Il Palasport sì, perché il Maradona no?
Una bella notizia: Napoli avrà una struttura moderna e funzionale per ospitare il basket e altri eventi sportivi indoor.
Esulta il Sindaco Gaetano Manfredi e l’intera giunta comunale. Mantenuta quindi la promessa elettorale di realizzare un impianto degno di una città che reclama un posto stabile tra le capitali europee. Non solo sport quindi, ma anche la possibilità di accogliere concerti, spettacoli ed eventi culturali.
Ufficialmente protocollato, presso il Comune, il project financing con cui Italstage e Napoli Basket si impegnano alla realizzazione dell’impianto con un esborso di oltre 50 milioni di euro. Il comune metterà a disposizione l’area, quella dell’ex Mercato Ortofrutticolo in zona Centro Direzionale, da tempo dismessa e che potrà finalmente tornare a nuova vita, anche grazie agli ottimi collegamenti che si arricchiranno da qui a poco delle nuove stazioni della metropolitana.
Pasquale Amenta di Italstage, azienda con esperienza trentennale nella realizzazione di grandi eventi, stima in circa 1 milione il numero di visitatori annui. Un flusso capace di generare un importante indotto economico, diretto e indiretto, per la città.
C’è da emozionarsi. Finalmente pubblico e privato che di concerto lavorano per la collettività. Certo i privati avranno il loro tornaconto. Potranno generare utili e veder fruttare l’investimento iniziale. E il Comune? Beh non avendo fondi da stanziare per la realizzazione dell’opera, lasceranno che siano altri a farsi carico della spesa. Le istituzioni si prenderanno il merito di aver dotato la città di un impianto all’avanguardia e beneficeranno del gettito fiscale che l’opera genererà. Dunque, niente assessori a fare i finti paladini del bene comune. Nessuno che si indigna per la concessione di un’area da decine di migliaia di metri quadri a un privato.
Perché non è possibile fare lo stesso per il Maradona?
Per quale motivo quando l’argomento è l’amato, ma ormai datato, impianto di Fuorigrotta, perfino gli uscieri di Palazzo S.Giacomo fanno muro? A essere maliziosi si potrebbe dire che il calcio ha un peso specifico che va oltre l’aspetto sportivo. È un’arma politica.
È il terreno di gioco su cui maggioranza e opposizione si scontrano. È un modo per farsi pubblicità e ritagliarsi 5 minuti di notorietà. Visto che per il Maradona tutti si sono sentiti in dovere di dire la propria.
Sono anni che il Napoli reclama la possibilità di vedersi affidare l’impianto per un lungo periodo. Richiesta caduta più volte nel vuoto. Sarebbe un’opportunità unica. La possibilità di rivoluzionare la struttura, rendendola adatta alla visione moderna che oggi deve avere uno stadio. Via la pista d’atletica, spettatori a ridosso del campo e tutta una serie di servizi capaci di renderlo fruibile 7 giorni su 7.
Un investimento da centinaia di milioni a carico del club del Presidente De Laurentiis, ma a quanto pare il Comune di Napoli sembrerebbe intenzionato a muoversi in controtendenza. Perché mentre nelle altre città italiane si lavora a concessioni di 99 anni in favore dei club, qui il Comune preferisce muoversi in prima persona.
Per carità, l’importante è fornire la città di uno stadio all’altezza degli eventi che ospita, ma siamo sicuri sia una scelta lungimirante? E si, perché uno stadio ha senso solo se c’è una squadra che lo utilizza. Cosa accadrebbe se il Napoli decidesse di farsi un proprio stadio? Che fine farebbe il Maradona?
Molto probabilmente la stessa del Mario Argento. Il vecchio palazzetto dello sport ormai abbandonato e ridotto a un rudere.
In una città che ha grossi problemi di bilancio, costretta a mettere in vendita addirittura palazzi e castelli appartenenti al proprio patrimonio artistico, quale sarebbe il senso di investire nella ristrutturazione dello stadio? Una ripicca nei confronti di De Laurentiis? L’ambizione di appuntarsi una medaglia, per aver portato a Napoli gli Europei del 2032 a spese dei napoletani?
Qualcuno crede che amare la propria città voglia dire mantenere a ogni costo lo stadio di proprietà del comune. Ma a crederlo in maniera cieca sono solo i detrattori di Aurelio De Laurentiis. Quelli che vorrebbero vederlo fallire, anche a discapito della squadra per la quale professano fede.
Uno stallo alla messicana che é come un colpo al cuore di chi ama veramente questa città e questa squadra. Una soluzione va trovata e in fretta. La UEFA non si accontenterà delle parole ed entro il 2026 il progetto dovrà essere già partito se non si vuol essere scavalcati da altre città. Bologna e Firenze sono pronte al sorpasso. Istituzioni e Napoli lavorino per il bene comune. É finito il teatrino.