Chissà ad Aurelio De Laurentiis chi ha fornito i dati sciorinati in conferenza stampa per dimostrare che Jesper Lindstrom fosse un'ala. Non ce lo immaginiamo il patron smanettare su Tranfermarkt alla ricerca delle statistiche del danese.

Anche provando a impostare i filtri relativi all'ultima stagione, delle 24 presenze da esterno non c'è traccia. Che un presidente entri nelle questioni tecniche ci sta pure. Ma a patto che lo faccia con cognizione di causa. Altrimenti meglio tacere. Perché il rischio di alimentare tormentoni sul suo digiuno da calcio giocato si impenna vertiginosamente.

Il trequartista moderno diluisce i confini del ruolo

Il danese è un trequartista. Puro. Moderno. E la modernità di questo ruolo impone una collocazione in campo che sia speculare alla squadra avversaria. La posizione da ricoprire è nel pieno potere decisionale della fantasia del calciatore e della sua capacità di lettura degli spazi. Nel calcio moderno, il classico dieci non esiste più. Il trequartista convoglia una serie di dettami tattici che diluiscono il confine delle competenze.

Nell'arco della stessa partita può essere ala aggiunta, interno di centrocampo o seconda punta. Il core business è la ricerca costante della superiorità numerica. Per farlo ha bisogno di leggere in anticipo gli sviluppi e orientare le giocate. E di un sistema di gioco consapevole, che preveda la valorizzazione di ogni sua iniziativa attraverso equilibrio e concentrazione. Cosa che il Napoli di questa stagione non ha mai avuto.

Lindstrom è un calciatore fluido. Chiunque provi a rinchiuderlo in una sola dimensione commette un errore madornale. Che sia il presidente, nel tentativo inopportuno di giustificarne l'acquisto; che sia il tifoso, nel tentativo di bocciare l'investimento.

L'assist a Ngonge manifesto delle qualità di Lindstrom

Nella partita di ieri, il danese non ha subito la pressione di un inizio difficile. Qualche palla persa di troppo non ha intaccato la leggerezza della giocata che ha cambiato il volto della partita. Un'azione manifesto delle sue qualità e della capacità di essere tutto a seconda della zona di campo calpestata.

L'attacco coraggioso dello spazio da interno di centrocampo; giocata da poker bluffando con il corpo per mandare all in il difensore da vera ala, con palla che resta sempre nella sua mattonella; riprogramma il tempo della giocata con un tocco ulteriore al pallone, visione periferica e assist da trequartista.

Lucidità, tecnica, senso del gioco e leggerezza. Lindstrom ha riempito il campo di cose belle, fatte di classe e futuro.

Napoli NeTALK: intervista Salvatore Aronica

https://youtu.be/FvB3Hk-YRAo?si=S5VZfqivO9FdCBmK
Iscriviti al nostro canale Youtube