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Campi Flegrei
Campi Flegrei

Si è tenuta nel pomeriggio di venerdì a Roma, presso l’auditorium del Dipartimento nazionale della Protezione civile, la conferenza stampa per illustrare le novità emerse dalle riflessioni in corso sull’attuale scala di allerta per il rischio vulcanico dei Campi Flegrei

Ad introdurre l’argomento è stato il capo della Protezione civile nazionale Fabio Ciciliano: “Siamo qui fondamentalmente perché ormai più di un anno fa la Commissione grandi rischi del settore vulcanico, insieme a quello sismico, ha cominciato un lavoro che si è concluso recentemente per una nuova riorganizzazione, una ottimizzazione dei sistemi dei livelli d'allerta. Ovviamente è un percorso che solo casualmente coincide con la recrudescenza sismica e bradisismica dell'area dei Campi Flegrei. Ci tengo a sottolineare che questa pianificazione riguarda il rischio vulcanico e non il rischio bradisismico, all'interno della quale, però, tra i parametri che sono tenuti in considerazione, c'è ovviamente anche la deformazione del suolo. Questo percorso è già cominciato ieri l'altro, quando sono stati incontrati i diversi sindaci dell'area dei Campi Flegrei per condividere insieme a loro quello che è stato il risultato del lavoro della Commissione grandi rischi. Quindi si tratta di un percorso che è cominciato, e che continuerà ovviamente, per recepire quelle che sono le osservazioni del territorio, che sono fondamentali. Quindi non soltanto i sindaci ma anche la prefettura di Napoli, la Regione Campania. Al termine ci sarà una rivisitazione di quella che è la pianificazione nazionale per i Campi Flegrei per il rischio vulcanico e successivamente poi i diversi piani di settore delle strutture operative nazionali di Protezione Civile, e i piani discendenti saranno ovviamente adeguati all'esito della nuova proposta fatta dalla Commissione grandi rischi”. 

I livelli di allerta nella nuova tabella, non ancora in vigore, restano quattro: verde (stato del vulcano "quiescente"), giallo ("disequilibrio debole" e "disequilibrio medio"), arancione ("disequilibrio forte" e "disequilibrio molto forte") e rosso ("pre eruttivo").

Il livello giallo e quello arancione, dunque, vengono suddivisi in due differenti fasi. 

Il percorso di aggiornamento e di revisione dei livelli di allerta

“La commissione grandi rischi ha sollecitato un percorso di aggiornamento e revisione dei livelli di allerta per i campi Flegrei, tenendo conto dell'aumento delle conoscenze sul sistema della rete di monitoraggio che consente un raffinamento degli attuali livelli di allerta, con una maggiore articolazione delle fasi operative. E’ stato, quindi, istituito dal Dipartimento della Protezione Civile un tavolo tecnico scientifico che ha visto rappresentanti del Dipartimento della Protezione Civile naturalmente della commissione grandi rischi nel settore rischio Vulcanico dell'Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia e della direzione generale per i lavori pubblici e la protezione civile della Regione Campania. Questo tavolo tecnico ha fatto una proposta di nuova articolazione dei livelli di allerta e la commissione grandi rischi settore rischio Vulcanico ha recepito questo lavoro. Adesso inizia l'iter di approvazione di questi nuovi livelli di allerta che in realtà non sono diversissimi da quelli di prima, cioè rimane un livello verde per uno stato di vulcano quiescente con attività ordinaria, rimane un livello giallo di attenzione che però diciamo così si riferisce a un disequilibrio che può essere debole o medio e quindi ci sono due fasi operative per questo livello giallo e poi rimane naturalmente il livello arancione quello del disequilibrio forte o molto forte. Anche questo abbiamo pensato che potesse corrispondere a due fasi operative differenti, tutto questo tenendo in conto le maggiori conoscenze acquisite”, ha spiegato il professore Eugenio Coccia, presidente della Commissione grandi rischi. 

“I livelli d'allerta per i vulcani, così come per gli altri fenomeni che hanno un certo grado di prevedibilità come per esempio i fenomeni meteorologici, hanno il senso di indicare in maniera sintetica il più delle volte, appunto con dei codici colore, qual è il quadro della situazione prevista o in atto. Quindi è semplicemente una rappresentazione il più semplice possibile di quale sia la situazione che siamo in grado di identificare e in un certo senso anche di prevedere. I livelli d'allerta vigenti sono sempre quattro”, ha aggiunto l'ingegnere Paola Pagliara, direttore dell'ufficio prevenzione e previsione. 

Nuovi livelli allerta Campi Flegrei - foto Protezione Civile
Nuovi livelli allerta Campi Flegrei - foto Protezione Civile (NapoliToday)

L’aggiornamento della pianificazione

“Questa nuova rivisitazione dei livelli di allerta ci dà la possibilità molto importante di avviare un percorso per l'aggiornamento della pianificazione a partire dal piano nazionale per il rischio vulcanico per i Campi Flegrei. Questa nuova tabella ci consente di fatto di affinare le azioni operative all'interno dei diversi livelli di allerta sulla base appunto del disequilibrio mostrato dai parametri, ma chiaramente la strategia generale di risposta al rischio vulcanico non cambia. Quello che andremo ad affinare maggiormente sono le azioni operative all'interno delle fasi, visto che i nuovi livelli di allerta ci consentono di lavorare su un livello di allerta giallo che sostanzialmente ha due diversi disequilibri. Quindi possiamo modulare le azioni del giallo sulla base di questi disequilibri e lo stesso avviene con l'arancione. Nella prima interlocuzione con i territori, ragionando appunto di una nuova strategia o comunque di una strategia aggiornata più affinata, c'è stato proposto di riempire di azioni anche lo stato ordinario, il livello verde, e quindi prevedere anche in quel livello azioni di sensibilizzazione, di informazione, di comunicazione alla popolazione. Anche il livello, dunque, di quiescenza verde va riempito di contenuti, perché comunque siamo all'interno di un'area che presenta i suoi rischi”, ha spiegato l’ingegnere Luigi D’Angelo

“Il livello giallo di fatto ci consente, in due diverse modalità, di lavorare molto su quanto già si sta facendo. Al livello di allerta arancione corrispondono anche due diversi livelli di disequilibrio. Questa possibilità ci consentirà, qualora si dovesse andare, ma chiaramente siamo in giallo e nessuno sta dicendo che ci andremo, ma qualora si dovesse attivare, avremmo la possibilità di lavorare con delle azioni modulari. Intanto potremmo concentrarci per quello che riguarda le azioni di messa in sicurezza per esempio dei penitenziari, degli ospedali, delle case di cura. Potremmo lavorare intanto laddove andassimo in un disequilibrio più leggero della fase arancione, quindi del preallarme, in una zona più ristretta che non riguarderebbe tutta quanta la zona rossa e sette comuni, ma lavoreremo su una zona più ristretta, che sarebbe quella di fatto dove i fenomeni sono più impattanti e quindi sempre, con il supporto della commissione grandi rischi, in un livello arancione individueremo una zona più ristretta in cui faremo delle attività di messa in sicurezza di preparazione all'eventuale allontanamento, che è la stessa filosofia che è contenuta all'interno dell'attuale piano per tutto il resto della zona rossa. Ci prepareremo a fare questo tipo di attività qualora dovessimo arrivare ad un livello di disequilibrio più forte nell'ambito dell'arancione. Quindi la fase arancione ci consente di lavorare prima su un'area ristretta e poi eventualmente su tutta la zona rossa. Sarebbe, quindi, un arancione un po' più alleggerito inizialmente, perché guarderebbe soltanto ad una parte ristretta di tutta la zona rossa e poi esteso all'intera zona rossa in ultimo. La fase di allarme è sostanzialmente la stessa di oggi. Nel caso in cui dovesse scattare, parliamo del livello rosso pre-eruttivo, attueremo il piano di allontanamento così come lo conosciamo oggi”, ha aggiunto D’Angelo

Lo stato di disequilibrio medio

“In questo momento siamo al livello di allerta giallo in uno stato di disequilibrio medio, ma è di tutta evidenza che la realtà dei Campi Flegrei in questo momento è completamente diversa da quella di 10-12 anni fa”, ha concluso Ciciliano rispondendo ad alcune domande dei giornalisti presenti. 


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