Il Napoli si lancia nel mondo degli eSports: ma perché?
Un mercato fortemente in crescita che nel 2023 ha raggiunto un fatturato di oltre 2 miliardi di dollari: una ghiotta occasione per tutti i club calcistici.

Che il reparto marketing del Napoli, sotto la guida attenta, competente e fresca di Tommaso Bianchini, stia facendo passi da gigante è una cosa oramai sotto gli occhi di tutti. Il Napoli si lancia a capofitto, finalmente, nel mondo degli eSports. Un evento, questo, che potrebbe far storcere il naso alla maggior parte dei tifosi, ma in realtà è un passo importante per il club in ottica futura. Proviamo a capire perché.
Quanto vale il mercato degli eSports?
Il mercato degli eSports ha raggiunto nel 2023 un valore stimato di 2 miliardi di dollari, con previsioni di crescita del 15% tra il 2024 e il 2032 (fonte: GMI). Questo sviluppo è stato trainato dal lancio continuo di nuovi prodotti, dagli eventi dal vivo e dai contenuti video on-demand.
Da Coca-Cola a Mastercard, passando per Honda, Nike, KFC, Red Bull e Mercedes Benz, i grandi brand hanno investito cifre milionarie nel settore degli eSports, diventando sponsor delle competizioni videoludiche. Il giro d’affari è in costante crescita: dai circa 480 milioni di dollari investiti nel 2019, si è passati a quasi 800 milioni nel 2022, fino a toccare 895 milioni nel 2023. Le previsioni indicano che quest’anno il settore supererà il miliardo di dollari (fonte: Statista).
Il 2023 ha segnato un record storico per gli eSports: il World Championship di League of Legends ha raggiunto un picco di 5.554.169 spettatori, generando oltre 133 milioni di euro in valore mediatico (fonte: Shikenso Analytics). Altri eventi iconici includono il Fortnite Fall Skirmish Series organizzato da Epic Games, con un montepremi di 10 milioni di dollari (4 dei quali ai primi cinque classificati), e The International di DOTA, che nel 2018 ha offerto un montepremi di 24,8 milioni di dollari.
Perché il Napoli si è lanciato nel mondo degli eSports
Chi pensai ai videogame come passatempo, probabilmente è rimasto a dieci anni fa. Il mondo videoludico si è evoluto. E tanto. La nascita di piattaforme di streaming, attraverso le quali i videogiocatori interagiscono con i loro spettatori e, chiaramente, trasmettono le loro sessioni di gameplay, hanno favorito alla proliferazione di quelli che, in principio, erano definiti streamer. Negli ultimi anni, però, questo mondo si è evoluto.

In realtà, gli eventi relativi ai videogiochi ci sono almeno da quarant'anni. È dagli anni '80, infatti, che le competizioni videoludiche hanno assunto rilevanza nazionale, arrivando a essere trasmessi in diretta dai più famosi broadcaster. Chiaramente, parliamo di paesi oltre oceano (principalmente America e Giappone). Nel frattempo, il numero di videogiocatori nel mondo è cresciuto a dismisura, grazie anche alla nascita di nuove console di fascia economica che hanno contribuito alla crescita del fenomeno.
In Italia, ad oggi, si contano circa 13 milioni di videogiocatori, con un'età compresa tra i 6 e i 64 anni, su un totale mondiale stimato di circa 3,7 miliardi. In particolare, il nostro paese è tradizionalmente legato agli eSports: sono circa 7,3 milioni (quindi più della metà dei videogiocatori in Italia) gli appassionati del settore, suddivisi principalmente tra League of Legends e Valorant, seguiti da EA Sports FC e Rocket League.
I dati mostrano che i fan più appassionati di eSports, quelli che dedicano oltre 10 ore settimanali alla visione di contenuti, tendono a spendere di più in prodotti legati al settore rispetto ai fan occasionali. Le piattaforme di streaming più utilizzate sono YouTube Gaming (47%) e Twitch (43%), seguite da Free TV, Facebook Gaming e Pay TV.
Fatturato eSports in Italia: siamo ancora indietro, ma in crescita
In Italia, il settore degli eSports ha iniziato a generare fatturati significativi, raggiungendo quasi 50 milioni di euro nel 2022. Con quasi 6 milioni di utenti attivi, gli italiani si posizionano al terzo posto in Europa per audience di eSports (fonte: Deloitte).
Tuttavia, il settore stenta ancora a prendere il volo. Mentre all'estero gli eventi riempiono arene con migliaia di spettatori paganti, in Italia la maggior parte delle competizioni dal vivo si svolge all’interno di fiere di settore. Questo rallentamento è in gran parte attribuibile alla mancanza di un quadro normativo adeguato: non esistono contratti o regolamenti fiscali specifici per chi opera nel mondo dei videogiochi.
Al contrario, in Germania sono state introdotte leggi che rendono gli eSports tassabili, mentre in Francia il Ministero dell’Economia e dello Sport ha varato la "National Strategy of eSports 2020-2025" per favorire lo sviluppo del settore.