Si vivono strane estati a Napoli. Ogni anno, quando il sole è in mezzo al cielo cocente, in un qualsiasi locale che si improvvisa bar sport, nelle vie e viuzze di questa bella città, va di scena il solito copione.

Da quindici anni, anno più anno meno, da giugno al primo settembre la fantasia raggiunge livelli elevatissimi, con tratti di comicità spicciola e competenza sconosciuta.

Anno dopo anno, le scuse e le critiche si sprecano. Alcune volte si sono intersecate.

I salvatori del calcio a Napoli sotto l'ombrellone

Come è che una piazza che ha una area metropolitana di quasi 4 milioni di persone (senza considerare le province di Caserta e Salerno) non riesce mai a sforare la soglia dei 15000 abbonati? Come è possibile che una metropoli europea che ha una sola squadra di calcio faccia meno abbonamenti di tantissime piazze grandi come un quartiere singolo di Napoli? Come è che nell'anno dello scudetto si siano staccati solo 10 mila abbonamenti (numeri per eccesso)?

Tutto nasce (e muore) in estate. Sotto gli ombrelloni si decidono le sorti del calcio a Napoli. O meglio, si crede questo. Perché poi, a settembre inoltrato, tali tesi vengono smontate pezzo per pezzo come le auto che fanno i crash test, arrivando addirittura ad etichettare fallimentare una stagione chiusa al secondo posto.

Gli anni delle scuse

Dopo un solo anno di Serie A, gli abbonati furono pochi perché "i bagni erano sporchi e zozzi". L'anno dopo, perché "il cartellone che doveva indicare il risultato non c'era". L'anno dopo ancora perché "la pista di atletica è talmente ampia che non si vede nulla". Poi si toccò l'Everest.

Ci fu l'anno di Bastos. Il terzino preso dalla Roma fece nascere il papponismo imperituro. Bastos. Scambiato per Roberto Carlos o Carlos Alberto, un Garrincha terzino sinistro. Fu l'anno anche di Keita a Roma. Nei confronti della Roma e dei suoi pseudo progetti, è sempre esistita questa sorta di gelosia. Inspiegabilmente.

Poi venne l'anno dei parcheggi (irrisolti) che è un problema solo se il Napoli non lotta per i primi posti. Se si vola, i parcheggi non sono un problema, anzi, "tutt quant anna mettere 'o piatt a tavola". L'anno della cessione di Lavezzi con "Cavani che avrebbe fatto cinque gol senza il pocho su rigore" fu la prima avvisaglia della scarsità di contenuti, di vision aziendale al contrario e di negligenza calcistica. Perché tanto poi "se Adl mette le mani nel water, pesca le aragoste".

L'anno in cui "Higuain se era buono lo davano a noi" al posto di Cavani (che senza Lavezzi sfiorò la bellezza di 30 gol solo in campionato) mise il punto definitivo al vecchio Napoli per l'internazionalizzazione di Benitez (che mangiava le polpette in panchina), ma che se ne resero conto dopo anni e anni.

Poi venne Sarri, coniato in un clamoroso "sarricett" che sostituì il più classico dei "panettoni" (nel senso che non riusciva a mangiarsi il panettone a dicembre).
Poi Ancelotti, l'ex allenatore. Quello che vince solo con Cristiano Ronaldo. Mai secondo posto fu più sottovalutato nella storia del calcio.

Estate 2022: la ciliegina sulla torta

La torta era pronta, mancava la ciliegina. È arrivata nell'estate torrida del 2022.
La scusa, o meglio il motivo per il quale si son fatti meno abbonati (o giù di lì) dello Spezia è da ricercare nel brevetto A16. Tanti erano i seguaci, che a Dimaro De Laurentiis era chiuso in Hotel e Spalletti doveva sorbirsi attacchi verbali alla sua persona durante gli incontri coi tifosi reo di "non avere le palle". Un movimento espanso a macchia d'olio in ogni ceto sociale della città, che seguiva i loro "fari" come luce in fondo al tunnel. Hanno vissuto i primi mesi nel mutismo selettivo.

Dopo le prime due vittorie si era parzialmente in silenzio, salvo poi tornare alla carica dopo i due pareggi con Lecce e Fiorentina. Poi, piano piano, l'autunno è arrivato. E pure l'inverno, per citare Game of Thrones.

La primavera ha portato lo Scudetto. Che non sarà festeggiato da chi è stato a Gela. O sarà festeggiato con un nodo alla gola grosso quanto un meteorite. Non serve più citare ad ogni pié sospinto la cittadina siciliana. Perché proprio restando in Sicilia mi torna in mente il bel film di Pif, "la mafia uccide solo d'estate".
Solo che a queste latitudini è il papponismo che "uccide solo d'estate".

A settembre va in letargo, questa volta si spera per sempre.