La riforma del regionalismo arriva allo scontro finale in Parlamento. L’Aula della Camera ha respinto la richiesta di inversione dell’ordine del giorno presentata dal Pd e bocciato la richiesta, avanzata da Avs con l’appoggio di Pd e M5s di rinviare in commissione il disegno di legge sull’Autonomia differenziata fortemente sostenuto dal ministro leghista Roberto Calderoli.

L’opposizione attacca

La votazione definitiva potrebbe dunque arrivare già entro questa settimana. L’opposizione è pronta alle barricate. La segretaria del Pd Elly Schlein ha serrato le fila dei parlamentari affermando: «Dobbiamo fermare il cinico baratto fra Autonomia differenziata e premierato, si devono fermare».

Il confronto tra maggioranza e opposizione sale di tono. «Non spaccate l’Italia, fermate la secessione», ha detto in aula il deputato del Pd Marco Sarracino. E ha aggiunto: «L’esito delle elezioni Europee ha mandato un messaggio chiaro al governo. Avete perso al Sud: il Mezzogiorno ha votato contro l’Autonomia differenziata».

«Daremo battaglia - afferma il deputato del Pd Piero De Luca - per evitare l’approvazione di una riforma che giudichiamo vergognosa sia nel merito, perché cristallizzerebbe un’Italia spaccata in due, con cittadini di serie A e di serie B, rendendo impossibile vivere al Sud, sia per le modalità con le quali è stata portata avanti». Secondo De Luca (figlio del presidente della Regione Campania) «si vuole mettere a rischio l’unità nazionale in nome di un accordo di potere fondato sullo scambio tra il premierato sostenuto da Fdi e l’Autonomia differenziata voluta dalla Lega».

Vanno all’attacco anche i 5 Stelle: «Il popolo non vuole questa riforma “spacca-Italia”, il voto per le Europee lo ha dimostrato chiaramente. La maggioranza faccia una riflessione», dice il deputato penta- stellato Alessandro Caramiello.

Assicura «ostruzionismo fino alla morte» il deputato di Avs Francesco Emilio Borrelli, che ha appena sfiorato l’elezione al Parlamento Europee con quasi 50mila consensi. «Questa riforma è una vergogna, chi la voterà passerà alla storia per aver partecipato all’assassinio del Mezzogiorno», aggiunge.

La replica del governo

A destra, c’è cautela in Forza Italia. La deputata Annarita Patriarca argomenta: «Fin dall’avvio del percorso parlamentare, Fi ha lavorato per migliorare la legge e smussare aspetti potenzialmente critici riuscendo a ottenere importanti risultati sul fronte della difesa del Sud Italia. Continueremo a svolgere questo ruolo a tutela della nostra terra. In extrema ratio - sottolinea Patriarca - saremo anche pronti a votare contro se ritenessimo che la legge si possa rivelare lesiva per gli interessi del Meridione ma siamo certi che riusciremo a trovare un punto di equilibrio».

Tira dritto la Lega. Il deputato campano Gianpiero Zinzi assicura: «Questa non è una riforma contro il Mezzogiorno. Al contrario, si propone di ridurre i divari esistenti dando la possibilità a chi ben amministra di gestire in autonomia determinate materie. È quello che pensano tanti amministratori di centro- sinistra, anche se evitano di dirlo».

Il deputato di Fratelli d’Italia Michele Schiano di Visconti, dichiara:

Il centro sinistra giura battaglia

L’opposizione però non ci sta. «Siamo pronti a mettere in campo tutte le azioni e gli strumenti che i regolamenti parlamentari mettono a disposizione - replica Piero De Luca - il testo non prevede copertura per i Lep ed è una follia assoluta, anche alla luce del messaggio forte che arriva dalle Europee: al Sud il governo è in minoranza, il Pd è il primo partito».

Valentina D’Orso, deputata M5S, paventa il rischio di una «balcanizzazione del nostro Paese, con ogni staterello intento a coltivare il proprio orticello. Non vogliamo un nuovo feudalesimo, con regioni in mano a novelli signorotti che contrattano con alcuni per privatizzare i servizi pubblici come la Sanità».

E il dem Sarracino lancia l’ennesimo appello alla maggioranza: «Non andate avanti in questo cinico scambio fatto sulla pelle delle istituzioni e dei cittadini meridionali».