Ad oggi viene perorata la causa Kvaratskhelia, Insigne fu crocifisso per molto meno
Non si tratta di mettere a confronto i due giocatori, ma di sottolineare come le aspettative e le critiche vengano gestite in modo diverso.
Il Kvaratskhelia di questa stagione è un enigma, una di quelle parabole che lasciano sospesi tra il desiderio di riscatto e la paura di un talento che si sta smarrendo. Lungi dall’essere il trascinatore della scorsa annata, il georgiano sembra oggi impigliato in una rete di dubbi, tensioni e aspettative disattese. Dalle voci di mercato a un rinnovo contrattuale che tarda ad arrivare, fino al muso lungo manifestato in panchina, ogni dettaglio sembra tratteggiare il ritratto di un calciatore che fatica a ritrovarsi.
L’episodio della vistosa fasciatura al ginocchio e del suo ingresso a Genova nonostante l’infortunio è emblematico. Più che un gesto eroico, appare come un tentativo disperato di riaffermare la propria posizione in un Napoli che, sotto Antonio Conte, sta riscrivendo le sue gerarchie. L’ascesa di un David Neres sempre più incisivo è solo uno dei tanti segnali di un equilibrio in evoluzione. E Kvaratskhelia, anziché aggrapparsi al suo talento, sembra vacillare sotto il peso della pressione.
Un talento che fatica a crescere
Con l’arrivo di Antonio Conte sulla panchina del Napoli, le gerarchie sembrano meno granitiche. David Neres, in crescita costante, si è ritagliato uno spazio importante e sta dimostrando di essere più di un’alternativa. Questo inevitabilmente mette pressione a Kvaratskhelia, che si trova ora a dover riconquistare un ruolo che sembrava intoccabile. Ma al di là della concorrenza interna, il vero nodo è un altro: quanto il georgiano è stato capace di evolversi in questi tre anni?
Il problema, però, non si limita alla competizione interna o alla prevedibilità delle sue giocate, come sostengono in molti. Ridurre il calo del georgiano a un problema di lettura tattica da parte degli avversari significa ignorare la questione più profonda: la sua incapacità, finora, di evolvere. Il Kvaratskhelia di oggi non è diverso da quello di due anni fa, ma questo non è un complimento. Trattiene troppo il pallone, manca di visione di gioco e spesso si rifugia in giocate fini a se stesse, sterili, lontane da quel guizzo che dovrebbe contraddistinguere un talento della sua portata.
Eppure, il grande interrogativo è un altro: perché il georgiano gode ancora di una certa indulgenza, tanto dai tifosi quanto dagli osservatori? Qui emerge una dicotomia dolorosa: Lorenzo Insigne, capitano e figlio di Napoli, ha pagato a caro prezzo ogni singolo errore, ogni prestazione sottotono. Il fantasista napoletano, pur essendo stato spesso bersaglio di critiche feroci, ha mostrato una capacità di incidere nei momenti cruciali della sua carriera in maglia azzurra. Insigne ha pagato a caro prezzo il suo essere napoletano, un’identità che lo ha reso bersaglio facile per una tifoseria spesso divisa. Nonostante i suoi limiti, è stato capace di caricarsi la squadra sulle spalle nei momenti cruciali, mettendo a tacere le critiche con giocate decisive. Kvaratskhelia, al contrario, sembra navigare in un limbo di aspettative non mantenute, protetto da un’aura di talento che, per ora, resta solo potenziale inespresso.
Non si tratta di mettere a confronto i due giocatori, ma di sottolineare come le aspettative e le critiche vengano gestite in modo diverso. Forse perché Kvaratskhelia rappresenta l’esotico, l’ignoto, mentre Insigne è stato, nel bene e nel male, il volto di una città che vive il calcio con una passione totalizzante? Ma questa disparità di trattamento non può e non deve giustificare un rendimento sotto le attese.
Quale futuro per Kvicha?
Il talento del georgiano non è in discussione, ma il tempo per dimostrarlo comincia a stringere. Se Kvaratskhelia vuole tornare a essere il giocatore che ha fatto sognare Napoli, deve imparare a rimettersi in discussione, a lavorare sui suoi limiti e a rispondere alle aspettative con maturità e continuità.
Il Napoli di Antonio Conte non aspetta nessuno, e la competitività interna potrebbe essere la scintilla necessaria per farlo rinascere o, al contrario, risultare il colpo definitivo alle sue ambizioni. Kvaratskhelia è davanti a un bivio: evolversi o rischiare di diventare l’ennesimo talento incompiuto. Tocca a lui decidere se essere un protagonista del presente o solo un rimpianto del futuro. Ai posteri – e al campo – l’ardua sentenza.