Che sia frutto di un lavoro introspettivo intrapreso da Garcia, una chiamata interlocutoria con De Laurentiis o un huddle con il gruppo squadra, non è dato ancora saperlo, ma la prestazione convincente messa in campo dagli azzurri nel match con l’Udinese certamente non è casuale.

Ora, come già detto, risalire alle cause di questo cambio di rotta improvviso non è certo facile, ma è plausibile che tutti gli elementi in questione siano risultati decisivi per rivedere sprazzi di vero Napoli.

Dopo le difficoltà riscontrate con Lazio e Genoa, anche nella prima uscita stagionale in Champions League, contro il Braga, Rudi Garcia non era riuscito a fare tesoro degli errori commessi in precedenza, con un Napoli che aveva convinto per metà, e che aveva trovato nei 3 punti l’unico appiglio a cui aggrapparsi.

Napoli-Udinese, la partita della svolta?

Dopo aver visto già segnali positivi nella trasferta di Bologna, con l’Udinese si sono finalmente viste differenze sostanziali di gioco ed atteggiamento, mentre le criticità riscontrate in precedenza sembrano state, almeno in parte, risolte. Ma come? Analizziamo gli accorgimenti tattici che hanno permesso questo cambio di rotta.

  • POSSESSO PALLA - 47% e 51%, queste le percentuali di possesso palla registrate contro Braga e Bologna. Con l’Udinese il Napoli torna ad avere il pallino del gioco, testimoniato dal 66%, con un picco del 71% raggiunto al termine della prima frazione di gioco. "Se la palla ce l'abbiamo noi gli avversari non possono segnare" avrebbe detto Liedholm.
  • BARICENTRO - certo, non si è tornati agli standard della stagione 22/23, ma quello sceso in campo ieri al Maradona è stato chiaramente un Napoli più coraggioso. Finalmente si è rivista la pressione alta per recuperare il possesso, e con lei anche un Anguissa in grande spolvero. Ancora un po’ bloccati dietro i due centrali Natan e Ostigard, probabilmente è un rischio che Garcia non è ancora disposto a correre.
  • ANGUISSA - Che non si trovasse a suo agio in questa nuova veste tattica lo si era ampiamente capito nelle precedenti uscite: tante le palle perse in uscita e sempre costretto ad inseguire affannosamente gli avversari. Come detto in precedenza, è stato l’azzurro che ha più beneficiato dei cambiamenti tattici. È tornato ad essere il padrone del centrocampo, libero di poter aggredire e pronto ad eludere il pressing avversario.
  • OCCASIONI DA GOL - tra rigori sbagliati e legni colpiti, gli azzurri non sono certamente stati fortunati negli ultimi match. Ma come fare per vincere la Dea Bendata? Semplice, tirando di più. Si è passati dai 12 tiri di cui 4 nello specchio con Genoa e Bologna, ai 23 tiri totali del match con i bianconeri, di cui ben 10 nello specchio della porta difesa da Silvestri. Nonostante i due legni colpiti da Kvara, il Napoli è comunque riuscito ad imporsi segnando 4 reti, due per tempo. La mole di occasioni da gol create dagli uomini di Garcia hanno permesso di lasciarsi alle spalle anche la malasorte, una scusante troppo debole per l’undici campione d’Italia.