Giacomo Raspadori è stato, fino ad oggi, una sorta di pomo della discordia della gestione di Rudi Garcia. Un calciatore che già ha assaporato tutti i ruoli di umana comprensione, e siamo solo a metà ottobre: esterno alto a destra; esterno alto a sinistra; trequartista; mezzapunta; centrocampista centrale; seconda punta. Ed è evidente, quindi, cun girovagare che ha tolto spazio importante a calciatori come Elmas (su tutti), Lindstrom, Cajuste, Gaetano. Con i conseguenti, e inevitabili, strascichi che decisioni del genere portano con sé. Perché se il nord macedone, ad esempio, si vede costantemente sorpassare dal nazionale italiano anche in ruoli non prettamente consoni all'ex Sassuolo, allora le domande e i dubbi, e le relative demotivazioni, rimbombano nella mente di chi li vive.

Ma volendo trovare il lato positivo anche all'infortunio di Victor Osimhen - che lo costringerà a stare fuori per almeno un mese e minimo 5 partite - possiamo ragionevolmente credere che sia il momento giusto per Jack di tornare a casa. Sempre se il buon francese ricordi minimamente come Raspadori veniva utilizzato dal predecessore Spalletti, o di come lo stesso Spalletti lo utilizza in nazionale. Oppure, volendo essere più "internazionali", di come lo utilizzava Roberto De Zerbi e soprattutto ciò che l'attuale tecnico del Brighton pensa del ragazzo.

Eppure Spalletti e De Zerbi non hanno fatto altro che valutare il ragazzo in allenamento, vedere le partite degli anni precedenti (quelle del Sassuolo di De Zerbi nel caso di Spalletti) e fare la cosa più semplice di questo mondo: schierarlo nel suo ruolo naturale. Nessuna invenzione e nessuna ricerca di alternativa. Prima punta. Stop, senza alternative.

Magari il ragazzo è bravo anche come seconda oppure trequartista, ma non cambia il concetto. Giacomo Raspadori è stato, è e sarà una prima punta. Atipica, certo, più un falso 9, vero. Ma prima punta. E come tale va utilizzato. Se poi si crede di trovare spazio in ogni luogo del mondo, si rischiano non solo di fare brutte figure, ma anche di depauperare un investimento importante.

Ricordiamo, per amor di cronaca, che l'anno scorso, proprio di questi tempi, Osimhen si infortunò contro il Liverpool. Per le successive gare fu scelto proprio Raspadori, e quindi non Simeone, come naturale sostituto del nigeriano. E i risultati furono clamorosi con addirittura tutte vittorie. Decise anche da Simeone, ma sempre da subentrato (Milano e Cremona su tutti).

Verona - Napoli è alle porte. Vedremo se Garcia si appoggerà a una situazione già vissuta, e naturale, oppure farà qualcosa di nuovo, che significherebbe la titolarità dell'ottimo Simeone. Se così fosse, si spera che il Cholito, ex di turno, punisca la simpaticissima tifoseria veronese, sempre accogliente. E, sempre se così fosse, che Raspadori non continui a girovagare per il campo senza meta.