Ci sono due piccoli dettagli che riguardano la “maxi multa” inflitta alla Juventus, a corredo dell’esclusione dall’ambitissima Conference League.

Se infatti ci si sofferma ai titoli dei media, ciò che si comprende è che i bianconeri abbiano subito una pena pecuniaria di 20 milioni di euro. Pochissimo per ciò che hanno fatto, ma almeno un ordine di grandezza in più dei ridicoli ed offensivi per la giustizia 718mila euro comminati nel territorio nazionale.

Ma c’è di più. Anzi di meno.

Andando a guardare il dispositivo infatti si scoprono i due dettagli: Il primo, menzionato su qualche organo di stampa, è che metà di questi venti milioni in realtà sono con la condizionale, ovvero la Juve non li dovrà pagare se rispetterà il settlement agreement negli anni futuri. Insomma è come dire che tu hai 100 mila euro di multa, ma solo se non rispetti i limiti di velocità. Di fatto: quei 10 milioni di multa, ad oggi, non esistono.

L’altro particolare è ancora più succoso, e pregno del succo amaro dell’ingiustizia e della presa in giro. Andando a leggere il dispositivo per quanto riguarda i primi 10 milioni, quelli dovuti a prescindere, si legge: “la Juventus sarà tenuta al pagamento di Euro 10 Milioni in parte trattenuto dagli introiti della partecipazione alle competizioni UEFA nelle prossime stagioni sportive”.

Tradotto? I restanti 10 milioni non sono propriamente una multa di 10 milioni, poiché parte di essi – non è specificato quanto, magari tutti – verranno semplicemente detratti dagli introiti di cui la Juve beneficerà l’anno venturo qualora riuscisse a qualificarsi in Europa: Champions, Europa League o Conference League non avrà importanza. Come a dire: vabbè, quando ti qualifichi poi ne parliamo e te li tolgo.

Non c'è che dire, Gravina il suo lavoro come vicepresidente della UEFA lo ha eseguito nel “migliore dei modi”.


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