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Antonio Conte
Antonio Conte

Il Mattino in edicola si sofferma su Antonio Conte.

Antonio Conte: un serial winner

Antonio Conte non è solo un allenatore vincente: è un’icona, un catalizzatore di trionfi. Ora, con il Napoli, insegue il suo decimo titolo italiano — la sua “stella” personale — che diventerebbe l’undicesimo contando anche la Premier League conquistata con il Chelsea. Un trofeo tutt’altro che scontato, in uno dei campionati più duri del mondo. Ma lui sa come si fa.

Antonio Conte
Antonio Conte

Conte: con lo scudetto a Napoli sarebbe leggenda 

Il duello con l’Inter è serrato, emozionante, e potrebbe regalargli il quinto scudetto da allenatore in Serie A, un risultato che lo proietterebbe ancora più in alto nell’Olimpo del calcio italiano. Come Capello e Lippi, uno in meno di Allegri. Ma forse questo, proprio con il Napoli, sarebbe il più bello. Per la città, certo, ma anche per sé stesso.
Se dovesse riuscirci, Conte sarebbe il primo allenatore nella storia della Serie A a vincere il campionato con tre club diversi: Juventus, Inter e Napoli (tocchiamo ferro, direbbero i tifosi). Fabio Capello ci era andato vicino, ma lo scudetto con la Juventus del 2005 gli venne revocato per Calciopoli. Dunque, Conte resterebbe l’unico. Mister Wolf del nostro calcio: risolve problemi, anche se a volte poi li crea. Ma intanto, vince. Sempre.

Lui stesso conta già undici campionati, considerando anche la promozione in A con il Siena nel 2010/11. Negli ultimi 14 anni, chi lo ingaggia sa che con lui si torna al vertice. Subito.
Conte è rimasto lo stesso, dagli esordi sulla panchina della Juve a questo Napoli che ha trasformato da gruppo smarrito in armata affamata. Allena con il fuoco dentro: cambia allenamenti all’ultimo secondo, toglie giorni liberi, pretende tutto e subito. Ma i giocatori lo adorano. Perché lui dà tutto. E chiede tutto. Non fa giocare chi è stato comprato per “convenienza”: solo chi serve per vincere.

L’arrivo di Conte ha dato una scossa all’ambiente. Il Napoli era impantanato in una stagione mediocre, reduce da una crisi d’identità. Ma lui ha risvegliato la fame, ha dato una nuova rotta. Il ko con il Verona è stato il punto zero da cui ha ricostruito. Ora, con cinque partite rimaste, punta tutto: modulo, anima, carattere. Si parla di un possibile ritorno al 3-5-2, la sua firma, in vista della sfida con il Torino.
Conte gestisce tutto. Spogliatoio, allenamenti, comunicazione, perfino l’ambiente intorno al club. Mai nessun tecnico aveva avuto così tanto potere a Napoli, neanche Ancelotti. È un pacchetto completo. E De Laurentiis lo sapeva: se prendi Conte, sai che prenderai anche il suo carattere. E le sue pretese.

Ora si attende una conferma forte: un mercato da almeno 200 milioni, 8 nuovi innesti scelti direttamente da lui. Vuole garanzie. Senza compromessi. Perché Conte non scende a patti con nessuno. Il suo motto è chiaro: “Chi mi ama mi segua”. E questo, De Laurentiis, lo conosce benissimo. 
Trapattoni resta irraggiungibile con i suoi sette scudetti da allenatore (tutti, tranne uno, con la Juve). Ma Conte è il volto di una nuova era. Una leggenda viva, un condottiero ruggente. E, forse, con questo Napoli, è pronto a scrivere la pagina più bella della sua storia.


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