Il PIF protegge il suo asset Chelsea e la Uefa dorme
Che cosa unisce il Chelsea, il PIF (Public Investiment Fund) e la UEFA? Semplice: l'assurdo silenzio della massima carica istituzionale del calcio europeo sull'ennesimo scandalo che sta placidamente e indisturbatamente avvenendo sotto gli occhi di tutti. Il caso, nella sua semplicità, è lungo e spinoso e ha bisogno di qualche passo indietro per essere analizzato con calma.
Che cos'è il PIF arabo?
Il Public Investiment Fund è, in parole spicciole, il fondo sovrano dell'Arabia Saudita. Nato nel 1971 per investire capitali a nome del governo saudita, il suo patrimonio stimato ad oggi è di circa 620 miliardi di dollari. Dopo essersi dedicato per anni allo sviluppo di progetti legato al territorio, con l'avvento del Saudi Vision 2030 il gruppo si è dato il traguardo di diventare il fondo monetario più grande di tutto il mondo. E quindi via liberi a investimenti pure all'estero: dall'asia all'Europa, finendo chiaramente anche in America.
Il fondo, infatti, ha quote di partecipazione minoritaria in tantissime aziende, tra cui Facebook, Uber, Cisco Systems, Eni, The Walt Disney Company, Boeing, Pfizer, Marriot International, Booking.com, Starbucks e McLaren Automotive. Nel 2018 entrano nel mondo del calcio acquisendo l'80% delle quote societarie del Newcastle United in Premier League. E non è finita qui, ma ci torneremo dopo.
L'avvento di Todd Boehly al Chelsea
Nel 2019, Todd Boehly ha tentato di acquistare il club di calcio inglese Chelsea per 3 miliardi di dollari, ma il proprietario dell'epoca, il miliardario russo Roman Abramovich, ha respinto l'offerta di acquisizione. Nel marzo 2022, insieme a Mark Walter, Hansjörg Wyss e Clearlake Capital (ricordate questo nome, ci ritorniamo dopo, ndr), ha lanciato un'ulteriore offerta per acquistare il club da Abramovich, che aveva annunciato l'intenzione di venderlo in seguito all'invasione russa dell'Ucraina.
Il 6 maggio 2022, il Chelsea ha confermato che l'offerta era stata accettata e sarebbe stata finalizzata entro la fine del mese. L'offerta è stata approvata dai governi britannico e portoghese, dalla Premier League e dall'Unione Europea, a causa della cittadinanza portoghese di Abramovich. Il 30 maggio, l'acquisizione del club è stata completata e Boehly è stato nominato presidente e direttore sportivo ad interim del Chelsea il 20 giugno 2022, dopo le dimissioni di Bruce Buck.
Nelle due sessioni di calciomercato dell'anno calcistico che si è appena concluso, il Chelsea ha speso quasi un miliardo di euro per allestire una squadra che ha chiuso poi il campionato al dodicesimo posto.
La faraonica campagna cessioni del Chelsea 2023
Verrebbe logico pensare che, alla luce del pessimo risultato raccolto in campionato, il Chelsea fosse costretto a rifondare totalmente la rosa, prestando maggiore attenzione alle cessioni anziché agli ingressi, come la scorsa estate. Sarebbe tutto normale, forse, se solo non fossero le cessioni stesse a puzzare fino a un chilometro di distanza.
Kanté è stato il primo a inaugurare i trasferimenti dal Chelsea nel nuovo, ricchissimo campionato saudita. Stando ai rumors, infatti, il francese potrebbe presto essere raggiunto da altri compagni blues: Edouard Mendy sembra diretto verso l'Al-Ahli, Hakim Ziyech è vicino all'Al-Nassr di Cristiano Ronaldo, Kalidou Koulibaly sta negoziando con l'Al-Hilal, che sta valutando anche Pierre-Emerick Aubameyang. Anche Callum Hudson-Odoi, di ritorno dal prestito al Bayer Leverkusen, è finito nel mirino di due club arabi.
E dove ha investito il PIF lo scorso 5 giugno 2023, rilevando il 75% delle quote societarie? Esatto, proprio Al-Nassr, Al-Hilal, Al-Ahli e Al-Ittihād.
Il ruolo di Clearlake Capital tra Chelsea e PIF
Secondo quanto svelato da Sportsmail, i proprietari sauditi del Newcastle United sono anche importanti investitori nella nuova maggioranza azionaria del Chelsea, cioè proprio Clearlake Capital. Il Public Investment Fund dell'Arabia Saudita ha miliardi di sterline di asset gestiti da Clearlake, che ha acquistato il 60% del Chelsea. Da Londra insistono sul fatto che non ci sia stato alcun coinvolgimento saudita nell'acquisto del club da parte di Clearlake, ma ci sono ombre molte scure sul possibile conflitto di interessi in atto.
Clearlake ha infatti impegnato almeno 2,55 miliardi di sterline per l'acquisizione del Chelsea, guidata dal proprietario dei LA Dodgers Todd Boehly, che ha anche acquistato una quota del club insieme al suo socio commerciale Mark Walter e all'imprenditore svizzero Hansjorg Wyss. La società di private equity con sede negli Stati Uniti gestisce circa 60 miliardi di sterline di asset per conto di circa 300 investitori a livello globale, tra cui significativi investimenti da parte del PIF, che lo scorso anno ha pagato 350 milioni di sterline per acquistare il Newcastle da Mike Ashley. Il PIF investe in diverse società di private equity, tra cui Clearlake, un fondo diversificato in cui nessuno degli azionisti possiede più del cinque per cento.
Il Chelsea si è impegnato a dimostrare che nell'operazione non erano coinvolti soldi russi, ma non ha divulgato pubblicamente il fatto che Clearlake abbia investitori sauditi. La Premier League, infatti, è stata ampiamente criticata per aver permesso l'acquisizione saudita del Newcastle. Il Chelsea ha anche ricevuto successivamente un'offerta, ma la stessa, proveniente dal Saudi Media Group guidato da Mohamed Al-Khereiji, non è stata inserita nella shortlist del club. Chelsea e Premier League hanno rifiutato di commentare.
PIF sta salvaguardando il suo investimento
Per concludere, la campagna cessioni del Chelsea con destinazione Arabia non sarebbe altro che l'ennesimo tentativo di aggirare il Fairplay Finanziario (FPF) della Uefa sotto la luce del Sole. Gli arabi starebbero quindi preservando un loro grosso investimento, togliendo dalle spalle del club giocatori oramai trentenni con stipendi da capogiro, che difficilmente avrebbero trovato altra collocazione proprio a causa degli stessi stipendi.
Il tutto, nel silenzio assordante della Uefa che - a quanto pare - si sta girando dall'altra parte e finge di non vedere ciò che tutti, anche i meno avvezzi al calcio, hanno compreso.