"Saranno le tre e sono ancora in acqua. Avrò preso fuoco?"

Estate 2023, circa un secolo fa.

Era uno degli ultimi giorni d'estate, forse l'ultimo. Sicuramente l'ultimo che io ricordi. La spiaggia che per un mese ebbe le parvenze di una metropoli in un attimo si era ritrasformata in luogo d'attracco per gli sfiniti gabbiani che chissà quante beffe s'erano fatti di tanti esseri abnormi trovati quotidianamente a condividere lo stesso spazio blu. A cercare e trovare felicità, in quello spazio blu, ora dominato da una macchia bianca. L'orologio del lido scandiva pigro e inesorabile i suoi ultimi attimi di lavoro, salvo poi spegnersi e ricaricare le pile per ben dieci mesi. Ci vuole fortuna a nascere orologio, alla fine.

Quella macchia bianca su sfondo blu, però, l'hai vista anche tu. E scommetto che abbiamo pensato alla stessa cosa.

Hai capito quanto è grande ciò di cui andremo a parlare?

Tanti auguri a te che hai reso noioso il calcio

"Tommà, la verità è che io dopo di Lui non riesco a divertirmi più! Ci provo pure a guardarle eh..."

Mia nonna durante un pranzo di famiglia, dicembre 2020.

Capii quanto significasse Lui per me e cosa significasse vivere con il compito inderogabile di onorare la sua memoria in quel maledetto giorno di novembre del 2020, quando le lacrime fecero da cornice al risveglio di un tredicenne che si vide privo del suo idolo bruscamente, nella disillusione che tutto fosse passato qualche giorno prima con l'ennesima operazione. Ma qui dobbiamo parlare di vita. E trovai tracce di vita del mio eroe un po' ovunque anche solo in casa mia: un quadretto realizzato da mia zia dove è intento ad addomesticare il pallone con la testa, qualche foto appesa qua e là, il portachiavi di mamma. Fu però al seguente pranzo domenicale, che le emozioni provate durante quei video visti e rivisti diventarono più vivide che mai.

Mia nonna era lì, sul divano e di certo non dava l'idea di star bene. Prese però forza e cominciò a raccontarmi di quando andavamo a giocare contro a tutti quanti, di quando la palla andava semplicemente toccata e basta, anche se gli avversari erano a 3,5 metri, perché se "O mast" dice così è perché sicuramente ha un piano meraviglioso per ognuno di noi. Per un attimo mi parve di sentirLo parlare, con quell'accento caloroso e quell'attitude da scugnizzo.

Come se la sua anima ribelle si fosse ridistribuita equamente in tutti coloro che lo videro con gli occhi della meraviglia. Come se la sua opera da Stupor Mundi non si fosse mai fermata: Diego Armando Maradona vive in ogni wow direttamente seguente alla visione di una sua giocata.

Ma ora viene il bello. Perché ora parliamo di calcio.

Diego, un altro livello di sensibilità

"Tu sei pazzo, mica Van Gogh!"

Mica Van Gogh, Caparezza.

Avvengono, nel corso di ogni secolo, nascite che cambieranno radicalmente il corso degli eventi. Solitamente, i prescelti si lasciano coccolare dalla lussuria del potere fino a farsi imbavagliare e a cedere parte del loro potenziale per un comodo posticino negli almanacchi. Solo chi riconosce al suo genio la debita follia però, può veramente ambire a lasciare un segno netto sull'opinione pubblica e nella testa delle persone. Caravaggio, Giordano Bruno, Van Gogh, Maradona: tutti accomunati da una follia latente e a tratti divina che pagheranno a caro prezzo, ma toccheranno grazie ad essa una perfezione imperitura e cristallizzata, insuperata e insuperabile. Certi gol di Maradona sono semplicemente irriproducibili. Divideremo i gol irriproducibili in due categorie, per sensibilità e per circostanza. Ne analizzeremo tre per categoria.

Per sensibilità

  • Gol vs Milan, 2-1 1986-87. L'unica cosa lontanamente simile vista finora in Serie A è considerata uno dei gol più belli del terzo millennio. Il pur fenomenale Baggio, però, doveva saltare solo Van Der Sar e ha il lusso di stoppare la palla quando è ancorato a terra. Diego vola in una piroetta infinita e quando ritorna su questo pianeta ha già saltato tutto il reparto difensivo rossonero. Sarà un caso, ma a fornirgli l'assist fu... Bruno Giordano.
  • Gol vs Verona, 5-0 1985-86. La possibilità che nei prossimi cinquecento anni un uomo sarà capace di arpionare un pallone e con nonchalance mandarlo silurante in porta da quaranta metri è pressoché nulla.
  • Gol vs Lazio, 4-0 1984-85. Non ci soffermeremo sull'equilibrio, dono più divino del più umano degli déi, ma su un piccolo particolare: Diego non guarda mai la porta. Il resto lo dice il video. Buona visione.

Ce ne sarebbero migliaia, ma apprezzate lo sforzo: vi ho addirittura evitato la consueta lezione di fisica sul come abbia fatto ad entrare la famosa punizione contro la Juve.

Per circostanze

  • Primo dei due gol vs Inghilterra, Messico '86. Si può riaprire una guerra chiusa nel silenzio di chi ci ha perso i propri cari con un gol di mano? Certo, solo che poi accumuli un debito con la giustizia. E se Dio ti presta una mano, devi immolarti per lui. Nulla a ché vedere con un gol di mano fatto all'Espanyol: d'altronde se rubi ad un piccolo club spagnolo nulla di ché, se rubi alla grande Inghilterra sei un ladro. Ed era contro questi concetti che lottava Diego, dunque per favore, non eleggiamo falsi eredi.
  • Secondo dei due gol vs Inghilterra, Messico '86. Si può accumulare un debito con Dio sapendo che lo avresti saldato nell'arco di neanche cinque minuti? Certo, in nome della bellezza che muove piani e pianeti: crolla, con l'attonito Shilton, anche quella grossa bufala mondiale sulla regalità della corona inglese. Che si replichi contro il Getafe di turno, conta poco. Perché Diego non fa un gesto tecnico: Diego fa la rivoluzione.
  • Gol vs Milan, 2-3 1987-88. In una delle partite più belle di sempre nella storia del calcio per club, in quella che passerà alla storia come uno dei giorni più nefasti della storia del Napoli, Dieguito mette la sua firma all'incrocio dei pali e pospone il verdetto. Non basterà per guidare la sua squadra, spaccata come non mai, alla vittoria contro un avversario quasi imbattibile. Ma guardate i nomi di quella barriera e meditate: nell'arco di tempo 1984-85/1990-91, nessuna squadra ha vinto due volte il campionato. Nessuna fuorché il Napoli.

Esiste però un altro lato della medaglia.

Caro Diego, ma cosa ci resta da guardare?

Già ti vedo lì sulla nuvola più alta, a far festa da ore per onorare il tuo sessantatreesimo compleanno. Ma non pensi di aver un po' esagerato? Insomma, ci hai dato:

  • Il picco di perfezione assoluta più marcato della storia dello sport, Messico 1986.
  • La prestazione individuale più bella della storia dei Mondiali, contro l'Inghilterra.
  • La seconda prestazione individuale più bella della storia dei Mondiali, contro il Belgio.
  • Il gol più bello della storia dei Mondiali, l'aquilone cosmico.
  • Il secondo gol più bello della storia dei Mondiali, contro il Belgio.
  • L'assist più bello di ogni tempo, in finale dei Mondiali dopo aver subito una rimonta da 2 a 0 a 2 a 2, contro la Germania.
  • Il calcio di punizione più bello di sempre, quello contro la Juventus nel 1985.
  • La vittoria a Napoli e alla tua Argentina, sempre da sfavorito tra gli sfavori.

A noi, nati dopo la tua venuta, non resta altro che diffondere la tua parola. Anche perché se ci soffermassimo sul calcio, rimarremmo tremendamente delusi.

Perché tu, Diego, hai già fatto tutto ciò che può sembrarci straordinario. E lo hai fatto meglio.

Grazie infinite per averci scelti, noi non smetteremo mai di sceglierti.

Tanti auguri, ovunque tu sia. E buon Natale a tutti voi!