Termina 1-0 in favore dei rossoneri la sfida d’andata dei quarti di Champions League tra Milan e Napoli, a decidere il gol nel primo tempo di Bennacer.

Risultato che lascia la qualificazione ancora incerta in vista del ritorno al Maradona martedì 18 aprile alle 21, gli azzurri saranno costretti a rinunciare a due titolari, finora inamovibili, come Anguissa e Kim, dopo le decisioni (discutibili) dell’arbitro Kovacs, dovrebbe però tornare Osimhen a guidare l’attacco del Napoli dopo un’assenza che, al momento, dura da circa due settimane. A rientrare però non sarà solo il nigeriano, ma anche il tifo del Maradona chiamato all’appello da Spalletti nel post gara, componente troppo importante per mancare in un match così delicato. Nell’attesa della sfida di ritorno, andiamo ad analizzare il match d’andata, e il perché il Napoli nonostante il risultato e le assenze, esce da San Siro con non poche certezze.

Lo scacchiere tattico

Pioli conferma la difesa a 4 delle ultime settimane, che soprattutto in Champions pare funzionare, sono infatti 5 le partite consecutive senza subire gol in Europa. Coppia centrale formata da Kjaer e Tomori, Calabria e Theo sugli esterni, davanti la difesa coppia di centrocampo costituita da Tonali e Krunic, sulla trequarti Bennacer con a supporto sugli esterni Brahim Diaz e Leao, come unica punta di riferimento, Olivier Giroud.

In fase di possesso Calabria bloccato sulla corsia di destra con Theo Hernandez a spingere e creare spazio a Leao portandosi sempre un uomo in marcatura. A centrocampo Krunic si stacca da Tonali per variare e non dare riferimenti agli avversari, più avanzato Bennacer che ha agito soprattutto sulla trequarti sinistra, a scambiare la posizione con Diaz che invece ha giocato in posizione centrale gran parte del match. In fase difensiva difesa a 4 con Bennacer arretrato e Krunic da terzo di centrocampo in raddoppio su Kvaratskhelia. 

Spalletti schiera un 433, a sinistra ballottaggio tra Mario Rui e Olivera vinto dal portoghese, in attacco, data l’assenza di Osimhen, Elmas schierato punta centrale con Lozano e Kvaratskhelia larghi. In fase difensiva 442 con Elmas e Zielinski più avanzati e Kvaratskhelia e Lozano a supporto di Lobotka e Anguissa. In fase di manovra Di Lorenzo all’altezza di centrocampo a spingere, con Lobotka a spaziare davanti la difesa, Kvaratskhelia e Lozano molto larghi e Elmas, nonostante le caratteristiche diverse da Osimhen, a fungere da 9 puro a cercare profondità, Zielinski ad occupare lo spazio alle spalle del macedone.

L’analisi del match

La partita, nonostante i precedenti ci hanno dimostrato il contrario, ha visto il Napoli comandare dal punto di vista tattico e delle occasioni, in parte lo dimostrano anche i numeri, 1.34 xG (1.13 xG per il Milan), 53% di possesso palla, 16 le conclusioni, 6 in porta, ma soprattutto 5 occasioni create, non un caso se Maignan sia stato tra i migliori in campo, con 5 parate, di cui 3 in area di rigore.

Gli spunti tattici sono numerosi, per il Milan è stato fondamentale in fase di ripiego la partita di Krunic, tra i due di centrocampo ad inizio match, allargato a destra quando era il Napoli ad avere palla, questo per aiutare Calabria e andare in raddoppio su Kvaratskhelia, il georgiano infatti ha fatto fatica a trovare le vie interne del campo agendo soprattutto sull’esterno. Per il centrocampista del Milan 53 tocchi (82% di precisione), 4 contrasti vinti, 2 duelli aerei vinti, ed un salvataggio sulla linea proprio su Kvaratskhelia.

Altra mossa che ha fatto male agli azzurri è la posizione di Bennacer, in continuo movimento, a scambiarsi con Brahim Diaz che ha giocato soprattutto in zona centrale con l’algerino a sinistra. Questo per prevenire la pressione alta del Napoli e uscire con qualità palla al piede, il gol ne è la prova, con lo spagnolo che si abbassa per evitare lo scarico su Bennacer marcato a uomo da Lobotka, e con una grande giocata salta il primo pressing aprendo il campo e trovando proprio Bennacer sulla fascia sinistra. Brahim chiude il match con 34 tocchi (84% di precisione), 1 passaggio chiave, 4 dribbling riusciti (su 5), e 6 contrasti vinti. 

D’altra parte, nonostante si potesse pensare ad un’ennesima partita di sofferenza del Napoli contro la squadra di Pioli, gli accorgimenti tattici apportati da Spalletti hanno fatto uscire gli azzurri da San Siro, nonostante il risultato, con numerose certezze.

Rispetto alla doppia sfida di campionato infatti, c’è stata una diversa disposizione tattica in fase difensiva della squadra ospite, situazione che probabilmente sarà riproposta anche nel match di ritorno date le difficoltà avute dal Milan in costruzione, infatti i rossoneri hanno creato tre occasioni pericolose, due in ripartenza e una da calcio d’angolo, mai pericolosi in manovra. Il 442 infatti ha permesso di creare superiorità numerica in mezzo al campo e la pressione di Zielinski e Elmas sui due centrali hanno chiuso le uscite di Tomori palla al piede, giocata classica del Milan per trovare Bennacer o Tonali, che sono stati costretti il più delle volte a tornare indietro proprio per la densità a centrocampo degli avversari, Kvaratskhelia arretrato ha dato grande supporto chiudendo con 10 contrasti vinti e un solo dribbling subito. Dall’altro lato Anguissa sino all’espulsione ha cercato di limitare gli inserimenti di Theo, raddoppiando con Di Lorenzo, per il camerunese 71 tocchi (85% di precisione), 100% i dribbling riusciti e 6 contrasti vinti.

In fase offensiva numerosi i problemi creati dall’assenza di Osimhen, in primis, senza il nigeriano, il Napoli perde tutto il suo peso offensivo, troppo leggeri Elmas e Raspadori per creare pericoli a due centrali fisici come Tomori e Kjaer, e soprattutto per caratteristiche, non in grado di dare profondità, infatti in molte occasioni è mancato proprio l’ultimo passaggio sulla trequarti, si cercava sempre il palleggio e una volta sul fondo raramente sono arrivati cross dagli esterni, ma il più delle volte si ripartiva da Lobotka, questo perché a mancare con Osimhen era una soluzione offensiva per velocizzare la manovra. In costruzione, le azioni più pericolose sono arrivate soprattutto dai piedi di Di Lorenzo, che ha sacrificato l’uno vs uno con Leao (lasciando Anguissa in aiuto di Rrahmani) per spingersi sulla trequarti offensiva, per lui 79 palloni toccati, 85% di precisione, 1 passaggio chiave, 4 contrasti vinti, 4 duelli aerei vinti, 2 dribbling riusciti, 2 conclusioni, 3 salvataggi e 1 intercetto, il migliore per quanto riguarda gli undici di Spalletti.

Al ritorno è probabile che vedremo nuovamente determinate situazioni tattiche, soprattutto per quanto riguarda il Napoli, che si può ritenere soddisfatto della prestazione e di aver finalmente messo in grande difficoltà una squadra solitamente molto ostica. La sfida è ancora aperta, soprattutto se in avanti tornerà a disposizione di Spalletti Victor Osimhen.