Il bambino del Boca che spiega il tifo
C'è un video che sta girando sui social di tutto il mondo. Quello di un ragazzino dagli occhi color paradiso e con la faccia argentina (chi, se non loro), a petto nudo e dalla foga non quantificabile. Tono alto, concentrato, dritto nella telecamera e nel microfono, senza minima vergogna e la sua passione che, pure a distanza siderale, puoi toccare con mano. La accarezzi, la vivi, la guardi, la senti, la tocchi. Proprio perché a parlare è un ragazzino. Il futuro di tutti noi, a chi dovremo affidare le chiavi del mondo tra guerre e falsi speranze.
Ma poi esiste quel video, perché esistono altri mondi e altre speranze. Dove si vivono le passioni che non sono smartphone o altra roba aleatoria.
Questo ragazzino dagli occhi magici e dalla voce mezza adulta che dice "abbiamo venduto la moto di papà e la mia play station per vedere il Boca. Alé Boca" urlandolo al mondo.
L'essenza dello sport. Il senso vero del calcio. Fatto di Passione e Sacrificio. Lontano anni luce dai mancati cambi generazionali allo stadio, ancora purtroppo invasi dai nostalgici del pallone che fu. Esempio, quello del papà del ragazzino, troppo distante dalla quotidianità delle nostre parti fatta di vizi e dalle facili offese. Si tifa e basta. Altro non serve, nemmeno da contorno. Non esiste, non può.
Se ci fosse un modo, un unico benedetto modo, di spiegare cosa è il Tifo, basterebbe far vedere il video del ragazzino argentino tifoso del Boca nei secoli dei secoli. Mentre noi comuni cittadini del mondo, chiusi nelle nostre comfort zone, lo abbiamo dimenticato. Forse non l'abbiamo mai saputo, perché non ci è stato inculcato. Ora siamo borghesi dallo spirito critico, assuefatti al "vincere è l'unica cosa che conta". Perché quel motto tanto vilipeso è, in realtà, di tutti. Anche se si fa estrema fatica ad accettarlo.
Al ragazzino argentino dagli occhi infiniti non interessa questo. Interessa eccerci. Viverlo. E poco importa la Play Station. Poco importano i vizi. Lui Tifa. Il Boca. Punto! Come vorremo che fosse così questa città che tanto si fregia di somigliare a quella nazione Sud Americana. Il Paese del Genio.
Fammi tornare sull'asfalto amaro, sotto un sole che non da ombre.
Prima del calcio di rigore - Claudio Baglioni
Cartelle e cappotti a far da palo e polvere e vento e sale, fino a quando fa scuro e non ci si vede più.
E l'aria brucia in gola e fa tossire. Ho ancora voglia di sentire una voce che chiamae di capire che è ora di rientrare