La mia generazione è cresciuta a pane e pallone, l'unica certezza che avevamo era quella di ritenere il campionato italiano come il più bello al mondo.

Cosa è successo poi? Un po’ alla volta le gerarchie sono cambiate e da capitale dello sport più popolare al mondo siamo divenuti provincia.

Gli aspetti sono tanti e non sono di facile lettura ai più.

Vorrei però sensibilizzare chi legge su un punto tanto fondamentale quanto sottovalutato: il tifoso medio vive lo sport assistendo alle partite della propria squadra, esultando se vince, imprecando - anche in aramaico all’occorrenza - se perde. Chiede ai propri idoli di vincere sempre. Qualunque sia la categoria di appartenenza.

Ebbene, molto spesso, proprio la vittoria di un titolo può essere l'incidente di percorso più grande che un club possa affrontare.

Per vincere bisogna avere le spalle grosse. Bisogna avere una grande cultura del lavoro ed essere un grande club in ogni aspetto. Dal parcheggiatore fuori lo stadio al grande centravanti in attacco. Dal fan da salotto, dall’occasionale, dall’acerrimo e assiduo frequentatore tra gli spalti fino a finire al direttore sportivo.

Un successo in campionato è un grande risultato per i tifosi, ma lo è davvero per l'azienda?

Vincere lo scudetto in Italia ha un tornaconto in termini economici di 17 mln di euro. Naturalmente il brand vede aumentare anche i ricavi grazie alla visibilità e al marketing. Si possono chiudere degli accordi con nuovi sponsor leggermente favorevoli e fidelizzare nuovi clienti sui mercati internazionali.

D’altro canto, ai calciatori va pagato il premio scudetto che ogni club stipula con i propri tesserati. Se ipotizziamo un importo di basso profilo: 3 milioni totali potrebbero rappresentare un esempio calzante.

Il grande risalto mediatico acquisito relega un upgrade per la rosa, a volte esponenzialmente per i protagonisti. Quest'ultimo passaggio cosa comporta? Un calciatore il cui valore stimato aumenta è il sogno di ogni procuratore, oltre che del club che ne detiene il cartellino.

Sono sicuro che la maggior parte delle procure quando siglano accordi per i loro assistiti fantasticano proprio in tal senso. La conseguenza a tutto questo è aumentare aspettative e richieste del ragazzo. Sembra una cosa brutta e sbagliata, ma così non è. E' il giusto gioco delle parti. La legge della domanda e dell’offerta.

Un club che ha vinto il titolo avrà un valore della rosa in crescita, con un conseguente aumento del monte ingaggi - quantomeno nelle richieste - molto alto.

Arrivare a questo impreparati, porta dei problemi gravi. A volte creano dei veri e propri macigni insorpassabili (la situazione Leao/Milan è un esempio che calza a pennello)

Sapete quanto si guadagna dalla Champions League?
Tra qualificazione, diritti tv e una più che dignitosa eliminazione ai quarti la cifra - approssimativamente - supera i 40 mln di euro.

Senza avere il "problema" dell'attenzione mediatica di cui parlavamo prima qualora si vincesse un titolo nazionale.

Dopo questa breve disamina dovreste capire dove voglio andare a parare.

Gestione del club come fosse un'azienda. Rispettare il Fair Play Finanziario. Gestire la rosa come fosse un salvadanaio. Fare acquisti futuribili e non investire mai con i pagherò. Arrivare alla cima del grattacielo partendo dal piano terra e scalare un piano all'anno.

Questi principi vi ricordano l'operato di qualcuno? Fate uno sforzo che ci arrivate.

Secondo voi vincere è come ha fatto il Milan lo scorso anno - trionfando in campionato rinunciando di rinnovare ingaggi faraonici a Donnarumma e Calhanoglu - o l’Inter di Conte, che ha vinto senza eseguire le dovute mensilità ai propri calciatori?

Con il dovuto rispetto per la vostra concezione di vittoria, per me no.

Ovviamente questa debacle annunciata è figlia della cattiva informazione. Della stampa prevenuta che anziché educare continua a farsi guerre col dirimpettaio su tesi scialbe e prive di fondamento sportivo. Se oggi troviamo così tante persone inferocite è semplicemente perché chi aveva il dovere di educare se n’è fregato altamente di farlo.

Mentre scrivo mi viene in mente una frase. Una frase alla quale manca un pezzo per ricevere una completa condivisione, perché vincere è sì l'unica cosa che conta, ma solo se sai vincere davvero.