D’Avino: “Ritiro con Conte durissimo, ora c’è una gestione mentale diversa”

Luigi D’Avino, difensore del Napoli in prestito al Gubbio ha rilasciato alcune dichiarazioni ai microfoni di CalcioNapoli24. Queste le parole del giovane difensore.
Sull’Esperienza al Gubbio
“La mia esperienza al Gubbio non è iniziata bene perchè mi sono fatto male al primo allenamento, poi ho recuperato e sono entrato nelle grazie del mister, mi sono ritagliato spazio in prima squadra.
Il rendimento di squadra ovviamente va in base agli obiettivi, abbiamo perso contro la Virtus Entella prima in classifica. Poi mi sono tolto lo sfizio di far registrare un assist contro il Pontedera”.
Sul ritiro con Conte
“Il mio ritiro con il Napoli di Antonio Conte? | primi giorni sono stati infernali, abbiamo cambiato proprio registro di lavoro: ricordo che non toccavamo mai il pallone, facevamo corsa e forza. Noi andavamo in stanza dopo cena, verso le 20.45, e alle 21 dormivamo tutti perchè eravamo stanchissimi. Sono stati i dieci giorni più lunghi della mia vita, non finivano mai. Non ho visto giocatori vomitare, ma eravamo distrutti e a terra dopo i primi giorni. Il primo discorso di Conte? Non parlava tanto, forse li ha fatti dopo il ritiro (ride, ndr.)“.
Sullo scorso anno
“Lo scorso anno tutti noi provavamo a recuperare un anno nero, che può capitare dopo la vittoria dello scudetto: magari i tifosi si aspettavano una riconferma ma non sempre è così, è andata in altro modo e quest'anno sta andando diversamente”.
Sul rapporto con i giocatori del Napoli
“Ho avuto un bel rapporto con tutti i giocatori della prima squadra, non mi aspettavo che Kvaratskhelia potesse andare via: sapevo che amava Napoli”.
Sulla retrocessione in Primavera 2
“La retrocessione in Primavera 2? Una sensazione bruttissima, ricordo l'ultima partita e fu orribile: diciamo che la vittoria dello scudetto della prima squadra ci ha fatto riprendere”.
Conclude così D’Avino
“Una guida in prima squadra nel reparto difensivo? Ho avuto un bel rapporto con Juan Jesus, mi ha dato tanti consigli per aiutarmi a migliorare, poi con Zielinski che me dispiaciuto sia andato via: è stato come un fratello. Adesso forse è cambiata la gestione mentale, così si può spiegare il rendimento diverso".