Ed eccoli qua, lo aspettavano al varco. Erano tutti seduti sulla sponda del fiume: lo osservavano, cercavano attentamente tra le increspature dell'acqua accarezzate dai riflessi del sole. Talmente tanto assorti nel cercare un appiglio che si sono persi i tanti scempi arbitrali accaduti altrove.

E invece eccoli qua: il contatto Osimhen-Marin, con conseguente rigore, è l'occasione giusta per scagliarsi contro un - fin questo momento - inoppugnabile Napoli. Lo fanno nella maniera più becera, forse la più semplice, ma sicuramente la più discutibile.

Rigori concessi: dove si piazza il Napoli?

Nonostante i malumori delle tifoserie avversarie dopo il rigore fischiato a Osimhen in Napoli-Empoli, specialmente quella milanista, agli azzurri sono stati fischiati 3 rigori: gli stessi di Fiorentina, Cremonese, Roma e Bologna. Uno in più della Juventus e del Milan (2), due in meno dell'Atalanta (5), prima in questa classifica.

Rigori, quelli del Napoli, che sono stati fischiati a Milano contro il Milan, a Cremona contro la Cremonese e, per ultimo, contro l'Empoli. Rigori che sono valsi lo 0-1 (terminata poi 1-2) nel primo caso, 0-1 (terminata 1-4) nel secondo e 1-0 (terminata 2-0) nell'ultima occasione. Rigori che, oltre a essere giusti, sono diventati ininfluenti in almeno due casi su tre.

Un rigore giusto

Ma il rigore fischiato su Osimhen, era rigore? Senza giri di parole: si, perché c'è contatto. La presenza di un contatto non imputa necessariamente un fallo, è vero. Ma quel contatto, nella fattispecie, lieve o forte che sia, non permette al 9 del Napoli di giocare un pallone conquistato dopo l’errore sul controllo del rumeno. Il ginocchio di Marin, infatti, impatta contro il retro coscia di Osimhen che, di fatto, viene sbilanciato dopo aver preso posizione.

OFR (On Field Review) non applicabile perché, da regolamento, la valutazione dell'episodio è di diretta competenza dell'arbitro. E non trattandosi di chiaro ed evidente errore, proprio perché di errore non si tratta, non c'è nemmeno stato bisogno dell'intervento dal Var. Così chiaro e semplice, che quasi sembra presuntuoso doverlo spiegare. Eppure...

Bisogna sempre, per forza, ricondurre dieci vittorie consecutive e dodici risultati utili consecutivi, 38 punti conquistati su 42 disponibili, una supremazia costante che finalmente viene enfatizzata da una classifica che vede la seconda a -8.

Un rigore generoso? Nemmeno per idea. Si poteva non fischiare? Forse, ma staremmo parlando dell'ennesimo torto arbitrale subito dal Napoli. Torti che, nella maggior parte delle occasioni, sono passati in sordina vista la quantità interminabile di palle gol che gli azzurri producono e che, per ben 34 volte in campionato sono state tradotte in gol. Si, esatto: 3 rigori su 34 gol segnati.

Un rigore giusto? Assolutamente si. Checché ne dicano la Gazzetta dello Sport o Tuttosport, non si tratta di un rigorino, ma di un rigore giusto che è stato giustamente fischiato dall'arbitro Pairetto. Nulla da eccepire. Superfluo parlarne, se non per alimentare polemiche inutili o giustificare le fatiche di altri che non riescono a tenere il passo di questo meraviglioso treno azzurro. Fine.