Il ciclone Victor Osimhen si abbatte su Marassi, travolgendo la Sampdoria e costringendola così alla tredicesima sconfitta stagionale. Il Napoli, invece - pur non grazie a una prestazione brillante - torna a mettere distanza tra sé e le inseguitrici, in attesa del Milan impegnato in casa con la Roma.

Sampdoria-Napoli, il riassunto del match

Il primo tempo, per larghi tratti, sembra essere una continuazione di Inter-Napoli, complice forse il campo reso molto pesante dalla pioggia che ha flagellato Genova sin dal primo pomeriggio. Pronti-via e il Napoli, a una manciata di secondi dal 3', guadagna un calcio di rigore per un fallo di Murru ai danni di Anguissa. L'arbitro Abisso lascia correre, ma è il var - dove ci sono Valeri e Longo - a richiamare il fischietto di Palermo per una OFR (on field review).

Dopo un lunghissimo check, Abisso convalida il rigore. Francamente, il difensore doriano e Anguissa si contendono la posizione in maniera più che regolare e lo step on foot di Murru avviene a palla oramai lontana e col camerunense a terra; un rigore che ci sembra eccessivo, ma Politano si presenta sul dischetto e si fa parare e deviare il rigore sul palo. Fortunatamente.

Il match prosegue e il Napoli sembra ancora impreciso, pur macinando gioco e azioni interessanti che si concludono con pochissima precisione. Tuttavia, la Sampdoria deve fare i conti con un ciclone chiamato Victor Osimhen: palla di Mario Rui a poca distanza dal vertice sinistro dell'area blucerchiata (sesto assist in campionato per il Maestro) e zampata del numero 9 azzurro che deposita alle spalle di Audero. Gol.

Al 38' altro episodio chiave: Osimhen sgaloppa verso l'area di rigore doriana dopo un contrasto vincente con Nuytinck, ma viene falciato da dietro da Rincon. Abisso non ha dubbi ed estrae il cartellino rosso. Questo sembra esserci più che giusto visto che il calciatore venezuelano interviene con vigoria sproporzionata su Osimhen, senza considerare che lo stesso era praticamente lanciato in porta col solo Audero dinanzi (dogso).

Nella ripresa Rrahmani sostituisce un acciaccato Minjae che non rientra proprio in campo, a scopo precauzionale. I ritmi sono ancora più blandi di quelli della prima metà, con un Napoli che accetta la pressione della Sampdoria e cerca di ripartire, mostrando ancora una volta evidenti limiti di lucidità in fase di rifinitura.

Tra il 63' e il 66' Spalletti cambia centrocampo e attacco: dentro Lozano e Zielinski per Kvaratskhelia e Politano, poi Ndombele per uno stanchissimo Anguissa. Le sostituzioni sembrano rinvigorire leggermente gli azzurri che vanno vicini al raddoppio in tre occasioni, tutte da fuori area (due volte con Lobotka e una con il neo entrato Ndombele). Ciononostante, però, l'atteggiamente del Napoli non cambia affatto e la Sampdoria resta a galla pur con un uomo in meno, restando ordinata ed equilibrata in campo.

Al 78' episodio molto dubbio: Lozano sguscia sulla destra e mette una palla in area che, dopo una piccola carambola, Elmas, nel tentativo di scaricare all'indietro per Zielinski, rimbalza contro il braccio largo e assolutamente scomposto di Viera. Rigore, a differenza del primo, ineccepibile. Sul dischetto si presenta proprio Elmas che all'82' non sbaglia: palla sotto l'incrocio alla sinistra di Audero e 0-2. Per il macedone è il quarto gol in campionato.

Ultimo cambio per Spalletti all'87': entra Raspadori ed esce l'autore del raddoppio Elmas. Il resto è tutta passerella: gli azzurri mantengono il possesso palla e gestiscono fino al triplice fischio di Abisso.

Un Napoli convalescente, ma almeno vincente

Se si dovesse attribuire un aggettivo pertinente alla prestazione azzurra stasera, di certo convalescente sarebbe quello giusto. Gli azzurri non hanno dimostrato una brillantezza invidiabile, ma sono sicuramente in crescita rispetto alla sconfitta con l'Inter, complice anche un avversario si ostico, ma comunque abbordabile. Ciò che contava, però, era vincere. Lo ha fatto per 0-2, senza soffrire più di tanto e in maniera piuttosto agevole, seppur con due rigori (ribadiamo: il primo inesistente e il secondo ineccepibile, ndr) e un'espulsione (ineccepibile anche questa).

A Genova contava vincere per tenere dietro la Juventus arrivata all'ottava vittoria consecutiva, il Milan e allungare nuovamente sull'Inter a +10. Vittoria che permette agli azzurri di preparare al meglio il big match casalingo di venerdì contro la Juventus. Un test importantissimo per ribadire la centralità della squadra partenopea in questo campionato.