Sarri: “Sarò sempre grato a De Laurentiis per avermi dato il Napoli”
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Maurizio Sarri, ex allenatore del Napoli, ha rilasciato un’intervista al Corriere della Sera.
Sarri descrive il suo rapporto col calcio
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«Difficile a causa di problemi personali: qualcuno si è risolto, altri no. Ho perso mia mamma e uno zio a cui ero legatissimo. Mia moglie è stata in terapia intensiva e anche io ho avuto un infortunio. Dopo la sofferenza ci siamo ripresi».
«Mi piace tutto del calcio, tranne una cosa».
Quale?
«Il mercato: sembra la soluzione per risolvere ogni problema. Non si parla mai invece di come sviluppare il talento».
Ha visto molto calcio in tv?
«Sulle piattaforme specializzate. Ma un conto è vedere le partite, un divertimento di 90’. Un altro è studiarle, un lavoro di tre ore».
Gli allenatori giovani della nouvelle vague hanno fallito in Champions.
«Mi auguro che la stessa distinzione valida fra i giocatori, e non fra giovani e vecchi, ma fra bravi e meno bravi, si applichi anche ai tecnici. Il valore di un allenatore deve essere però misurato sul torneo più lungo, il campionato. Non sulla coppa, dove incidono i singoli episodi».
Si dice che a lei serva tempo per inculcare i suoi principi di gioco. Un pregiudizio?
«Luogo comune: sono arrivato al Chelsea a fine luglio, a settembre abbiamo ottenuto risultati straordinari. Mi hanno dato del lamentoso quando ho sollevato il problema dei calendari, ora tutti protestano: certamente con tante gare ravvicinate un gioco più rozzo si assimila prima».
Sarri descrive il rapporto con De Laurentiis e Lotito
«Aurelio De Laurentiis forse è una persona più complessa, ma gli sarò sempre riconoscente per avermi fatto allenare la squadra per cui tifavo da bambino. Lotito è diverso da come appare: gli voglio bene ma le discussioni sono state frequenti nell’ultimo periodo. Dopo un secondo posto e la vendita di Milinkovic Savic mi aspettavo rinforzi. Alla fine, avevo attaccato il mio malcontento alla squadra».
Il calciatore più forte che ha avuto?
«Sono legato a un ragazzo, sensibile e delicato, che avrebbe potuto avere una carriera strepitosa, Riccardo Saponara».
Come è andata veramente nel 2015: era fatta o no al Milan?
«Dopo il colloquio Galliani mi disse che la trattativa stava andando a buon fine. Ma poi non lo sentii più: secondo me il Cavaliere trasalì quando lesse una mia intervista dove dissi che non avrei votato Renzi perché troppo a destra come Berlusconi».
Da quando stiamo parlando ha finito un pacchetto di sigarette. Com’è il suo rapporto con il fumo?
«Disastroso, direi».