Il mercato di riparazione è ufficialmente chiuso. Il Napoli ha inserito in rosa 4 calciatori (Pasquale Mazzocchi, Hamed Traorè, Leander Dendoncker, Ciryl Ngonge), oltre a Matija Popovic parcheggiato al Monza fino al termine della stagione. Mentre le operazioni in uscita hanno coinvolto Gianluca Gaetano, Alessio Zerbin, Elijf Elmas e Alessandro Zanoli.

Se questo Napoli ne uscirà migliorato lo dirà il campo, da sempre e per sempre giudice supremo ed infallibile. La sensazione però, la solita, è che il team di Mazzarri potrebbe arrivare in Champions in ciabatte. Ma molto probabilmente, anzi sicuramente, ci sono delle problematiche che esulano da quelle strettamente legate al rettangolo verde (che comunque ha delle criticità).

Una di queste potrebbe (condizionale d'obbligo) essere legata alla questione rinnovi. Anche se, tranne Kvaratskhelia, quasi tutti hanno rinnovato. L'ultimo in ordine di tempo è stato Matteo Politano. Nuovo contratto con scadenza giugno 2027 ed ingaggio di 2.8 milioni di euro per un trentenne. Quindi, a 33 anni suonati, l'esterno di scuderia Giuffredi, percepirà 5.5 milioni lordi.

Un’operazione che non è mai stata nella politica societaria del club di Aurelio De Laurentiis. Contro natura. Comprensibile che alcune eccezioni vanno fatte. Meno come sia stato possibile fare (un'altra) eccezione per un calciatore sicuramente bravo, ma non irrinunciabile. Rinnovo arrivato in concomitanza dell'acquisto dell'ex veronese Ngonge, pagato 20 milioni in virtù delle difficoltà economiche dell’Hellas, e che rischia quindi di essere un panchinaro di lusso.

Soprattutto con Mazzarri, che non pare abbia troppa dimestichezza con la bontà delle 5 sostituzioni del calcio moderno. E se il belga a suon di prestazioni dovesse meritare la titolarità, il Napoli si troverebbe a pagare quasi 3 milioni netti un comprimario ultratrentenne. Una follia. C'è anche da dire che le prestazioni dell'ex Inter, comunque uno dei migliori nel marasma generale da settembre ad oggi, tendono drasticamente a calare quando il dettame tattico racconta di una difesa a tre.

Perché si trova a fare un sorta di trequartista quando in quel ruolo, ad agosto, sono stati investiti la bellezza di 28 milioni di euro per il cartellino di Jesper Lindstrom, divenuto oggetto misterioso, non solo del Napoli, ma dell’intera Serie A. I dubbi sono tanti.

Infine, ma non in ordine di importanza, resta incomprensibile l'esclusione dalla lista Serie A di Diego Demme a favore di Piotr Zielinski, che ha ormai più di mezzo piede sotto al Duomo di Milano. Il tedesco di Calabria, quando chiamato in causa, ha dimostrato attaccamento e soprattutto una professionalità fuori dal comune. Cosa che invece, ormai da mesi e mesi, il polacco non sta minimamente dimostrando.

Segnale non bello quello lanciato dalla società al resto del gruppo squadra. Nonostante le parole estive che raccontavano di esclusione per chi non avesse voluto rinnovare il contratto. Sembrano lontani decenni i tempi in cui un bravo attaccante come Arkadiusz Milik, pagato più di 30 milioni di euro, veniva gentilmente fatto accomodare in tribuna.

Sarebbe bello rivedere la rigidità di quel Napoli. Quelle azioni. Quella politica. Quella che ha posto le basi per il successo storico ed indimenticabile dello scorso anno. In attesa attesa di quel ritorno. Se ci sarà mai, un ritorno.