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Lukaku esulta mantenendo la calma
Lukaku esulta mantenendo la calma

Chi scrive non è assolutamente un esperto di psicologia e non vuole assolutamente diventarlo adesso. Chi scrive ha avuto però la fortuna di essere stato agonista per alcuni anni di uno sport poco conosciuto, come la canoa polo. Ovviamente quanto succede in Serie A è differente perchè ci sono dinamiche di professionismo con giocatori che sono lautamente retribuiti per ciò che fanno. Una cosa però è comune ad entrambe le attività: la testa.

Napoli ed il Napoli: problema di testa

Ieri il Napoli ha perso la vetta con l'Inter che per la prima volta in stagione riesce ad essere prima in solitaria. Questa è la cronaca calcistica che senza dubbio ha un suo peso in questa narrativa, ma il Napoli ha perso la testa perchè la psicologia non è più quella di prima. Questo sia per la squadra che anche per la tifoseria: andiamo con ordine.

La squadra del Napoli ha un problema mentale

Nel post-gara di Como ci sono state alcune dichiarazioni di Conte e di Spinazzola che hanno parlato a chiare lettere di problema mentale. Qui torniamo alla mia esperienza di canoapolista: quando si è vicini ad un obiettivo inatteso può subentrare la paura di vincere che può giocare brutti scherzi. Mi è capitato personalmente e potrebbe essere questa la causa del calo. Qualcuno potrebbe obiettare che sia stata la partenza di Kvaratskhelia a generare questo calo. Senz'altro la partenza di un giocatore forte come il georgiano ha inciso, ma è anche vero che senza Kvaratskhelia il Napoli ha vinto contro Atalanta, Fiorentina e Juventus con ottime prestazioni ed ha comunque fatto 18 punti in 9 gare col georgiano non presente: una media di 2 punti a gara che non è da scudetto, ma è comunque di una squadra di alta classifica, da terzo posto. Per cui ridurre il tutto alla partenza di un giocatore appare fin troppo semplicistico e probabilmente nemmeno esaustivo. Il problema del Napoli è nella testa e sta a Conte ed i ragazzi provare a risolverlo perchè sono solo loro che possono uscirne da queste sabbie mobili. Senza la testa non si va da nessuna parte.

Se la squadra arranca, l'ambiente non aiuta di certo

La squadra ha indubbiamente mostrato un periodo di flessione in un febbraio nero, ma l'ambiente (quantomeno nella media) non ha assolutamente agevolato il lavoro a Conte and company. Prima soffermandosi in maniera ossessiva sul mercato (si intenda per evitare equivoci: è stata una sessione fallimentare) che sicuramente ha influito, ma da solo non basta di certo a spiegare questa brusca frenata. Poi adesso addirittura chiedendo di guardarsi le spalle: un paradosso. Al netto di tutto il periodo non positivo non è normale adesso pensare a difendere il quarto posto, con la Lazio distante 9 punti e già sfidata (con il dettaglio non indifferente dei calendari delle rispettive compagini oltre al fatto che la formazione biancoceleste è ancora impegnata in entrambe le coppe) e non credere di lottare per il vertice con l'Inter e con l'Atalanta con uno scontro diretto da giocare in casa e con Atalanta-Inter ancora da giocare. E se non basta la statistica, che vede il Napoli con una quasi certezza di quarto posto, è d'obbligo che l'ambiente ci creda con una classifica del genere. In pochissimi, per non dire nessuno, dopo la disfatta di Verona avrebbero pensato che il Napoli potesse giocarsi uno scontro diretto con l'Inter ad 1 punto di distanza il 1 marzo. Ed invece il campo questo sta raccontando, ed è sempre il tappeto verde ad essere il giudice sovrano.

Antonio Conte in panchina ai tempi dell'Inter
Antonio Conte in panchina ai tempi dell'Inter

Napoli, serve la scintilla

A conclusione del tutto al Napoli serve una scintilla, un episodio che rilanci la stagione. All'Inter ad esempio è accaduto nel 2023, quasi due anni fa: la squadra di Inzaghi al tempo non era quella di oggi ed era in discussione anche la qualificazione in Champions visto un campionato da 12 sconfitte. L'allenatore emiliano era ad un passo dall'esonero, poi però Bremer fece un errore marchiano nella semifinale di andata della Coppa Italia, l'Inter pareggiò allo scadere all'Allianz Stadium e da quel momento ha avuto un rendimento da schiacciasassi: conquisterà Coppa Italia, quarto posto ed arriverà a perdere con onore dal Manchester City dopo aver stracciato il Milan. L'anno dopo uno scudetto dominato in lungo ed in largo. Al Napoli serve una scintilla simile per rilanciarsi in questo finale di stagione. Una cosa è sicura: chi si arrende ora non è appassionato nè di Napoli nè di sport in generale.


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