La qualificazione ai quarti dell’Albiceleste ha un nome e cognome: Emiliano Martinez

Salva il risultato e il protrarsi di una partita, ma soprattutto la gogna che i tempi supplementari avrebbero potuto procurare. La squadra di Scaloni ha sicuramente in dote una squadra di talenti assoluti, ma anche contro l’Australia si è macchiata di una sostanziale organizzazione tattica e collettiva. Assistere alle giocate dei singoli è sempre un piacere per gli occhi: Messi al 35’ e Julian Alvarez al 57’ hanno rappresentato un mix di maestria e furbizia che poche squadre possono vantare. Ma pensare che un calcio basato sulle giocate dei singoli possa essere messo in difficoltà dall’agonia e da un’idea di calcio maggiormente definita da un così ridotto blasone come l’Australia porta sicuramente ad una riflessione sul proseguo dell’Argentina a questi mondiali.

Scaloni ci sta sicuramente provando, la presenza nell’undici titolari come Mac Allister, Acuna, Enzo Fernandez e lo stesso Alvarez hanno rivitalizzato la garra che contraddistingue da una vita i sudamericani, ma il gioco risulta ancora sfilacciato, senza mai dare la sensazione di una definita strategia di gioco. Fino a quando Messi potrà caricarsi sulle spalle il destino di questa squadra?


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