Zielinski è il calciatore più "anziano" del Napoli. Cioè quello che sta da più tempo. Più di Mario Rui, secondo in questa classifica.
Calciatore forte, senza dubbio. Discontinuo sicuramente, ma capace di giocate sublimi nei periodi di maggior ispirazione. Profilo capace di dividere totalmente la piazza tra chi lo considera un fenomeno intoccabile e chi invece lo cederebbe, nonostante gli riconosca alcune giocate di assoluto upgrade calcistico, di raffinata eleganza. Un top della categoria.
Ma per chi scrive, è tempo dei saluti. Perché dopo tanti anni in un club è giusto che le strade si dividino. E lo è, giusto, sia per il calciatore sia per la società che ne detiene il cartellino. Perché il 20 azzurro dovrebbe abbandonare la sua perenne zona comfort per dimostrare a chi ha delle remore su di lui di aver preso una cantonata, mentre il Napoli dovrebbe essere libero di acquisire le prestazioni sportive di profili più giovani che possano dare un contributo maggiore nel corso degli anni. Perché Zielinski a Napoli ha sicuramente raggiunto l'apice, ed è auspicabile che da oggi in poi possa iniziare la sua parabola discendente. Nessuno è esente da questo, tantomeno lui.
Ciò che però ha recato fastidio durante questa fase del calciomercato è la sua perenne indecisione su cosa fare da grande. Indecisione che spesso l'ha contraddistinto anche sul campo. Sarebbe ingiusto oggi restare a Napoli, detto sinceramente. I motivi principali sono due. Il primo è che il polacco è sul mercato da almeno tre anni, come dimostra l'offerta dell'anno scorso del West Ham, accettata dal Napoli in 2 minuti e respinta dal ragazzo. Ed anche in questa estate difficile (per gli altri, alla fine della fiera è per gli altri difficile) Zielinski prima ha rifiutato i milioni arabi, poi li ha accettati, oggi pare averli rifiutati di nuovo. Parlare di inaffidabilità è un eufemismo.
Qualche addetto ai lavori parla di Gabri Veiga come affare slegato alla cessione del nazionale polacco. E menomale, aggiungiamo noi. Ma ciò avviene, se avviene, solo ed esclusivamente grazie alla politica economica di De Laurentiis ed alle sue riserve, lasciando col cerino in mano chi crede di rendere ostaggio il club dietro contratti.
Zielinski è un campione d'Italia e resterà sempre nella storia di questa squadra. Saranno indelebili le immagini che lo vedono sdraiarsi a terra dopo il gol di Raspadori a Torino. Non lo dimenticheremo mai. Ma oggi - probabilmente - è tempo di farsi da parte e lasciare spazio a chi ha la convinzione di continuare a scrivere ancora pagine di siffatta bellezza di una meravigliosa fiaba chiamata Napoli.


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