Napoli, ma quale città della musica?
"Napoli si conferma al centro dell’industria musicale", aveva dichiarato il Sindaco Gaetano Manfredi in occasione dell'adesione alle celebrazioni della Festa della Musica. Peccato non avesse specificato quale tipo di musica. Se il sindaco intendeva gli sfornatori di hit da radio, non gli si può dare torto. Ma è possibile che un napoletano debba sempre fare una trasferta per partecipare a un grande concerto?
Napoli ostaggio della propria identità?
Napoli, città della musica, si diceva. Senza tirare in ballo Milano o Roma, i cui stadi vedono ogni anno grandissimi artisti internazionali, se Napoli viene chiamata dal Sindaco la città della Musica, allora cos'è la piccola Firenze, capace, negli anni, di far esibire artisti del calibro di Pearl Jam, Tool, Foo Fighters, Radiohead, Metallica, Iron Maiden?
Quando si parla di grandi concerti a Napoli, oramai, è inevitabile pensare a Gigi D'Alessio, l'unico, insieme al recentissimo Geolier, a riempire stadi, piazze, quartieri. Ma è possibile che questa città non riesca ad attrarre qualcosa di (musicalmente parlando) migliore? Immaginate per un attimo una band come i Metallica a Napoli. Immaginate l'afflusso di persone che arriverebbero da ogni dove, soprattutto dalle regioni limitrofe i cui residenti eviterebbero così gravose trasferte in Lazio o, peggio ancora, Lombardia. Immaginate l'indotto economico generato.
Napoli diventi città della musica, ma sul serio
Chiaro, non è il Sindaco a decidere quali sono le tappe dei tour mondiali di un artista o di una band, su questo ci mancherebbe. Ma forse, Napoli è diventata ostaggio della propria immagine? Forse è questo il motivo per il quale questa città riesce a ospitare un grande concerto ogni (se va bene) dieci anni? Prima dei Coldplay lo scorso anno, ci fu Bruce Springsteen a Piazza del Plebiscito. Ma quelli erano altri tempi, in cui lo stadio non era agibile per concerti di questa portata. Lo scorso anno, la band inglese ha fatto registrare più di 40.000 spettatori.
Napoli risponde sempre ai grandi eventi, eppure i grandi eventi scarseggiano qui a Napoli. Per confermarsi città della Musica, caro sindaco, non basta riempire di date lo Stadio Maradona con Geolier oppure Piazza del Plebiscito con Gigi D'Alessio. Non bastano gli sfornatori di hit estive che tra dieci anni saranno dimenticati. Napoli ha fame di grandi eventi, ma quelli con la E maiuscola. Un appello quindi a tutti gli organizzatori di concerti in Italia: Napoli raccoglie un bacino d'utenza impressionante, se consideriamo tutte le regioni limitrofe: aiutateci a portare anche qui la buona musica. E non solo coloro i quali dominano nelle radio italiane.