Osimhen come Allan, il Napoli non è meta d'arrivo
Ottobre 2018, il Napoli si presenta a Parigi in formato mondiale. Autore di una partita pazzesca, tra le più belle della storia recente. Senza ombra di dubbio, la migliore della gestione Carlo Ancelotti. Migliore in campo, l'allora centrocampista partenopeo Allan.
Il brasiliano giganteggia in ogni reparto tanto da diventare un incubo lungo 90 minuti per i fortissimi francesi. Addirittura Fabio Caressa, in telecronaca, in un attimo di esaltazione assoluta, esclama "se lo sogneranno anche stanotte". Di Allan se ne innamora Caressa, i napoletani prendono coscienza della forza del ragazzo e soprattutto il PSG lo vuole. A tutti i costi.
Offrì in quel gennaio del 2019 la bellezza di 75 milioni di euro ed un ingaggio al calciatore troppo importante da poter rifiutare. Il treno della vita, insomma. L'unico ostacolo, Aurelio De Laurentiis. Anche se non aiutato da Ancelotti, che minacciò non troppo sarcasticamente di "incatenarsi ai cancelli di Castelvolturno" (per Allan e Kalidou Koulibaly) qualora il Napoli avesse ceduto, seppur a suon di milioni, il forte centrocampista.
Anni più tardi si è scoperto che in realtà De Laurentiis valutò il cartellino del brasiliano la bellezza di 120 milioni di euro, preso da un attimo di allucinazione scambiandolo per Garrincha. Il risultato fu quello che i più attenti pensavano non poter essere altrimenti. Allan da quel momento ebbe una parabola discendente da far rabbrividire anche i suoi più feroci contestatori, si rese protagonista assoluto del famoso e triste ammutinamento che portò al licenziamento di un tecnico come Ancelotti (che dopo ha rivinto ogni cosa, ma son dettagli da queste parti), fino ad arrivare alla tanto sospirata, ed inevitabile, cessione a poco più di 25 milioni di euro agli inglesi dell'Everton. Un disastro.
Proviamo a metterci nei panni, seppur per pochi secondi, di Allan. Gioco una partita da fuoriclasse assoluto, uno dei top team europei mi vuole a tutti i costi a suon di milioni, con la sicurezza, dopo, di essere titolare nella nazionale verdeoro, un clamoroso aumento del conto corrente tanto da far stare in tranquillità generazioni e generazioni familiari.
Si complica la cessione di Osimhen
Di fatto, entrare nell'elite dei calciatori più importanti al mondo. Tutto ciò non avvenuto per un "capriccio" del suo presidente. Ecco, ora che ci svestiamo dai panni di Allan, con quale ardire avreste continuato a giocare come prima quando il treno che è passato non è stato preso per colpa di altri?
La risposta è semplice. Molto semplice. È la stessa risposta che troverete mettendovi nei panni di Victor Osimhen lo scorso anno, dopo che nemmeno 150 milioni di euro, e addirittura 40 milioni all'anno netti al nigeriano, hanno permesso di dare il "via libera" alla sua cessione.
Certo, tra i due c'è una differenza. Allan continuò col suo ingaggio, mentre Osimhen è stato rinnovato a 10 milioni. Che restano bruscolini dinanzi ai 40 persi, ci mancherebbe
Il Napoli smetta di essere genitore morboso. Lasci andare i calciatori quando essi reputano che il loro ciclo sotto al Vesuvio è finito. L'idea di Napoli meta di arrivo è malsana ed è il principio che ha mosso i più grandi errori della gestione De Laurentiis.
Lo insegna la storia. E visto che la storia ancora oggi dice che ci sono almeno 3 club che fatturano il doppio (solo in Italia, se guardiamo in Europa non bastano 10 dita), Napoli non potrà mai essere un punto di arrivo, soprattutto per calciatori sopra la media.
Lo sanno bene tutti. Lo sa bene pure Antonio Conte, in quanto uomo intelligente che ha girato le panchine di mezzo continente. Lo capisca in fretta anche De Laurentiis, per non trovarsi molti milioni di euro in meno che danno energia, sostanza e futuro al Napoli. Soprattutto futuro.