Crollo Napoli: che succede nei secondi 45 minuti?

Il Corriere dello Sport nell’edizione odierna mette a fuoco un’anomalia sempre più evidente nel rendimento del Napoli: una squadra che sembra trasformarsi radicalmente tra primo e secondo tempo.
“Un motore, due tempi” scrive il quotidiano, evidenziando una sorta di sdoppiamento di personalità che si manifesta ormai da diverse partite. L’approccio iniziale è spesso brillante, convincente, a tratti dominante; ma nella ripresa, come se qualcuno spegnesse l’interruttore, la squadra si affievolisce, perde intensità, idee e pericolosità.
Un blackout ricorrente nella ripresa
Questo calo netto si è visto prima contro il Como e il Milan, ma ha raggiunto il suo apice negativo lunedì al Dall’Ara contro un Bologna molto organizzato e ben allenato da Italiano. Nella seconda metà di gara, il Napoli ha fatto registrare zero tiri e zero tocchi in area per gran parte del tempo, con soli 4 tocchi totali nei sedici metri contro i 24 degli avversari. L’unico vero tentativo offensivo è arrivato al 94’, con un tiro di Raspadori deviato da Olivera, a giochi praticamente fatti.
Una metamorfosi che preoccupa
Pur riconoscendo i meriti degli avversari, la trasformazione del Napoli tra le due fasi di gara appare inspiegabile e preoccupante. Un contrasto che pone interrogativi sulla tenuta fisica, mentale e tattica del gruppo: quella che sembra una squadra padrona del campo nei primi 45 minuti, nella ripresa diventa l’ombra di se stessa. Serve una riflessione profonda per ritrovare continuità e identità.