Volata scudetto, il Maradona rimane fortino del Napoli: il punto

Il Corriere dello Sport si sofferma sui numeri impressionanti dello stadio Maradona, sempre più fortino del Napoli.

Il Maradona gioca con il Napoli
C’è un giocatore in più che non scende mai in campo ma che fa sentire la sua presenza come pochi altri: è Napoli, la città. Il dodicesimo uomo. Un’anima collettiva che spinge, canta, si stringe alla squadra come in un abbraccio senza fine. Neanche il tempo di festeggiare il ritorno in vetta dopo sette giornate vissute all’inseguimento – 55 giorni per coprire la distanza simbolica tra Como e Monza – che il Maradona si è rimesso in moto verso un altro sold out. Il dodicesimo stagionale, il settimo consecutivo.
Domenica contro il Torino sarà ancora una volta tutto esaurito: ieri mattina restavano solo pochi biglietti in Tribuna Posillipo, la sera non c’era già più nulla. Polvere di stelle. È la quintultima tappa di questa maratona-scudetto che ormai somiglia più a una finale dei 100 metri: Napoli e Inter, appaiate a 71 punti, pronte allo sprint decisivo. Il Maradona ospiterà tre delle ultime cinque sfide – Torino, Genoa e Cagliari – e si prepara ad accogliere altri 150.000 tifosi da qui a fine maggio. Tutti per la squadra. Tutti per Conte.
È un’impresa quella che il Napoli sta costruendo, un’opera che ha superato i limiti, sfidato l’inverno e ora fiorisce in primavera, tra le braccia della città. Insieme, come una volta, più di una volta.
Il Maradona supporta Napoli: differenze anche con l’anno dello scudetto
Rispetto al 2023, quando lo scudetto arrivò con mesi d’anticipo tra coriandoli e gioia diffusa, stavolta è tutta un’altra storia. Quella fu un’epopea, questa è un romanzo. Un thriller scritto tra le ombre di Pizzofalcone, con la penna dell’attesa e il cuore in gola. Un intreccio di tensione, colpi di scena e speranza che tiene la città incollata al destino della sua squadra. Ogni partita è un capitolo nuovo. Ogni gol, una svolta narrativa.
Conte ha conquistato l’amore del popolo azzurro un passo alla volta. Prima con la sua fama, poi con i fatti. Ha dato forma a una squadra vera, solida, resiliente. Un Napoli che si piega ma non crolla, che perde Kvaratskhelia ma ritrova McTominay, che pensa a Osimhen ma scopre un Lukaku trascinante. È un gruppo che lotta, che sa soffrire, che combatte con quella fame e quella cazzimma che solo Conte sa trasmettere.
La città ha risposto fin da subito, anche quando la luce era fioca. Ad agosto, con il morale a terra dopo la batosta di Verona, erano in 45.000 contro il Bologna. Da lì in poi, è stato un crescendo: pubblico sempre presente, fede incrollabile, il Maradona spesso e volentieri pieno come un uovo. Undici sold out in sedici partite casalinghe. Sei consecutivi. Domenica arriverà il settimo. Dodici in totale.
Napoli è ovunque: sugli spalti, nei vicoli, nei bar, nei silenzi tesi prima del fischio d’inizio e negli abbracci dopo il gol. In attacco e in difesa. Sempre. Napoli con Conte, Napoli come Conte. Un solo cuore. Un solo sogno.