase offensiva diventano esterni puri, in particolare con Rodrygo a sinistra. 

Il primo squillo però è del Napoli, proprio con il Cholito Simeone, che dopo una grande azione con ottimi tempi di inserimento conclude in porta. La risposta arriva però subito dopo, non c’è neanche il tempo di esultare che Rodrygo, lasciato con troppa libertà al limite dell’area, pareggia il match con un gran tiro all’incrocio dei pali. Non passa molto tempo ed il Real è in vantaggio, Alaba con un sinistro da numero 10 mette in porta Bellingham, che si inserisce alle spalle di Natan e buca Meret di testa, 15esimo gol in stagione per lui, capocannoniere del Real Madrid. 

È un buon primo tempo degli ospiti, a cui pesa però troppo quel pareggio immediato che ha caricato il Real Madrid e spento il Napoli, che però si è ripreso sul finale della prima frazione, arrivando a creare maggiori pericoli nei primi 45’: 1.17 xG7 conclusioni, 2 in porta, 2 occasioni create, 50% di possesso palla e 282 passaggi riusciti (91%), per il Real Madrid dati molto simili, soprattutto sui passaggi riusciti (281) e il possesso (50%), a dimostrazione che palla al piede il Napoli ha retto con qualità alla pressione del Real Madrid, che però con poche occasioni ha punito con la qualità dei campioni di cui dispone.

Real Madrid-Napoli: il secondo tempo

Nella seconda frazione non c’è storia, e per certi versi ci ricorda la sfida d’andata, con un Real nettamente più qualitativo però nel palleggio, il Napoli inizia come meglio non poteva, con un grande gol di Anguissa, da lì due grandi occasioni sui piedi di Kvaratskhelia, in particolare un contropiede in 3 vs 1 in favore degli azzurri, non sfruttato, così come all’andata il Napoli non sfrutta 15’ di blackout dei blancos, e da lì inizia la sofferenza che prosegue fino al fischio finale: 2.20 xG per un Real nettamente superiore, 0.23 xG per i partenopei, 14 le conclusioni con 5 occasioni create per i padroni di casa, che tengono più il pallone comandando il gioco, accelerando e decelerando i ritmi del match, 57% di possesso e 241 passaggi riusciti (89%179 per il Napoli).

Era una prova per il Napoli proibitiva, in uno stadio in cui fare risultato è missione praticamente impossibile per tutti, ma la sensazione è che se nel primo tempo (nonostante il risultato) ci siano state idee, seppur con qualche errore di troppo a centrocampo, nella seconda frazione gli ospiti si siano lasciati troppo andare, concedendo troppo possesso agli avversari, che con quella qualità col pallone tra i piedi, diventa solo una questione di tempo il gol.

Real Madrid-Napoli: gli spunti tattici

Diversi gli aspetti da prendere in esame, in primis la posizione di Kvaratskhelia, nella prima frazione il georgiano ha giocato prevalentemente interno, andando ad occupare la zona di Zielinski che invece ha avuto meno spazio per gli inserimenti, il numero 77 in quella posizione ha creato diversi pericoli, interessante la soluzione lunga per Politano sulla fascia opposta, dove il Napoli porta tre uomini in fase offensiva, insieme all’ex Inter in sovrapposizione troviamo sistematicamente Anguissa e Di Lorenzo, diventa quindi difficile per gli avversari evitare l’inferiorità numerica, l’occasione del gol nasce proprio da quello, Politano taglia ma evita la linea del pallone, dove invece si inserisce Di Lorenzo che serve facilmente Simeone al centro.

Nel secondo tempo la squadra si è abbassata notevolmente e Kvaratskhelia è tornato ad essere l’esterno a tutta fascia che ha il ruolo di far salire la squadra e puntare gli avversari, pecca di lucidità nella serata di ieri in tal senso, con 6 contrasti vinti su 16 e 3 dribbling riusciti su 7 tentati, 13 i possessi persi e un’occasione buttata via sul 2-2, in situazione di 3 vs 1 in favore del Napoli.

Nota sicuramente lieta per il Napoli è il ritorno ad altissimi livelli di Di Lorenzo, il capitano stava attraversando una fase in cui faticava a trovare continuità di prestazioni, ma tornato nel suo ruolo da terzino con una forte propensione all’avanzata sulla mezz’ala al fianco di Anguissa si è decisamente ritrovato, in fase offensiva ha prodotto 1 assist, 64 tocchi con l’89% di precisione, 4 passaggi chiave, 3palle lunghe riuscite (su 3), in fase difensiva 6 i contrasti vinti (su 6) con 2 salvataggi.

Ma è da sottolineare la posizione del numero 22 in fase difensiva, infatti solitamente il Napoli difende con un 451 abbassando gli esterni d’attacco, questa volta invece è stata interessante e chissà, significativa in chiave futura, la scelta di andare a tre in difesa con Di Lorenzo a rompere la linea ed aggredire immediatamente la fascia sinistra del Real, dove i blancos hanno sviluppato gran parte delle azioni, con Rodrygo che è partito in posizione centrale per poi lasciare quello spazio a Bellingham in inserimento, andando sull’esterno, tenere una linea bassa avrebbe concesso troppo campo sulla trequarti (come in occasione del primo e del terzo gol), da lì la scelta di sfruttare un giocatore dei quattro a disposizione in difesa per uscire in 1 vs 1.

Ed è proprio da questa situazione che nasce la problematica del secondo tempo, stare così bassi vuol dire togliere profondità, il che è probabilmente una scelta dettata dagli inserimenti di Bellingham del primo tempo, ma vuol dire anche avere un possesso minore e di minor durata, con la densità fatta a centrocampo dal Real infatti uscire palla al piede è praticamente impossibile, e infatti Osimhen in 45’ ha toccato appena 13 palloni, tutti o quasi in uno contro tutti in ripartenza, e giocando in questo modo solo inserendo tanta fisicità a centrocampo puoi spuntarla, cercando di sporcare il più possibile il possesso spagnolo, ma la fisicità di Anguissa non basta di fronte ad una squadra che si allunga nei reparti e da lì nasce il terzo gol, errore di Meret ma troppo spazio per girarsi concesso a Paz, in una posizione in cui in quella situazione dovrebbe esserci la linea compatta di centrocampo.

Non ha aiutato nella linea a tre in fase difensiva la prestazione di Natan, probabilmente la peggiore finora in maglia Napoli, tanti gli 1 vs 1 persi, e i giocatori fatti sfilare in marcatura, c’è però da sottolineare un aspetto, ogni difensore centrale ha la sua zona da coprire, e di conseguenza il giocatore di riferimento in quella zona, con il Real questo non vale, i blancos infatti hanno due mezz’ali che possono occupare il centrocampo, l’esterno, la seconda e la prima punta, e due prime punte che in realtà sono degli esterni ma sanno adattarsi anche all’interno, Natan nell’arco dei 90’ ha dovuto tenere Rodrygo prima, Diaz poi, Bellingham e il subentrato Joselu, tutti giocatori da caratteristiche diverse tra loro, che quindi richiedono un approccio diverso in marcatura, e adattarsi così velocemente, in particolare per un giocatore appena arrivato con nessuna esperienza a certi livelli, è sicuramente complicato ed è prevedibile imbattersi con avversari del genere in prestazione insufficienti.

In sostanza la squadra c’è, quantomeno sono presenti e dentro le partite, cosa che si era persa negli ultimi match con Rudi Garcia, ma il lavoro da fare è ancora tanto, da ritrovare Kvaratskhelia, che magari può aver trovato una valida alternativa al suo ruolo naturale, da sistemare dei meccanismi in fase difensiva, soprattutto se si passa a tre a gara in corso, e cercare (e già si intravedono dei tentativi) di accorciare maggiormente la squadra a centrocampo, per essere più corti e densi in fase difensiva e più efficienti in fase offensiva, trovandosi con meno difficoltà. Dall’altra parte un Real a tratti spento, ma che quando si accende con il talento in campo, gli basta un pallone alle spalle della difesa o uno stop orientato per saltare un intero reparto e punire gli avversari.


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