Si è conclusa pochi giorni fa la prima parte della Serie A 2022-2023 e le sorprese non sono state poche. Ad inizio stagione ci si aspettava il prepotente ritorno della Juventus nella lotta al tricolore dopo la sua roboante campagna acquisti.

Ci si aspettava, contestualmente, una lotta con il Milan campione d’Italia che ha investito circa trentacinque milioni di euro per il talento belga De Ketelaere e con l’Inter che aveva sí perduto Perisic, ma aveva richiamato a casa Romelu Lukaku, il bomber dell’ultimo tricolore nerazzurro. Insomma, si prospettava, dopo anni, una lotta tra le tre grandi strisciate per il tricolore con la Roma che ha preso Matic, DybalaWijnladum come quarto incomodo: non è successo niente di tutto questo.

Il Napoli di Spalletti si è preso la scena

Al giro di boa pre-mondiale, infatti, il Napoli di Spalletti, sfiduciato dalla maggioranza della tifoseria, è primo avendo stracciato le rivali: gli azzurri hanno otto punti sul Milan secondo, dieci punti sulla Juventus terza ed undici punti su Lazio ed Inter quarte. La Roma, che sulla carta sarebbe dovuta essere il quarto incomodo, si ritrova invece settima a quattordici punti dal Napoli primo.

Ma come è accaduto tutto questo? Come è possibile che la stragrande maggioranza degli addetti ai lavori non sia stata capace di prevedere una situazione simile? Le risposte sono molteplici e ci sono vari fattori da analizzare, ma l’analisi non può che iniziare dai dati.

Il Napoli ha dominato questa prima parte di campionato grazie al suo attacco che ha segnato trentasette (37) reti in quindici gare, con una media di 2.47 gol a partita; con questi numeri, infatti, diventa complicato perdere punti. I due trascinatori del Napoli sono stati finora Kvicha Kvaratskhelia e Victor Osimhen che hanno entrambi undici g/a a testa oltre a tre rigori procurati. In 25 delle 37 reti azzurre è presente il loro contributo, nessuna coppia in Serie A si avvicina a questi numeri. Il Napoli inoltre può vantare una panchina notevole: ben nove gol su trentasette (il 24.32%), arrivano da giocatori che non partono titolari e nel calcio attuale è un lusso per pochi.

La miglior difesa non è però quella azzurra (terza comunque in Italia), ma è quella della Juventus con soli 7 gol subiti in 15 gare, con un’impressionante media di 0.47 gol a gara. Spesso, in Italia vince la squadra che subisce meno gol (come il Milan lo scorso anno), ma, per il momento, questi numeri non pagano visto il ritardo accumulato rispetto al primo posto. Un’altra curiosità dei bianconeri è che nelle ultime 6 partite hanno raccolto 18 punti, il massimo disponibile, ma non hanno recuperato alcun punto sul Napoli capolista: se si potesse cercare un sinonimo di impotenza lo si potrebbe trovare con quest’esempio

Il Milan e il crollo inaspettato dell'Inter

Ed il Milan campione d’Italia? I rossoneri hanno due punti in meno rispetto alla scorsa stagione e, soprattutto, segnano molto meno: quest’anno, nelle prime 15 partite i rossoneri hanno totalizzato 29 reti in 15 gare. L’anno precedente, nello stesso periodo, i gol realizzati erano 36, ben 7 reti in più ed è forse questo il principale motivo del distacco con gli azzurri.

Molti rossoneri hanno ipotizzato che il motivo principale fosse l’assenza di Maignan, ma in realtà i numeri difensivi del Milan sono addirittura migliori visto che i rossoneri quest’anno hanno subito 15 reti, mentre l'anno scorso 18. Il problema principale del Milan, quindi, sembrerebbe essere quello offensivo ed i rossoneri, finora, si sono dimostrati essere troppo Giroud-dipendenti: quando il francese non segna, il Milan fa fatica.

L’Inter è quinta ed è sicuramente una delusione tra le big oltre che sembrare di essere già tagliata fuori dalla lotta tricolore con ben cinque sconfitte in quindici gare; nella scorsa stagione furono 4. I numeri offensivi nerazzurri sono tuttavia ottimi, con trentaquattro reti segnate in 15 gare, mentre quelli difensivi sono tragici: 22 gol subiti in 15 gare (media 1.47) che precludono qualsiasi velleità tricolore.

La sorprendente Lazio e la deludente Roma

Al pari dei meneghini c’è la Lazio, che chiude un’ottima prima parte di campionato al quarto posto. La squadra di Sarri è stata impressionante dal punto di vista difensivo con solo 11 reti subite in 15 partite. Una solidità notevole che, rispetto allo scorso anno, assume i contorni del miracoloso: a questo punto del campionato i biancocelesti avevano subito 29 reti, 18 in più di quest’anno, ed è la perfetta cartolina del lavoro del tecnico toscano e della società che ha acquistato profili funzionali come Casale e Romagnoli.

Delude invece la Roma, settima, ma - per sua fortuna - a soli 3 punti dal quarto posto che, nonostante i proclami della tifoseria a inizio anno, resta l’obiettivo stagionale. La proposta di gioco però latita e ci sono diversi problemi offensivi: i giallorossi, infatti, hanno segnato solamente 18 reti in 15 gare, mentre l’anno scorso le marcature ne erano 24; la squadra di Mourinho paga una prima parte di stagione drammatica di Abraham, ma sembra essere troppo dipendente da Dybala. Il tecnico portoghese dovrà trovare altre soluzioni se vuole far tornare la Roma in Champions League.

La povertà della zona salvezza

Un’ultima riflessione sulla lotta salvezza che quest’anno sembra davvero povera: con l’ultimo turno si è creato un divario tra SpeziaCremonese (quartultima e terzultima) di ben 6 punti, che non sono pochi per la lotta per non retrocedere.

L’anno scorso il divario, a questo punto della stagione, era di solo 1 punto; inoltre la Salernitana allora ultima aveva 1 punto in più della Cremonese attualmente terzultima ed è la perfetta fotografia della difficoltà che stanno avendo le ultime in classifica in questo momento, le quali saranno chiamate ad una brusca sterzata per rimanere nel massimo campionato e per regalare agli appassionati una lotta salvezza degna di questo nome. Perché se queste sono le premesse, di speranze ce ne sono davvero poche.

Da gennaio si riprenderà a giocare e, senz’altro, ci saranno molte incognite al via. Ma diffidate da chi afferma che sarà un altro campionato, perché i punti in classifica non vanno in soffitta, bensì sono la base da cui dovrà ripartire questa folle ed anomala stagione.