Prosegue il ventesimo turno di serie A, non senza sorprese. Infatti, nella giornata di ieri, due i risultati inaspettati: il Milan cade malamente in casa con il Sassuolo. 2-5 il risultato finale, neroverdi ormai vincenti a San Siro per il terzo anno consecutivo, prosegue la crisi rossonera: la squadra di Pioli non vince dal 4 gennaio, quando - seppur a fatica - portò a casa i 3 punti battendo la Salernitana, ora è tempo di decisioni a Milanello per provare a cambiare rotta ed evitare di passare in poche settimane da rivale scudetto alla zona Europa League; prosegue il campionato sempre più disastroso, in campo e fuori, per la Juventus, uscita sconfitta 0-2 in casa col Monza, che fa bottino pieno questa stagione con i bianconeri, che ora più che guardare avanti, farebbero bene a guardarsi le spalle.

Nel pomeriggio arriva il pareggio della Lazio con la Fiorentina, 1-1 il risultato finale, partita divertente, tante le occasioni da gol, poco cinismo sotto porta, ormai costante della stagione viola.
La copertina però, va ovviamente alla sfida disputata al Maradona, tra Napoli e Roma, partita che valeva tanto per entrambe. I capitolini sono una delle squadre in questo momento più organizzate del campionato e se continua in questo modo è sicuramente la principale candidata al secondo posto, dall’altro lato il Napoli, 53 punti in appena 20 giornate, media di 2,6 punti a partita, distacco di 13 punti sull’Inter seconda in classifica, il più ampio dopo 20 giornate nella storia del nostro campionato, inoltre mai nessuna squadra ha fallito l’obiettivo scudetto dopo essersi trovata così avanti, i presupposti quindi ci sono tutti, e i segnali che arrivano sono sempre più incoraggianti, e di segnali ne sono arrivati tanti proprio nella sfida ai giallorossi.


La partita termina 2-1 per gli azzurri, ad aprire la partita un gol meraviglioso di un attaccante sempre più straordinario, Victor Osimhen, nel secondo tempo il pareggio di El Shaarawy, a decidere infine il match il Cholito Simeone, che si gira (di nuovo) e piazza il pallone sotto l’incrocio. Come detto, segnali incoraggianti, e la vittoria, sembra strano dirlo, c’entra poco, si perché questa squadra è cresciuta, è maturata fino ad arrivare a comprendere momenti e situazioni che prima soffriva tremendamente, decisivo l’apporto delle seconde linee, Simeone ed Elmas su tutti, è già il terzo gol che l’argentino segna in campionato da subentrato, peraltro tutti decisivi, Milan, Cremonese e Roma, risultato, 9 punti, impressionante il dato che lo vede segnare un gol ogni 58 min. Inevitabile, inoltre, parlare della crescita del macedone Eljif Elmas, giocatore che anche ieri è entrato benissimo creando buone trame di gioco e linee di passaggio per gli inserimenti degli esterni, 4 gol e 1 assist in 6 partite da titolare in stagione, con 5 vittorie e 1 pareggio, non è un caso se dietro le due stelle più brillanti di questa squadra ci siano due giocatori di questo tipo, sempre pronti a dare il loro contributo pur non avendo moltissimi minuti a disposizione.

A proposito di stelle, la coppia Kvara Osimhen continua a incantare l’Europa e terrorizzare le difese avversarie, oggi buona prova della Roma in fase difensiva, ma poco da fare sulle giocate di due fenomeni che anche ieri hanno aggiornato le statistiche, sono 7 gol e 8 assist per il georgiano in 16 presenze, prendendo parte a una rete ogni 77 minuti, ad affiancarlo il capocannoniere della serie A, 14 gol in 16 presenze, 11 reti segnate in 10 partite proprio da quel gol con la Roma all’Olimpico che valse i 3 punti.

Altro protagonista assoluto del match è stato Lobotka, il quale aveva un compito difficilissimo: costruire e gestire il pallone dal pressing della Roma e tenere il giocatore più pericoloso avversario, Paulo Dybala. Lo slovacco ne esce con il 93% di precisione passaggi, 100% sui contrasti vinti (6/6) e 0 dribbling subiti, a dimostrazione dell’importanza non solo in fase di manovra ma anche in copertura.

Non può esistere però grande vittoria, se di fronte non c’è un grande avversario, ne va dato il giusto merito, la Roma ha giocato probabilmente la sua miglior partita stagionale, per intensità, per occasioni create e per l’attenzione in fase difensiva, probabilmente neanche Spalletti si aspettava una squadra così aggressiva, soprattutto sulla prima uscita, importante in tal senso la prestazione di Matic che dopo il recupero lanciava subito (89% precisione passaggi) uno tra Pellegrini e Dybala. Ennesima grande partita di Smalling, che ha avuto il compito però più difficile, cioè quello di tenere a bada una furia come Osimhen, e ancora una volta è lui a pagarne le conseguenze. Deludente invece il tridente schierato da Mourinho, soprattutto per quanto riguarda Abraham, ennesima prestazione opaca di una stagione non di certo da ricordare, troppo pochi i palloni giocati. Emblematica la posizione in campo, infatti l’inglese ha giocato la maggior parte di quei palloni sulla linea di centrocampo, un attaccante con quelle caratteristiche fisiche non può permettersi di giocare così lontano dalla porta, motivo principale della fatica a trovare la rete quest’anno.

Nota positiva per Mourinho il solito El Shaarawy, ispirato dal Maradona, segna ancora, questa volta però serve a poco, buona comunque la sua prestazione, probabilmente il migliore dei suoi.
Tanti spunti positivi quindi, per entrambe le squadre, in una partita giocata alla pari e che proprio per questo certifica il grande stato di forma psicologico del Napoli, forse per la prima volta da tanti anni a questa parte, il Napoli non è solo la più forte, ma sa di esserlo, e può fare tutta la differenza del mondo.