Napoli-Genoa: i numeri e l’analisi degli avversari
Non si può più sbagliare, la sconfitta a San Siro per mano del Milan di Pioli e il grande momento dell’Atalanta mettono il Napoli in una posizione di dentro o fuori, la Champions diventa sempre più un miraggio, ma non bisogna dimenticare un possibile quinto posto valevole per la massima competizione europea (per via del ranking UEFA), a prescindere comunque da calcoli e ragionamenti il Napoli è chiamato a rialzarsi, per l’ennesima volta in questa stagione, davanti al proprio pubblico nella sfida al Genoa, quest’oggi alle ore 15, match valevole per la 25esima giornata di Serie A.
Il Genoa conta un ottimo bilancio in trasferta, migliore persino di quello casalingo, decimo posto in Serie A nelle sfide in trasferta, con l’ultima sconfitta lontano da Genova che risale al 10 dicembre 2023 (1-0 vs Monza).
I precedenti vedono il Napoli nettamente avanti, 26 vittorie e 17 pareggi, a fronte di sole 7 sconfitte, l’ultima vittoria è arrivata nella stagione 2021/22, per il grifone l’ultimo successo a Fuorigrotta risale alla stagione 2008/09.
Napoli-Genoa: le probabili formazioni
Napoli (433): Meret; Di Lorenzo, Rrahmani, Natan, Mario Rui; Anguissa, Lobotka, Traorè; Politano, Simeone, Kvaratskhelia. All. Mazzarri
- Rientrano Meret e Natan, che dovrebbero partire dal 1’
- Mazzarri ritorna al 433, dopo la difesa a tre schierata a San Siro
- A centrocampo esordio per Traorè, in avanti Osimhen non convocato, Simeone favorito su Raspadori
Genoa (352): Martinez; Vogliacco, Bani, Vasquez; Sabelli, Malinovskyi, Badelj, Frendrup, Messias; Gundmundsson, Retegui. All. Gilardino
- Vogliacco ancora titolare, rientra però De Winter, che parte dalla panchina
- Rientro anche per Frendrup tra i titolari, in avanti confermata la coppia Gundmundsson-Retegui
Napoli-Genoa: cosa aspettarsi?
La squadra di Gilardino finora, da neopromossa, sta di certo disputando un campionato di livello, dodicesima in Serie A, ma soprattutto rappresenta una delle formazioni più difficili da affrontare per l’attitudine e l’applicazione che i giocatori mettono in campo, il Genoa non ruba l’occhio, ma con il grifone nessuno ha passeggiato.
In attacco Gilardino punta tantissimo sulle individualità: Gundmundsson e Retegui sono la coppia scelta quest’oggi per affrontare il Napoli, coppia solo in partenza, infatti il numero 11, giocatore rivelazione del campionato, parte centrale per poi andare a fare da seconda punta attorno a Retegui da boa centrale, questo sistema non solo permette alla prima punta di avere più libertà in profondità, ma con i movimenti verso l’esterno di Gundmundsson i quinti di centrocampo in fase offensiva riescono a spezzare il raddoppio andando in 1 vs 1 sul fondo, viste le marcature riservate con e senza palla all’islandese.
Per lui numeri da jolly offensivo: 9 gol e 2 assist, 50.2 tocchi di media, 80% di precisione, 2.6 passaggi decisivi per partita, rappresentando per distacco l’arma più pericolosa di Gilardino in termini di soluzione offensiva e di movimenti senza palla.
A centrocampo in fase offensiva il Genoa tende a portare le due mezzali dentro, con un movimento che va a occupare i mezzi spazi tra i quinti e la punta, Malinovskyi e Frendrup infatti partono interni per poi allargarsi sulla trequarti offensiva, il che va a formare un tridente con Retegui e permette agli esterni di centrocampo di creare raddoppi in avanti.
Malinovskyi:
Frendrup:
Per quanto riguarda la linea difensiva in fase di costruzione rimane a tre, Vogliacco e Vasquez da braccetti si allargano notevolmente, in particolare il numero 22 che scala sull’out di sinistra, dove il Genoa esce maggiormente palla al piede, dall’altro lato infatti Vogliacco tocca 27 palloni di media, a sinistra ne arrivano 46.4, da scaricare poi su Frendrup, giocatore fondamentale che può ricoprire sia l’interno che l’esterno del campo.
Vasquez:
In fase difensiva la squadra cambia passando a cinque in difesa, con Strootman è Frendrup a scalare nei cinque, da esterno a centrocampo, con Messias in campo è sempre il numero 32 a scalare, ma partendo dal centro si inverte prima con Messias per poi affiancare Vasquez in fase difensiva, la squadra si abbassa sui 44m, e stringe notevolmente il campo con un centrocampo privo di esterni e Gundmundsson che resta centrale, spingendo gli avversari ai duelli individuali sulle corsie laterali, per poi raddoppiare al centro.
Il Genoa rappresenta una squadra che si trova a suo agio non avendo il possesso e attendendo l’avversario (43% di possesso in media), ed è uno dei motivi principali per cui le grandi squadre ne soffrono, l’assenza di profondità e una compattezza al centro così elevata abbinata alla fisicità della squadra sono caratteristiche su cui bisogna lavorare appositamente per scardinarle, soprattutto se si è abituati a costruire palla al piede.
La partita rappresenta un crocevia importante per i padroni di casa, l’ultima chiamata ad una corsa Champions sempre più complicata, di fronte un Genoa ostico e rognoso, che con le sue caratteristiche cercherà di mettere in difficoltà il Napoli per quanto riguarda la produzione offensiva, provando a rendere sterile il possesso azzurro e togliendo punti di riferimento alla profondità avversaria, inoltre da attenzionare i calci piazzati della squadra di Gilardino, il 28% delle reti (7) in stagione sono arrivate proprio da situazione di calcio da fermo, ed il Napoli non è nuovo a questa situazione, visti i numerosi gol presi al centro dell’area piccola finora.