Attraverso una nota sul proprio sito ufficiale, il Napoli annuncia la partnership con l’azienda sudcoreana Dunamu Inc, proprietaria del marchio Upbit – tra le più grandi piattaforme di exchange di criptovalute – che a partire dal prossimo match contro l’Inter e fino al termine dalla stagione 2023/24 sarà Back-of-Shirt Partner.  

“La partnership certifica l’unione di due realtà in forte espansione nei rispettivi settori, a sottolineare la volontà di sviluppare un progetto al cui centro ci siano innovazione e tecnologia. L’accordo conferma inoltre l’attenzione del club per i mercati internazionali e per le tecnologie più avanzate, nell’ottica di migliorare costantemente il nostro brand a livello globale.” Queste le parole di Tommaso Bianchini, Chief International Development Officer della SSC Napoli.

La nuova intesa dimostra che determinate scelte di mercato vanno inserite in un più ampio scenario e che il Napoli ha deciso di espandere i suoi orizzonti verso quei mercati dove il calcio è uno degli sport in forte via di sviluppo.

L’interesse verso nuovi mercati e la decisione di mettere solo in secondo piano i canali convenzionali, potrebbe essere una precisa Strategy Execution, quella di infiltrarsi in ambienti non ancora aggrediti dalle big europee dove accrescere il prestigio di un club la cui brand reputation è in costante ascesa.

Upbit si accoda quindi ad altri grandi aziende – Amazon, Konami, CocaCola, Armani per citarne qualcuna – che hanno deciso di unire il proprio nome al club della famiglia De Laurentiis. Alla faccia di chi parlava di gestione medievale e patriarcale della società.

La bontà delle scelte operate è stata più volte certificata da indagini di settore, come quella condotta da Football Index che piazza il club azzurro al terzo posto tra i brand più forti presenti in Italia, preceduto solo da Milan e Real Madrid. Un’ascesa inesorabile, agevolata anche dai recenti risultati in campionato e Champions e che nemmeno la pandemia ha saputo arrestare.

La volontà di strutturarsi, con professionisti del settore in campo economico sportivo, fa presagire che l’intenzione sia quella di non fermarsi e continuare ad insinuarsi nei meandri del mercato, esplorando nuovi field e perseguendo l’engagement di quegli 80 milioni di simpatizzanti azzurri a cui Don Aurelio ha fatto più volte riferimento.


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