David Nerès: un jolly brasiliano nel mazzo di Antonio Conte
Dopo l’uscita di Lindstrom sembra doveroso un intervento in zona offensiva, in particolare sulla destra dove il solo Politano non basta, e per caratteristiche, non sembra essere neanche l’esterno prescelto da Conte per un posto da titolare. Ed allora ecco l’occasione, certo, una scommessa, che però se vincente, può cambiare totalmente la fase offensiva azzurra. Parliamo di David Neres, esterno destro brasiliano del Benfica, pronto ad arrivare alla corte di Antonio Conte per una cifra vicina ai 25 milioni di euro, la volontà del giocatore ha giocato un ruolo chiave nell’operazione.
La carriera di David Nerès
Nasce a San Paolo, classe 1997, e cresce proprio nelle giovanili del San Paolo, dove esordisce tra i professionisti il 18 ottobre 2016. Nel 2017 viene acquistato dall’Ajax, per una cifra ai tempi record per il club olandese, 12 milioni di euro spesi per il talento brasiliano. I numeri e le prestazioni gli danno subito ragione, nel 2018/19 diventa uno dei protagonisti indiscussi della cavalcata dell’Ajax di Ten Hag in Champions League, raggiungendo le semifinali, ed eliminando Real Madrid e Juventus. Chiude l’esperienza in Olanda con 180 presenze, 47 gol e alzando 6 trofei, di cui 2 campionati nazionali.
A gennaio 2022 passa allo Shakhtar per 18 milioni di euro, ma per lo scoppio della guerra in Ucraina non giocherà nemmeno un minuto, passando immediatamente al Benfica, dove metterà in mostra sprazzi di talento e grandi giocate, tornando sotto i riflettori della Champions League, in mezzo a diversi infortuni, che soprattutto nella stagione appena conclusa gli impediranno di acquisire continuità.
Le caratteristiche del brasiliano
Mancino naturale, gioca a piede invertito partendo dall’esterno a destra, il suo fisico dal baricentro basso (175 cm) gli permette di essere funambolico nei movimenti, soprattutto nello stretto, dove esibisce un comparto tecnico di grande spessore, cerca infatti spesso (e lo vince) l’uno vs uno sull’esterno. Nelle otto stagioni da professionista infatti, un dato non è praticamente mai calato, ovvero l’efficacia dei dribbling, sempre oltre il 50%.
Ma perché è stato scelto questo profilo per l’esterno azzurro? La risposta sta probabilmente in quello che attualmente manca alla fase offensiva del Napoli. Due sono le caratteristiche principali dell’ala brasiliana: in primis, come già citato in precedenza, il dribbling, veloce nei cambi di direzione e con una tecnica estremamente elevata. La seconda caratteristica è la fase di regia in zona avanzata. Se Kvaratskhelia a sinistra inventa grazie alle sue giocate in uno vs uno, a destra è necessario trovare qualcosa di diverso rispetto a quello che offre Politano, una maggiore imprevedibilità sulla trequarti. Col Modena si è visto chiaramente come il Napoli aveva difficoltà a creare negli ultimi 25 metri proprio per una fase offensiva stagnante, priva di iniziativa e troppo prevedibile. Nerès è il tipo di giocatore che risolve questo problema, creando scompiglio grazie alla sua giocata in verticale quando va ad accentrarsi. Ed infatti insieme al dribbling, è il dato sui passaggi chiave ad essere in costante crescita negli anni, agevolato da una posizione che parte esterna per poi diventare mezza punta.
Attenzione però, perché se da un lato stiamo parlando di un giocatore che in quella zona di campo, offre tutto quello che al momento manca al Napoli, dall’altro parliamo di un giocatore che all’età di 27 anni, nonostante i tanti paragoni e aspettative, non ha ancora assaporato un palcoscenico di alto prestigio. Due i motivi principali, se vogliamo collegati, il primo è legato agli infortuni, troppi negli ultimi anni. Praticamente due stagioni perse tra 2019/20 e 2023/24, 10 gli infortuni diversi nelle ultime 5 stagioni, numeri allarmanti per un giocatore che non ha mai dimostrato integrità fisica.
L’altro motivo è la discontinuità, i numeri parlano chiaro, e le prestazioni pure, non ci sono mezzi termini quando parliamo di Neres, un giocatore in grado di produrre stagioni come quella del 2017/18 o 2018/19, ma anche in grado di fare bienni (2020/22) con dati ben al di sotto delle aspettative. Certo, gli infortuni pesano sulla continuità, ma parliamo di un giocatore che anche quando è stato bene, ha dimostrato grande altalenanza, e chissà che il salto di qualità da questo punto di vista non possa arrivare con un allenatore come Conte, che fa del lavoro quotidiano e della disciplina i suoi ingredienti primari, proprio quelli che sono mancati finora alla carriera di Neres, che al Napoli può lanciarsi nuovamente e cercare di confermare delle aspettative, mai pienamente rispettate.