Differenze tra Napoli e Juventus nel Caso Plusvalenze
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Chiusura delle indagini e richiesta di rinvio a giudizio
Dopo la chiusura formale delle indagini nei mesi scorsi, la Procura di Roma ha richiesto il rinvio a giudizio per Aurelio De Laurentiis con l’accusa di falso in bilancio per gli anni 2019, 2020 e 2021. Il procedimento riguarda presunte plusvalenze fittizie relative alla compravendita del difensore Manolas nell’estate del 2019 e, soprattutto, all’operazione che ha portato all’acquisto di Victor Osimhen dal Lille, tramite la cessione di tre giovani del Napoli.
Le accuse e l’evoluzione dell’inchiesta
Come riportato da Marco Bellinazzo su Il Sole 24 Ore, inizialmente era stata ipotizzata anche l’accusa di dichiarazione fraudolenta, legata a una presunta evasione IVA di 4,6 milioni di euro determinata da una sovraffatturazione di oltre 21 milioni. Tuttavia, questa contestazione è stata successivamente esclusa, rimanendo in piedi solo l’accusa di falso in bilancio. Il giudice dell’udienza preliminare dovrà ora valutare se vi siano i presupposti per l’avvio di un processo.
Precedente giudizio della giustizia sportiva
La cessione di Osimhen era già stata oggetto di un’inchiesta della giustizia sportiva italiana nel 2022, nell’ambito del caso plusvalenze che coinvolse anche la Juventus e altre squadre. In quella sede, non furono riscontrati illeciti a carico del Napoli e di De Laurentiis. Il Tribunale nazionale della FIGC respinse la richiesta di inibizione per il presidente del club e i suoi collaboratori, non ritenendo sufficiente la documentazione per dimostrare una sopravvalutazione dei cartellini dei calciatori coinvolti nelle operazioni.
Differenze con il caso Juventus
Per configurare penalmente una plusvalenza fittizia, è necessario dimostrare il dolo di entrambi i club coinvolti, ovvero la consapevole attribuzione di un valore artificiosamente elevato ai cartellini dei calciatori con il fine di ottenere un vantaggio economico immediato.
Nel caso Juventus, l’inchiesta Prisma ha portato alla riapertura del procedimento sportivo grazie all’emergere di nuove prove, tra cui intercettazioni e atti confessori. Questo materiale ha consentito alla giustizia sportiva di riconoscere l’esistenza di un sistema fraudolento strutturato per generare plusvalenze. Inizialmente, anche la Juventus era stata ritenuta non colpevole, ma le nuove evidenze hanno ribaltato il verdetto, determinando una penalizzazione significativa per il club bianconero.
Possibili sviluppi per il Napoli
Resta ora da capire se la Procura della FIGC intenda acquisire ulteriori atti probatori raccolti dalla Procura di Roma per valutare la possibilità di riaprire un nuovo procedimento sportivo contro il Napoli e i suoi dirigenti. Tuttavia, al momento, non sembrano emergere elementi nuovi tali da giustificare una revisione del giudizio sportivo già espresso nel 2022.