La notizia di venerdì scorso è stata che l'Everton ha avuto 10 punti di penalizzazione per aver violato le regole del Fair Play Finanziario. Scivolando di fatto all'ultima posizione in Premier League. Finiscono nel mirino anche top club come Chelsea e Manchester City, che adesso tremano.

La notizia di sabato, ancor più importante, è che le tre retrocesse in Championship dello scorso anno, e cioè Burnley, Leeds e Leicester, sono pronte a fare richiesta per un risarcimento da ben 350 milioni di euro proprio nei confronti dell'Everton. Insomma una vera e propria bomba ad orologeria pronta ad esplodere sotto il Big Ben.

Dovessero mai farlo, si aprirebbe uno scenario più unico che raro. E ovviamente avverrebbe in Inghilterra, dove il campionato ha raggiunto delle vette altissime lasciando briciole al resto d'Europa. Se pensiamo a dove erano una ventina di anni fa, vengono i brividi. In Italia invece si fa ancora la corsa a chi resta incollato di più sulla poltrona, nonostante due mondiali visti da casa.

Perché i club sani italiani non reagiscono?

Ma ribadire cosa non va nel sistema calcio Italia vorrebbe dire divenire stucchevoli ed anche ripetitivi. Il dato che colpisce, però, sono proprio gli "altri" club. E cioè i club sani, che fanno del rispetto delle regole il loro mantra. Ma proprio questi club, come mai non hanno agito, e ancora oggi non agiscono, come stanno per fare invece le tre retrocesse inglesi dello scorso anno?

Questo regime di concorrenza sleale come mai non viene denunciato a voce grossa ma, soprattutto, nelle sedi competenti? Come mai i club sani non rompono definitivamente questo vaso mettendo il punto definitivo a un calcio obsoleto, che non interessa più a nessuno? Come è possibile che tutti sono perfettamente d'accordo, ad esempio, che il calcioscommesse passi per ludopatia? O che vengano presi per i capelli presidenti e club che sono sull'orlo di un burrone?

Potremmo fare altre centinaia di domande, ma non vogliamo annoiare. Ci sono presidenti che hanno delle grandi idee, lo hanno abbondantemente dimostrato essendo stati molto spesso precursori di tempi. I nomi, più di uno, li conosciamo. Perché non spazzano via definitivamente questo scenario così perdutamente privo di minima regola rispettata?

Saremmo curiosi davvero di conoscere le risposte, perché il futuro del calcio italiano, se ne esiste uno, passa proprio da quelle.

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