Napoli-Inter, le pagelle: Billing accende la corsa Scudetto

Si è conclusa Napoli-Inter, partita valevole per la ventisettesima giornata della Serie A 2024-2025. Gli azzurri hanno pareggiato per 1-1 una gara ben giocata.
Napoli-Inter, i voti degli azzurri

Di seguito i voti degli azzurri scesi in campo durante Napoli-Inter.
Meret: 6. Incolpevole in occasione della pennellata da Louvre di Dimarco, è autore di una prestazione pressoché ordinaria, poiché quello resta l'unico tiro in porta dei meneghini sino alla fine della gara.
Rrahmani: 6,5. Questa volta Amir è particolarmente arrabbiato e lo fa capire ad ampi gesti, poveri i suoi avversari: una volta captato il metro di giudizio di Doveri, non si risparmia e non risparmia tibie.
Buongiorno: 7. Smaltito l'infortunio fastidiosissimo alle vertebre, decide di tornare a fare ciò che gli riesce meglio. Anticipare, anticipare e anticipare. Avversari, letture, momenti critici della partita.
Di Lorenzo: 5,5. Ancora un grande appuntamento mancato per il Capitano, ancora scelte poco lucide prese in momenti inopportuni. Anche l'anno scorso calò dopo una buona prima parte di stagione, che sia una questione d'età?
Spinazzola: 6. Notevole la sua crescita sul piano fisico. Un giocatore dato per finito dai filosofi del calcio che brulicano sui social, in grado di cambiare il suo destino e di continuare a giocare ad alti livelli. (Dall'82' Olivera: SV).
Gilmour: 6,5. Doppio play per un approccio senza paura: questa era l'idea di Conte. Lo scozzese dai piedi raffinati entra in campo senza paura e porta verticalità al gioco del Napoli. (Dal 79' Billing: 7,5).
Lobotka: 7. Quando il mare è in tempesta, un faro è di vitale importanza per una ciurma in sofferenza. E in questo periodo, chiamando in causa il suo faro, l'equipaggio azzurro non ha avuto le risposte sperate. Poi però, s'accende la monumentale luce del 68 slovacco: carezza al pallone, leggiadro movimento di corpo e traiettoria dolcissima nell'area piccola per permettere a Billing di entrare negli almanacchi.
McTominay: 6,5. La sua frenetica ricerca della palla suscita flebili polemiche e qualche malumore nella prima frazione, per poi rivelarsi dominante nella seconda. Conclude la gara con l'ottima protezione del pallone che porta al gol di Billing.
Politano: 5. Sul piano atletico è impossibile muovergli anche la più velleitaria delle critiche. Il problema è che a calcio si gioca col pallone tra i piedi e le scelte che prende con la palla tra i piedi sono poco incisive. (Dall'82' Ngonge: 5,5).
Lukaku: 6. Non esce mai dal gioco, cerca la giocata e dà filo da torcere ad una retroguardia compatta come quella nerazzurra. Finalmente Romelu, che in questa versione basterebbe per indirizzare le gare degli azzurri.
Raspadori: 5,5. Propositivo e volenteroso, sin dal primo minuto prova ad indirizzare la partita. La volontà, però, non deve diventare frenesia: prima casca dopo aver saltato il portiere, poi comincia a colpire sistematicamente - assieme al suo compagno col numero 21 - l'uomo appostato sul primo palo nei calci d'angolo nerazzurri. (Dal 77' Okafor: 6,5).
Conte: 9. Criticato da chi dovrebbe esprimergli gratitudine, è diventato il male di questa squadra per un mese di fisiologica ricarica. Il campionato non è uno sprint, è una maratona e non vince chi scatta repentino, ma chi sa regolare le energie. Lui, proprio lui, il re dei thriller psicologici, messo in discussione da parte di una piazza che non ha mai vinto un duello. Siamo al paradosso, ma il mister tiene i nervi saldi e in conferenza ci va col sorriso afferma: “Siamo lì perché ce lo meritiamo!”. Cosa che la sua squadra dimostra sino al novantacinquesimo, ove solo una carambola impedisce al Napoli di portare a casa l'intera posta in palio. Non si sfalda il Napoli, non si lascia dominare dall'ansia e dopo tanti minuti di assedio conquista la rete che rimette in discussione il campionato. Inutili le accortezze di Inzaghi: giocare una gara del genere contro Conte è come salire sul ring contro il Tyson dei tempi d'oro. E tanti auguri per il testa a testa.
Napoli-Inter, i voti dei nerazzurri

Di seguito i voti dei padroni di casa in Como-Napoli.
Martinez: 6,5. Riserva di lusso, si oppone con grande abilità a tutte le conclusioni su cui è possibile arrivare. Riflesso felino anche in occasione del gol di Billing.
Bisseck: 6,5. La mossa a sorpresa di Inzaghi ha dato i suoi frutti e se mandi in panchina un Campione del Mondo come Pavard, non puoi essere uno qualunque. Buoni anche i suoi movimenti senza palla.
Acerbi: 6. Questa volta il duello con Lukaku si rivela più amaro del solito, non riuscendo a imporre supremazia s'innervosisce e scalcia con frequenza.
Bastoni: 7. In questo momento è probabilmente il più forte giocatore italiano. Capacità di reggere alla pressione, lucidità e letture da top assolute del ruolo. (Dall'80' De Vrij: SV).
Dimarco: 7,5. Un tuttocampista mascherato da esterno, in grado di sbranare fasi intere del match partendo dalla sua fascia. Il suo mancino, di pregevole fattura, sblocca la gara e a momenti la chiude anche alla fine del primo tempo, quando si trova dinanzi il solito Buongiorno. Variabile. (Dal 50' Pavard: 6).
Mkhitaryan: 6. Intelligenza tattica infinita per l'armeno, che finisce anche a fare il quarto di centrocampo prima di lasciare il campo al suo compagno. Preziosissimo per le geometrie dell'Inter. (Dall'80' Frattesi: SV).
Calhanoglu: 6. La brutta botta presa a inizio gara condiziona la prestazione del turco, comunque pulita. Senza infamia e senza lode. Ci sarà un motivo se quando esce, l'Inter non è più capace di produrre gioco... (Dal 50' Zielinski: 6).
Barella: 5,5. Da un centrocampista totale come lui, capace di spezzare le linee di pressione e di ribaltare da solo il fronte, era lecito aspettarsi qualcosina in più. Blando.
Dumfries: 6. Un salvataggio in extremis straordinario compensa una gara di sacrificio, ma segnata da una serie di scelte discutibili. Su tutte, quella di dare una manata al pallone in area di rigore
Lautaro: 5. Proteste, proteste e ancora proteste. Remissivo come un pastore Doveri, che avrebbe dovuto ammonirlo nella prima frazione. Di calcio, nella sua prestazione, ce n'è pochissimo. E non è una novità.
Thuram: 6. A mezzo servizio e ritrovato dopo un fastidioso infortunio, riesce ad infilare sponde e duelli da sufficienza nella sua complicata gara. La più importante creazione di Simone Inzaghi, che lo ha preso personaggio in cerca d'autore pirandelliano e lo ha reso prolifico centravanti. (Dal 65' Correa: 6).
Inzaghi: 5. Se il Napoli a suon di doppie sedute pare sulla retta via per ritrovare la miglior forma fisica, lo stesso non si può dire della sua Inter. Un solo tiro in porta e via, tutti in trincea per difendere l'insperato. E non è neanche una cattiva idea, quando schieri giocatori del calibro di Bastoni. Poi però i nodi vengono al pettine e passare ad un'improvvisata difesa a 4 non fa altro che schiacciare ancor di più una già smarrita Inter, incapace di affacciarsi nell'area di rigore azzurra nella seconda frazione. Inutili i tentativi di gettarla in caciara, perdendo tempo e giocando sui nervi. Perché, come direbbe Checco Zalone, “Don't play in the house of the player, uagliò”.