Per chi suona la campana? La lectio magistralis di De Laurentiis è una denuncia sullo stato deprimente del sistema Italia.

Ha detto tutto lui. In un comunicato di qualche riga, Aurelio De Laurentiis ha squarciato il pomeriggio ferragostano ed il velo di ipocrisia che attanaglia il calcio italiano e, a ben vedere, l’intero “Sistema Italia”.

Un modello basato sulla consorteria, sulla “deroga” alla regola, sull’approssimazione, sulla totale irrilevanza della parola data; e che si serve del sistema dei media per esercitare pressioni, per danneggiare l’immagine pubblica e per condizionare gli eventi.

Ha, sul serio, detto tutto Aurelio; in uno stile asciutto, lineare e asettico e, per questo, rivoluzionario, in un mondo che alimenta la pomposità della narrazione e si nasconde dietro i massimi sistemi.

“Sono stanco” gli fu detto. Benissimo, ma sia chiaro che così facendo Spalletti, che onestamente non ne esce bene da questa situazione, mise in difficoltà un Napoli che tutto avrebbe voluto tranne che ripartire da un nuovo tecnico.

Magnanimamente, il Napoli ha scelto di assecondare la volontà di un allenatore che altrimenti sarebbe stato ancora sotto contratto; e, grazie a quei contratti, che evidentemente ADL ha dimostrato di saper padroneggiare più della Federcalcio, si è garantito da una parola che, evidentemente aveva intuito come poco affidabile.

Tutto quello che gli “autorevoli” commentatori citati ignorano; blaterando di morale, di opportunità, di cadute di stile. Nel giorno in cui, Mancini stesso ha svelato come la linea editoriale del principale quotidiano sportivo milanese ehm… nazionale sia dettata dagli uffici di presidenza di via Allegri.

Il finale, poi, pregno di Max Weber e di rimandi all’etica degli affari, è un grido di disperazione verso le storture di un sistema che, nelle pieghe di una dimensione paventata come industriale, non nasconde un’anima provinciale, fatta di accordi sotto banco, di patteggiamenti farlocchi e di incapacità a fare impresa.

Un paese che scomoda ministri, sottosegretari e onorevoli per chiedere di stracciare contratti che a parti invertite, ne siamo certi, sarebbero stati invocati come la Torah e che invece oggi ci vengono dipinto come frivolezze.

Chapeau, Aurelio. Sono sicuro che ce la faranno pagare; ma oggi, chiunque sia tifoso del Napoli, anche quelli che non ti hanno risparmiato critiche e improperi, non può che essere orgoglioso di questa presa di posizione.


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